Filiera Nocciola Umbra: c’è Ferrero dopo Nestlé

Accordo di 20 anni: l’obiettivo è coprire 700 ettari di nuove piantagioni nel 2023. Una parte delle coltivazioni rimarrà sul mercato

Condividi questo articolo su

A 3 mesi dal lancio del Progetto Nocciola Italia, è stato siglato nei giorni scorsi l’accordo tra Ferrero Hazelnut Company, divisione interna del gruppo dedicata alla nocciola, e il consorzio produttori agricoli Pro Agri che raggruppa 800 soci con coltivazioni cerealicole ed oleaginose: in questo modo si sancisce l’avvio per i primi nuovi impianti di nocciola nel territorio umbro con l’obiettivo di raggiungere entro il 2023 una superficie di 700 ettari di nuove piantagioni corilicole sul territorio regionale. A firmare l’accordo sono stati il presidente di Pro Agri Domenico Brugnoni e il presidente di Fattoria Autonoma Tabacchi, Fabio Rossi. Ricordiamo che iniziativa analoga è stata presa da Nestlé che, lo scorso maggio, ha annunciato la volontà di utilizzare la nocciola ‘tonda francescana’ per i Baci Perugina. Per questo motivo è stato aperto un tavolo tecnico con Regione e Università per parlare della filiera della nocciola.

I BACI PERUGINA AVRANNO LA NOCCIOLA UMBRA FRANCESCANA – L’ANNUNCIO NELL’ULTIMA CONFERENZA

Il progetto di filiera prende forma dallo sviluppo dei seguenti punti cardine: la durata dell’accordo è di 20 anni e si protrarrà fino alla campagna agraria 2037; l’impegno da parte di Ferrero è di acquistare il 75% della produzione generata dai nuovi impianti, il rimanente 25% rimarrà cedibile sul libero mercato; il prezzo di acquisto base verrà strutturato ponderando i costi di produzione (rivalutati su base triennale in base all’indice Ismea – frutta a guscio), sommati al margine di impresa, con il mercato internazionale.

Al prezzo di acquisto sarà aggiunta una remunerazione in base alla qualità e alla varietà delle nocciole prodotte; in caso di forte contrazione del mercato internazionale, tale da generare un prezzo di acquisto base inferiore ai costi di produzione, si attiverà il meccanismo di salvaguardia dell’investimento, ovvero saranno remunerati i costi di produzione ai quali dovrà essere aggiunta la valorizzazione della varietà e qualità specifica.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli