Almeno un terzo dei ragazzi hanno fatto uso di cannabis e altre sostanze pericolose e il 12% sono minorenni con una età compresa tra i 15 e i 17 anni. Percentuale che sale al 46% se si considera la fascia d’età tra i 18 e i 20 anni. Un allarme sociale che si estende anche alle nuove forme di dipendenza senza sostanze ma altrettanto insidiose e subdole per i ragazzini che stanno crescendo, perché spesso non riconoscibili, come quella da internet e dai social network. L’allarme è stato lanciato dal Prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia nel corso del convegno ‘Usa la bussola’, tenuto in Sala Notari dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Presentato nella circostanza il nuovo bando della fondazione, indirizzato a progetti di prevenzione nelle scuole secondarie di primo grado.
La repressione non basta

Sgaraglia ha evidenziato anche il costo sociale e l’aumento della percezione di insicurezza da parte di cittadini dovuto ai reati per procurarsi le sostanze. Il convegno è stato un’occasione di approfondimento finalizzata ad offrire una maggiore consapevolezza dell’entità dei i fenomeni e della loro diffusione. Un trend preoccupante confermato anche da Fausto Cardella: «Sulle dipendenze, tossiche o non tossiche, siamo in piena guerra e se pensiamo di contrastare tali fenomeni solo con la repressione e l’aspetto giudiziario e poliziesco abbiamo perso in partenza la nostra battaglia».
Un patto fra famiglie e istituzioni
Ecco dunque che è fondamentale fare rete e mettere in campo misure di prevenzione che coinvolgano la scuola e i genitori che devono «allearsi e spalleggiarsi» per accompagnare i ragazzi e spingerli a farsi delle domande in particolar modo nelle fasce di età più vulnerabili e a rischio dipendenza come quella dell’adolescenza. Un monito, questo, che arriva anche Pietro Paolo Fausto D’Egidio, presidente nazionale della Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, che ha parlato dei vari fattori di disagio biologico ed ambientale alla base delle dipendenze, evidenziando come il monitoraggio da parte dei genitori e l’adozione di buone prassi a scuola siano fondamentali sia per valutare i sintomi di una dipendenza sia per associare adeguati programmi di prevenzione.
Gioco d’azzardo, altro dramma
Il segretario generale della Fondazione Fabrizio Stazi nell’aprire i lavori coordinati dall’esperto in progettazione Giorgio Sordelli ha sottolineato: «Vogliamo essere ingegneri dell’innovazione cercando di cogliere i bisogni della nostra comunità per dare una risposta concreta ed incisiva». Stazi ha fornito un altro dato significativo: in Umbria tra gli studenti tra i 15 e i 19 anni il 41,4% gioca d’azzardo, e tra gli studenti che giocano il 7%, ovvero oltre 1000 studenti ha un comportamento problematico e un ulteriore 10%, pari a circa 1.500 studenti, è a rischio comportamento problematico.
Il bando della fondazione
Il concetto di prevenzione è al centro del bando “Usa la bussola” attraverso il quale la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia intende sostenere progetti realizzati dalle Scuole secondarie di primo grado proprio per contrastare l’emergere di fenomeni di dipendenza, molti dei quali, come quelle da gioco e da cibo, si sviluppano in età sempre più bassa. «Il bando – come sottolineato dalla vicepresidente della fondazione Cristina Colaiacovo – è frutto di un continuo confronto con i Dirigenti scolastici degli Istituti del territorio e con l’Ufficio scolastico regionale attraverso il quale abbiamo identificato nelle dipendenze giovanili una delle principali fragilità sociali su cui intervenire, vuole essere uno strumento di orientamento per offrire una risposta educativa, e non emergenziale, a tali fenomeni, coinvolgendo gli studenti in prima persona».