Perugina più ‘magra’ dopo la vertenza

A San Sisto restano 613 lavoratori. Ben 146 i fuoriusciti con incentivo. Solo un ricollocamento esterno. Ora si lavora per la filiera

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di P.C.

Non può dirsi formalmente chiusa, ma di fatto è tutto risolto: ognuno dei 364 potenziali esuberi annunciati all’inizio della vertenza ha trovato una soluzione concordata, accettando la proposta dell’azienda (part-time o ricollocamento interno) o proponendo direttamente una soluzione di fuoriuscita volontaria. Tecnicamente non si parla quindi di licenziamento. Anche se alla fine la dieta di San Sisto è stata portata a termine esattamente come voleva l’azienda all’inizio di questo lungo e travagliato percorso.

I dirigenti Nestlé

Le scelte Tutte soluzioni hanno ricevuto un incentivo, che oscilla dai 25mila euro del part-time ai 60mila euro di chi esce senza lavoro. Grande sconfitta di questa vertenza è l’ipotesi dei ricollocamenti esterni in aziende del territorio (con incentivo diviso a metà, 30mila al lavoratore e altri 30mila all’azienda che assumeva): dovevano essere 83 (tanti erano i posti disponibili ad un certo punto delle trattative), solo uno ha accettato. Segno di sfiducia nelle reali possibilità di un lavoro all’esterno (con la spada di Damocle del possibile licenziamento dopo un anno e mezzo) a cui si preferisce un part-time interno all’azienda o un gruzzoletto da reinvestire in una attività che magari da secondaria ora diventa primaria.

LE RIFLESSIONI DEI DIRIGENTI NESTLÈ AD ACCORDO CONCLUSO – VIDEO

Le cifre Sforzo intenso dal punto di vista personale per chi ha condotto in prima linea la trattativa – su tutti Gianluigi Toia, in rappresentanza di Nestlé – ma anche dal punto di vista economico: il piano sociale (fra incentivi e bonus) è costato all’azienda qualcosa come 20 milioni di euro. Alla fine gli esodi volontari con incentivo sono 146, di cui 40 attraverso il piano di outplacement, 182 i dipendenti ricollocati nel gruppo Nestlé (di cui 10 fuori Perugia) con contratti part-time. Infine, 35 prepensionamenti. E poi, come detto, c’è quell’unico lavoratore che ha scelto di accettare un lavoro proposto da un’azienda del territorio.

NELL’ACCORDO FIRMATO I NUMERI ERANO DIVERSI – PDF

La nuova fabbrica «Più moderna, più flessibile ma soprattutto più competitiva a livello europeo». Ecco – nelle parole di Francois Pointet – come sarà la nuova Perugina dopo questa ‘rivoluzione’. che ha portato a 613 il numero dei lavoratori di San Sisto. Mercoledì mattina, in Confindustria, ci sarà il definitivo incontro con i sindacati per ratificare l’accordo. Poi si penserà al piano industriale, i cui investimenti si concluderanno nel mese di luglio, per avere poi benefici nell’immediato futuro e «fare del Bacio Perugina il nostro prodotto di punta nel mondo», ha detto Manuela Kron.

La nocciola locale Intanto, chiuso questo capitolo, i dirigenti Nestlé hanno onorato un altro impegno, sedendosi – sempre nella giornata di venerdì – ad un tavolo tecnico con Regione e Università per parlare della filiera della nocciola. Nei baci, nel prossimo futuro, ci sarà la tonda francescana. Incontro, riservatissimo, e di cui nessuno aveva anticipato nulla, programmato al Broletto, sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura.

Un momento dell’incontro

Rapporto col territorio «Le istituzioni locali hanno capito la nostra posizione – dice Toia chiamato a commentare questi lunghi mesi di trattativa – ma probabilmente non sempre hanno creduto che si potesse arrivare ad una soluzione senza creare danni sociali. Da questo punto di vista abbiamo fatto uno sforzo e devo dire che il Mise ci ha agevolato, richiamando a un senso di responsabilità tutte le parti: credo che questo accordo e questa gestione possano essere da modello per altre vertenze simili».

Rapporto con i sindacati «Sembra che paghi più la retorica che la dialettica – osserva Toia – ma il rapporto con i sindacati è un rapporto dialettico e alla fine si arriva ad una sintesi. Ovvio che nessuno ne esce bene dopo una riduzione di organico, ma non era scontato e possiamo rivendicare che Nestlé gestisce il cambiamento con grande responsabilità: possiamo rivendicare con diritto che non abbiamo mai licenziato nessuno. Dal punto di vista umano credo che sia stata una prova molto pesante e molto coinvolgente: non è stato facile trovare una soluzione per ognuno dei potenziali esuberi».

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