Due vittorie, dieci podi, 817 punti: Petrux saluta la MotoGp

Dal debutto del 2012 all’ultima gara odierna a Valencia: il ternano è ora pronto per l’avventura off-road. «Nessun rimpianto, sono felice perché ho vinto. Un bel messaggio»

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Il lungo ‘viaggio’ – per ora, magari ci sarà un rientro in futuro – di Danilo Petrucci in MotoGp è terminato. Dieci stagioni con due straordinarie vittorie al Mugello ed a Le Mans, altrettanti podi, 169 partenze e 817 punti tra Ioda-Suter, Art, Ducati e Ktm: il 18° posto sul circuito di Cheste, a Valencia, è l’ultima tappa nella classe regina per il 31enne ternano, pronto a lanciarsi con curiosità e determinazione nell’avventura off-road. Non solo Valentino Rossi, anche per lui in questi giorni sono arrivati tanti messaggi di stima, apprezzamento per le sue qualità umane e ringraziamento per ciò che ha saputo dare al mondo della MotoGp. Certo, non è andata come sperava quest’anno, ma la soddisfazione per il percorso che lo ha portato fino alla Ducati resta. L’annata migliore per posizionamento (6°) e punti (176) resta il 2019. Per Valentino Rossi (10°) invece è la parola fine alla carriera. «Un grande grazie a tutti coloro che hanno lavorato con me, abbiamo provato a fare il meglio e personalmente a divertirmi fino all’ultimo momento. Ora è il momento di riposare un po’», le parole a caldo del ternano. Per lui anche qualche lacrima nel pregara.

 

Danilo Petrucci a Valencia (foto Alex Farinelli)

«Non ho rimpianti». Le lacrime

«Non ho rimpianti, sarebbe facile guardarsi indietro – le parole rilanciate da motorsport.com – e dire che avrei potuto fare meglio. In MotoGp non c’è mai stato un pilota con il mio stile di guida e non credo ci sarà. Più di 90 chili sulla moto… quando dici così agli ingegneri perdono il respiro. Ringrazio tutti, è stata una giornata indimenticabile, la porterò sempre nel cuore. Ho vissuto tantissime emozioni, da quando mi sono alzato questa mattina a quando sono sceso dalla moto a fine gara. È stato bello perché quando ho messo la moto sulla griglia mi sono detto ‘non piangere’, ma quando tutti hanno cominciato ad avvicinarsi, ho pensato di salutare tutti e di andare al bagno come sempre. Ma poi hanno iniziato a fare l’applauso, mi sono affacciato per salutare tutti e ho iniziato a piangere. Inoltre c’era la moto con cui farò la Dakar, è stata una bella sorpresa che mi ha fatto Ktm. Alla fine sono felice perché ho vinto e penso che questo sia un bel messaggio: chiunque, con il lavoro, l’impegno e la determinazione può arrivare in MotoGp e può anche vincere. Oggi ho avuto l’ennesima conferma dell’affetto, perché ci ho messo tantissimo tempo ad andare dai box alla griglia, dovevo salutare tutti. A un certo punto avevo quasi paura di non arrivare in tempo per la partenza della gara». Un pensiero speciale: «Credo di essere sempre stato trasparente in tutto ciò che ho fatto. Poi voglio parlare di Luca Semprini (Pr nel team Ducati). Lo ringrazio, perché lui mi ha insegnato a essere sempre buono. Mi dispiace che se ne sia andato e che io non abbia fatto in tempo a dirgli che gli volevo bene».

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