Editoria: «Serve un aiuto dalla politica»

In prima commissione sentiti i rappresentanti rappresentanti di giornali, emittenti radiotelevisive e testate online. «Anche noi svolgiamo un effettivo servizio pubblico»

Condividi questo articolo su

Nuovo appuntamento in prima commissione con il mondo dell’editoria e dell’informazione. Dopo l’incontro con il presidente dell’Ordine dei giornalisti Roberto Conticelli e la presidente di Assostampa umbra Marta Cicci, ieri Andrea Smacchi ha ricevuto i rappresentanti di giornali, emittenti radiotelevisive e testate online.

Le audizioni Anso, Associazione nazionale stampa online, FIEG, Federazione italiana editori giornali, Uspi, Unione stampa periodica italiana, Frt, Federazione Radio Televisioni, Aeranti Corallo, Assografici e sindacati. Da tutti la richiesta è stata univoca: «la politica deve aiutarci».

Settore in difficoltà «Serve un aiuto dalla politica – è stato detto – per salvare posti di lavoro e tornare a investire». I dati, esposti durante l’incontro con i consiglieri, fanno emergere che ogni giorno le testate giornalistiche online che operano in Umbria fanno all’incirca 150 mila contatti, anche se di pochi minuti, le emittenti televisive locali raggiungo 120mila telespettatori mentre 20 mila sono i lettori dei quotidiani. Un mondo, quello dell’editoria, che attraversa una fase di profonda difficoltà soprattutto in coincidenza con la crisi economica che attanaglia, da anni, famiglie e imprese e che perde pezzi importanti come il Giornale dell’Umbria.

La politica La politica deve tornare a fare la sua parte, «serve una legge specifica, un progetto di rilancio, visto che l’Unione europea non finanzia il mondo dell’informazione e non sono possibili aiuti di stato all’editoria. «Servono contributi per l’efficientamento delle strutture che ha pesantemente colpito le emittenti nel passaggio obbligato dall’analogico al digitale, per salvare posti di lavoro e per gli investimenti». «La Regione deve guardare ai progetti di legge sull’editoria portati avanti da altre regioni o, in alternativa, rifinanziare la legge 3/2000, troppo incentrata sul Corecom e rimasta lettera morta per quanto riguarda gli aiuti alle testate». Uno scenario, quello fotografato giovedì, di una regione in cui si legge pochissimo sia libri che giornali e in cui quando si parla di televisione si pensa solo alla Rai, «mentre anche noi svolgiamo un effettivo servizio pubblico».

Proposte Molto soddisfatto si è detto il presidente Smacchi che, ancora una volta, ha ribadito l’utilità di questi incontri. «Dalle loro parole è emersa la sofferenza di un settore che, oltre ad impiegare centinaia di lavoratori, rappresenta un valore per la democrazia. Hanno anche portato alla nostra attenzione proposte interessanti di cui terremo conto nella predisposizione di una normativa regionale all’avanguardia che potrà aiutare il settore, proiettandolo verso il futuro all’insegna dell’innovazione e dello sviluppo».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli