Ex Novelli in tensione: confermato lo sciopero

Gli ‘amministrativi’ di Terni si asterranno dal lavoro anche giovedì. L’azienda disponibile alla cassa integrazione per ‘area di crisi complessa’

Condividi questo articolo su

Tensione sempre alle stelle alla ex Novelli – oggi Alimentitaliani – dove mercoledì mattina il personale amministrativo ha scioperato e si è riunito in assemblea dopo la ‘rottura’ fra sindacati e azienda consumatasi martedì al Mise. ‘Indigesti’ non solo i 79 esuberi stimati dalla proprietà – contenuti nella bozza di accordo elaborata dal ministero – ma anche la sostanziale indisponibilità ad accedere agli ammortizzatori sociali. Anche se qualcosa, e l’impressione è che al tavolo prima o poi ci si tornerà, si è mosso. Alimentitaliani ha infatti dato la propria disponibilità – ma solo quella – ad accedere alla cassa integrazione straordinaria, per dodici mesi, legata allo status di ‘area di crisi complessa’ del territorio ternano. Intanto lo sciopero degli ‘amministrativi’ ternani è stato confermato anche per la giornata di giovedì, con appuntamento alle 8.30 di fronte ai cancelli di via del Commercio.

Sciopero e assemblea L’assemblea si è aperta dopo che i vertici aziendali avevano iniziato a convocare uno per uno gli impiegati: una condotta che le sigle (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) hanno subito bollato come ‘antisindacale’ ma che per la proprietà si è resa necessaria per illustrare i possibili scenari, nefasti dal proprio punto di vista, legati ad un eventuale sciopero. Ma sciopero, alla fine, è stato – almeno per la giornata di mercoledì – e il confronto, pur non soddisfacente, ha fatto emergere almeno un elemento nuovo.

L’assemblea di mercoledì mattina

La cassa integrazione Accanto agli esuberi, alle esternalizzazioni, all’azzeramento degli scatti di anzianità ed agli investimenti – tutti argomenti già illustrati nella proposta bocciata dai sindacati al Mise – è infatti emersa la disponibilità, a parole, dell’azienda ad avviare le procedure per la cassa integrazione straordinaria per ‘area di crisi complessa’ e a ‘limare’ i 79 esuberi stimati fra i siti di Terni, Amelia, Spoleto e Cisterna di Latina. E il fronte dei lavoratori non si può dire che abbia dato una lettura uniforme e condivisa alla proposta. Tanto che il confronto, sul piazzale antistante la sede di Terni dell’ex Novelli, è andato avanti per tutto il pomeriggio ed è stato piuttosto animato. Con frizioni comprensibili a fronte di una dirigenza che sembra invece aver ben individuato i propri obiettivi. In primis quello di poter operare, il prima possibile ma comunque non oltre il 31 ottobre, con l’organico voluto, in termini numerici e non solo. In ogni caso, dopo una lunga discussione, la decisione dei dipendenti è stata quella di confermare lo sciopero anche per la giornata di giovedì: si ritroveranno di fronte ai cancelli per un’altra giornata di ‘passione’.

SAVERIO GRECO: «PRONTI AD INVESTIRE»

Saverio Greco, AD Alimentitaliani

La proprietà È stato l’amministratore delegato di Alimentitaliani, Saverio Greco, a chiarire il punto di vista della proprietà, dopo aver chiuso il confronto ‘locale’ – visto che il tavolo è e rimane quello del Mise – con sindacati e rsa: «Abbiamo accettato, anche per dovere istituzionale, la proposta emersa martedì al ministero ma i sindacati hanno fatto saltare il tavolo. Noi abbiamo proposto di attivare per il sito di Terni la cassa di integrazione per ‘area di crisi complessa’, l’unica possibile, con un progetto condiviso da Regione e Mise per la ricollocazione dei dipendenti che in parte potrebbero rientrare nella new-co che intendiamo creare per gestire tutta la parte amministrativa dell’ex Novelli e anche di altre aziende del gruppo I Greco. Stranamente, però, i sindacati hanno posto altre questioni che sembravano superate e l’accordo non è stato possibile».

Gli esuberi «Non abbiamo aumentato il numero degli esuberi – ha detto Saverio Greco – che erano 68 al netto dei 16 operai di Latina. Oggi sono 79 compresi quest’ultimi. In realtà gli esuberi amministrativi sono passati da 68 a 63 e potrebbero scendere anche di qualche altra unità perché vogliamo razionalizzare ma creando il minor danno possibile ai dipendenti. Il nostro obiettivo resta quello di salvare questa azienda ma se l’atteggiamento resta questo e se i sindacati non accettano l’accordo entro mercoledì sera, ci sentiremo liberi nei confronti di tutti di prendere qualsiasi decisione, compreso il ritiro della domanda di concordato con conseguente fallimento. Non siamo venuti qui per fare la guerra a nessuno e per uscire da questa situazione serve l’aiuto di tutti. Ai lavoratori che abbiamo convocato mercoledì mattina abbiamo semplicemente detto: fate quello che volete, scioperate pure, ma sappiate e riflettete sul fatto che stiamo correndo dei rischi perché sospendendo le forniture anche per un solo giorno, c’è il rischio che fallisca e chiuda l’intero Gruppo. Vogliamo risolvere i problemi strutturali di questa azienda per dedicarci esclusivamente alle attività imprenditoriali che significa andare a trovare i clienti e vendere i nostri prodotti».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli