Edilizia in Umbria: «Profonda crisi»

L’Ance regionale lancia l’allarme: «Si continua a perdere fatturato e posti di lavoro. Nei lavori pubblici situazione drammatica»

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«Una grande preoccupazione per la situazione del settore». A manifestarla sono stati i direttivi regionale dell’Associazione nazionale dei costruttori edili dell’Umbria di Perugia e Terni, riunitosi la scorsa settimana in forma congiunta per fare il punto della situazione: «Malgrado i tanti annunci di inversione di tendenza e di uscita dalla crisi, si continua a perdere fatturato e posti di lavoro», la denuncia.

Da 25mila a 10mila L’Ance Umbria sottolinea che la riunione è servita a «proseguire il confronto che dovrebbe portare al completamento del processo di regionalizzazione di Ance in un quadro di rilancio dell’iniziativa sindacale dell’associazione, conservando le naturali forti caratteristiche di autonomia e di legame con le diverse realtà territoriali. I dati sulla massa salari e sul numero di operai, forniti dalle casse edili di Perugia e di Terni, certificano come la crisi perdura e continua la tendenza alla diminuzione dei dati economici esociali del settore. Nell’arco di dieci anni nella nostra Regione siamo passati da quasi 25mila operai iscritti a Terni e Perugia a circa 10mila. E la massa salari, in parallelo, è passata dai 220 milioni di euro del 2008 agli attuali circa 100 milioni».

Il ridimensionamento Numeri che non lasciano spazio a sensazioni positive: «L’edilizia in Umbria si è ridimensionata di più del 60%, hanno chiuso migliaia di imprese e si sono persi decine di migliaia di posti di lavoro. E tutto questo è avvenuto in un silenzio assordante e senza che ci sia mai stata, nell’opinione pubblica e tra i decisori politici, la piena consapevolezza della drammaticità della situazione di un settore che rappresenta una componente strategica per la ripresa economica, per il futuro del nostro territorio e delle nostre città, per la difesa e la valorizzazione dell’ambiente e del nostro patrimonio storico, artistico e architettonico, per migliorare la qualità della vita, la sicurezza, il benessere della nostra popolazione. I dirigenti dell’Associazione dei costruttori hanno lanciato un grido di allarme in Umbria su tre principali questioni: la ricostruzione a seguito del recente terremoto, il livello di investimenti pubblici e la situazione del mercato immobiliare».

«Situazione drammatica» L’Ance mette in evidenza che «al di là dei tanti annunci la situazione nei lavori pubblici, per gli investimenti in infrastrutture e manutenzione straordinaria è davvero drammatica e l’introduzione del nuovo codice non ha fatto altro che rendere ancor più difficile la condizione del settore. Proprio qualche giorno fa, nel rapporto della Banca d’Italia sull’economia regionale dell’Umbria nel 2017, viene ribadito come nel corso degli anni 2014/2016 la spesa per investimenti ha subito un ulteriore fortissimo calo e così negli ultimi dieci anni la somma dei bandi di gara nella nostra Regione è diminuita di circa il 50%. Per quanto riguarda la ricostruzione, a seguito degli eventi sismici iniziati nell’agosto 2016, a quasi due anni dal primo sisma sono state prodotte 56 ordinanze commissariali e un numero altrettanto grande di ordinanze della Protezione Civile, ma a fronte di questo quadro normativo grande e complesso, che ha ingenerato incertezze e un allungamento dei tempi di istruttoria delle pratiche, la ricostruzione stenta a partire. Tutti i consiglieri presenti hanno chiesto un preciso impegno ai presidenti, di rappresentare con forza e determinazione, all’opinione pubblica ed a tutti i decisori pubblici, le istanze e le problematiche delle imprese di costruzione, se necessario facendo ricorso ad una specifica campagna di informazione sui media. Ance Umbria, nei prossimi giorni, si farà promotrice di un incontro con le altre organizzazioni datoriali del mondo dell’artigianato, della piccola impresa e della cooperazione, nonché con la rete delle professioni tecniche, al fine di valutare iniziative comuni».

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