di S.F.
«La prova di distacco andrà bene e sarà completata entro la fine del mese. Poi a settembre spazio ad un incontro tecnico di aggiornamento per decidere i passi successivi. Ci sono tutte le condizioni per portare a termine i lavori, c’è massima sintonia tra le istituzioni. L’intervento è inevitabilmente lungo e delicato, contiamo di restituire nel giro di un anno e mezzo la fontana completamente restaurata e illuminata alla città». La fontana di piazza Tacito, a Terni, sta vivendo un momento delicato per la prosecuzione del processo di recupero, restauro e valorizzazione: la prova di distacco, presa in esame venerdì mattina durante un sopralluogo della funzionaria restauratrice della Soprintendenza dell’Umbria, Paola Passalacqua. In questa fase – Marica Mercalli ha da poco sostituito Stefano Gizzi, nell’occhio del ciclone per oltre un anno a causa delle divergenze (eufemismo) con fondazione Carit, Comune e Regione – c’è ottimismo. Poi sugli eventuali costi integrativi e la progettazione definitiva se ne discuterà a prova conclusa.
Il vertice Ad accogliere Paola Passalacqua, il vice presidente della fondazione Carit Ulrico Dragoni, l’ex presidente Mario Fornaci, l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari, il Responsabile unico del procedimento, Federico Nannurelli e i rappresentanti – il tecnico restauratore Matteo Cannarsa e il responsabile del cantiere Bruno Bruni – dell’impresa vincitrice dell’appalto, la Coo.Be.C. di Spoleto. In realtà l’impatto della Passalacqua con la fontana è stato tutt’altro che: «L’ultima volta che l’ho vista c’era l’acqua e devo dire che a distanza di anni è messa male». E su questo nessun dubbio. Poi si passa all’analisi del programma per la prova di distacco e le sensazioni migliorano.
Pulizia, calcare e velinature Nella prima fase la Coo.Be.C ha proceduto con la pulizia – mosaico del cancro – dei due metri quadrati individuati per il test. Un lavoro non troppo celere perché sono stati trovati ben quattro strati di calcare. Quindi la superficie è stata rivestita con della velinatura a trama ampia – attaccata con una resina acrilica – e nei prossimi giorni sarà applicata un nuovo ‘telo’ ancora più fitto per rendere compatta la zona da staccare e limitare il più possibile i traumi al momento del taglio. Di conseguenza ci sarà da attendere alcuni giorni per consentire la perfetta adesione del materiale; a quel punto via libera alla realizzazione della controforma per mantenere il pezzo fermo. Operazione resa ancora più delicata dal fatto che le tessere, con il trascorrere del tempo, si sono ridotte notevolmente di spessore. Più volte è stata ribadita inoltre la pessima condizione del massetto. C’è una certezza: «Entro la fase del mese sarà completata la prova».
«Eliminare dislivelli» La Passalacqua ha ascoltato la spiegazione e ha voluto far notare che «il problema sarà poi legato alla corrosione legata allo scorrimento dell’acqua sulla superficie; bisogna cercare di eliminare i dislivelli esistenti – l’ipotesi della funzionaria – e trovare un materiale che vada a colmare i sottolivelli e protegga le tessere. L’acqua dovrà scivolare su una superficie liscia». E sul distacco l’idea è chiara: «Verrà bene, fondamentale che in questa fase la resina aderisca bene per rendere ‘solido’ il tutto».
Post distacco L’autorizzazione della Soprintendenza per ora è solo per la prova di distacco. Tuttavia il processo successivo è già chiaro: «Si proseguirà l’opera in laboratorio: via le garze, quindi lavoro sulle malte e infine il riposizionamento sul nuovo massetto». Via Gizzi e qualcosa si muove. In attesa del ‘debutto’ su piazza della Mercalli. «Per i primi mesi – ha chiuso Bucari – del 2018 si conta di restaurare tutto il mosaico con i segni zodiacali e di ricollocarlo nel bacino della fontana. Per quel periodo sarà completato tutto il recupero». A cinque anni dal piano lanciato nell’estate 2013.