Electroterni chiude, 15 dipendenti a rischio

La proprietà annuncia ai sindacati la volontà di dismettere un reparto dell’azienda di viale Centurini, metalmeccanici sugli scudi

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I timori sul futuro dell’azienda, o per lo meno di una parte consistente di essa, si rincorrevano da mesi, visti i ripetuti ricorsi alla cassa integrazione, tanto che ad ottobre sindacati e lavoratori avevano fatto sentire la loro voce di protesta anche in Comune. Ora però il gruppo Electroterni – specializzato nella produzione e distribuzione di lamierino magnetico – ha ufficializzato la volontà di dismettere l’omonimo sito di viale Centurini, licenziando una quindicina di dipendenti.

La decisione

L’annuncio in un recente incontro tra la proprietà e le segreterie di Fim, Fiom, Uilm e Fismic: la famiglia Coppo si sarebbe mostrata decisa rispetto alla volontà di chiudere uno dei reparti del gruppo, che conta in totale circa 35 dipendenti ed è composto anche dalla Magnetic di via Flagiello e dalla Maestrale Industrie Terni (sempre in viale Centurini, specializzata in questo caso nel trattamento di pneumatici). Una scelta, dettata dalle difficoltà di mercato, che metterebbe così la parola fine a parte della storica fabbrica che fino al 2005 era legata a doppio filo al reparto magnetico dell’Ast, ma che da quella dismissione di 14 anni fa non si è mai completamente ripresa.

Sindacati fanno muro

Ovvio che i sindacati, di fronte a questa intenzione, siamo pronti a salire sugli scudi, anche perché prima dei licenziamenti i lavoratori interessati alla chiusura potrebbero usufruire ancora di circa sei mesi e mezzo di cassa integrazione ordinaria, oltre all’eventuale straordinaria, mentre qualcuno è anche vicino alla pensione. Ecco che le quattro sigle dei metalmeccanici hanno annunciato una conferenza stampa, in cui esprimeranno le loro preoccupazioni e la loro contrarietà, che si terrà venerdì mattina, intanto sono già stati chiesti degli incontri – che potrebbero svolgersi all’inizio del mese di maggio – al sindaco Latini, al vicepresidente della Regione Paparelli e al prefetto De Biagi.

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