Disavanzo Montefalco, esposto in procura

A presentarlo, oltre all’opposizione in Comune, anche il dirigente alle finanze. «Tesei ora risponda delle sue responsabilità». La replica del sindaco Titta e della giunta

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di Federica Liberotti

Si potrebbero accendere i fari della magistratura, sia contabile che penale, sulla questione dei conti in rosso del Comune di Montefalco, dove il consiglio comunale ha approvato martedì notte il rendiconto di gestione 2019 che certifica un disavanzo tecnico di circa 4 milioni 226 mila euro. A sollecitare una verifica non solo della Corte dei conti ma anche della procura della Repubblica oltre all’opposizione in Comune è stato, in via cautelativa, il nuovo dirigente comunale alle finanze.

GUAI DI BILANCIO A MONTEFALCO: «VERSO IL DISSESTO»

Il nodo del contendere

Ad annunciarlo giovedì – alla luce di una interlocuzione via pec con lo stesso dirigente – è stato Vincenzo Riommi, capogruppo di Siamo Montefalco, nel corso di una conferenza stampa sostenuta anche dai gruppi di minoranza in Regione e dai parlamentari umbri di Pd e M5s. «Il disavanzo – ha spiegato – non è riferibile al 2019 ma totalmente agli anni precedenti, in particolare si è accumulato tra il 2010 e il 2018. Al 2009 il Comune di Montefalco era in avanzo, nel 2019 invece è stato accertato il disavanzo perché il nuovo dirigente ha eliminato oltre 4 milioni di residui attivi, su 11 complessivi, risorse che il Comune aveva iscritto in manovra ma che in realtà erano insussistenti». Nel mirino in particolare quattro determine del 2018, che sempre secondo Riommi sarebbero poi risultate «mancanti», attraverso le quali doveva essere accertata la regolarità della ricognizione dei residui al 31 dicembre di quell’anno e quindi alla base di una delibera di giunta licenziata nel marzo 2019 in previsione dell’approvazione del conto consuntivo. «Il nuovo dirigente alle finanza aveva chiesto copia ufficiale di questi atti, ma è emerso che non esistono, dunque – ha proseguito Riommi – la ricognizione sarebbe stata fatta sulla base di atti inesistenti, non c’è alcun pezzo di carta che dia conto di quei 4 milioni. Per questo il dirigente ha scritto in via cautelativa alla procura».

I dubbi sul piano di rientro

«Un altro Comune umbro che ha vissuto vicende di questo impatto – ha rimarcato ancora il consigliere di opposizione – è stato quello di Terni, in dissesto a causa di un disavanzo di 56 milioni di euro, che corrispondono ad un debito di 500 euro per abitante. Lì l’ex sindaco Di Girolamo si è assunto le sue responsabilità dimettendosi, qui a Montefalco la cifra calcolata per abitante è addirittura doppia». La minoranza in consiglio comunale critica poi l’altra delibera approvata martedì, che prevede un piano di rientro per le casse comunali da poco più di un milione 800 mila euro. «Presumibilmente non basterà – ha detto ancora Riommi -, occorre predisporre immediatamente un piano quindicennale, il cosiddetto predissesto da sottoporre agli organi deputati, il modo più semplice per rientrare dai 4 milioni e mezzo lavorando senza avere una spada di Damocle, destinando quest’anno al rientro i primi 900 mila euro. Negli ultimi anni c’è stata evidentemente una cattiva amministrazione, noi abbiamo denunciato che questo potrebbe essere avvenuto anche tramite la violazione di regole che disciplinano l’attività amministrativa e contabile. Ma questo saranno altri organi a stabilirlo».

Pd e M5s all’attacco

Se la preoccupazione dell’opposizione è principalmente quella relativa ai conti delle casse comunali, inevitabile che però la polemica politica si sposti in Regione, a capo della quale siede ora l’ex sindaco di Montefalco (all’epoca dell’accumulo del disavanzo), Donatella Tesei. «Da parte nostra c’è pieno sostegno ai consiglieri di opposizione – ha detto il deputato e commissario regionale del Pd, Walter Verini -, è una battaglia a favore dei cittadini, colpiti da un’amministrazione approssimativa e disinvolta, su cui saranno anche magistratura contabile e penale a fare i loro accertamenti. Non è compito nostro, anche se abbiamo il dovere di segnalare a questi organismi gli atti volativi e gli allegati che mancano». Per Verini «è stata nascosta la verità ai cittadini di Montefalco e agli umbri, la persona che oggi è presidente della giunta è stata per anni sindaca di Montefalco, c’è responsabilità amministrativa da parte di una persona che oggi presiede la Regione, la quale ha negato anche davanti alle evidenze il buco di bilancio. Una colpa politicamente enorme e grave, di cui la presidente e gli attuali amministratori sono chiamati a risponderne». A chiedere spiegazioni nei confronti sia dei cittadini di Montefalco che umbri è stato anche il capogruppo regionale del Pd Tommaso Bori, che ha parlato anche di «un piano farlocco che non risolve, ma rimanda di nuovo i problemi». Thomas De Luca, capogruppo di M5s, ha ricordato infine che «durante la campagna elettorale in un post su Facebook l’attuale presidente scriveva ‘Adesso basta, non esiste alcun buco di bilancio’, ma la situazione attuale – ha detto – dimostra che quelle affermazioni erano assolutamente false. Ora c’è la certificazione che il buco c’è, eccome. Tesei deve dare rispondere e mettere la faccia su questa situazione disastrosa che si è creata».

Si espone la giunta comunale: «Necessario fare chiarezza»

Nel tardo pomeriggio arriva la nota del sindaco di Montefalco Luigi Titta e della giunta: «È necessario, ancora una volta, fare chiarezza per evitare le strumentalizzazioni politiche che in questi giorni hanno portato gli esponenti dell’opposizione comunale e regionale a fare un’informazione fuorviante, sommando elementi diversi tra di loro come sono i disavanzi passati già pianificati, i riaccertamenti, il ricalcolo del fondo di accantonamento per crediti di dubbia esigibilità. Dobbiamo partire dal 2009 quando la nuova amministrazione di Montefalco si trovò, oltre a dover fare importanti investimenti per la città, a coprire alcune centinaia di migliaia di euro di debiti fuori bilancio e a fare i conti con poste fiscali inevase. Nel 2015 nel rispetto della riarmonizzazione contabile – proseguono – si è proceduti ad un riaccertamento straordinario delle entrate ed uscite dell’Ente poste in essere anche da prima del 2009, facendo emergere un disavanzo di circa 1 milione e 500 mila euro, disavanzo già oggetto di piano di rientro e che oggi ne residuano 1,2 milioni, mentre nel 2018 il successivo riaccertamento ha portato ad un ulteriore disavanzo di circa 367 mila euro, come è stato correttamente detto in campagna elettorale».

«Opposizione finge di non conoscere»

Poi i tempi più recenti: «Con il subentro lo scorso anno della giunta comunale e con il subentro a gennaio 2020 del nuovo responsabile finanziario si è proceduti ad un ulteriore riaccertamento dei residui le cui risultanze sono riportate nel consuntivo 2019 che vede sommati: la rimanenza del riaccertamento 2015 oggi pari a 1,2 milioni di euro, ad 1,7 milioni di incremento del fondo di garanzia e di circa 1,3 milioni di euro derivanti dall’ultimo riaccertamento dei residui e la cui somma dà 4,2 milioni di euro di euro. Ma parlare ad oggi di 4,2 mln di ‘buco di bilancio’ a Montefalco senza spiegarne i passaggi e la composizione si vanno a stravolge i fatti oggettivi, al solo fine di fomentare polemiche. Si tratta di situazioni critiche, ma comuni a molti enti italiani, ovviamente anche umbri, indistintamente dalle connotazioni politiche, ma l’opposizione finge di non conoscere le altre situazioni simili alla nostra, ulteriore prova della strumentalizzazione di quanto accaduto a Montefalco. Ultimo, ma non ultimo, è necessario andare a vedere come le risorse comunali sono state usate in questi anni. Montefalco – chiudono – è diventato uno dei borghi tra i più noti e attrattivi d’Italia e non solo. Le attività economiche sono cresciute mentre in molte altre parti dell’Umbria crollavano. Sono stati creati parcheggi, fatti investimenti importanti, messe in sicurezza le scuole ben prima degli ultimi eventi sismici umbri. Consigliamo, dunque, alle varie opposizioni di non vedere solo le criticità, ma anche i tanti aspetti positivi e soprattutto riferendoci al gruppo di minoranza comunale di contribuire costruttivamente al lavoro futuro per il bene dell’intera città».

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