Al termine di una complessa indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Perugia e condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Perugia in collaborazione con lโUfficio delle dogane, nella mattinata di giovedรฌ le Fiamme Gialle umbre, con lโausilio dei colleghi della Compagnia di Legnano, hanno eseguito unโordinanza di custodia cautelare i carcere nei confronti di tre soggetti, di cui due residenti nella provincia di Milano ed un romano da pochi giorni detenuto presso la casa circondariale di Pavia.
Sequestri per 110 milioni di euro
I tre sono ritenuti i principali artefici di una colossale โfrode caroselloโ su scala internazionale nel settore dei carburanti che ha consentito di sottrarre al fisco quasi 100 milioni di euro di Iva e di riciclare circa 10 milioni di euro di proventi illeciti. Da qui il sequestro preventivo disposto dal gip di Perugia di beni (terreni, fabbricati, appartamenti, autoveicoli, imbarcazioni, quote societarie, titoli e disponibilitร finanziarie, nonchรฉ carburante) fino ad un valore complessivo di 110 milioni di euro.
Un lavoro di due anni
Lโoperazione, denominata โGrifo Fuelโ, rappresenta lโepilogo di oltre due anni di indagini nei confronti di 50 persone e 33 societร . Tutto ha avuto inizio con un primo filone investigativo scaturito da un controllo fiscale avviato nei confronti di unโazienda umbra operante nella compravendita di carburante, da cui sono emersi rapporti commerciali โanomaliโ con numerose societร sparse su tutto il territorio nazionale.
Maxi giro di fatture false
La meticolosa ricostruzione dei vari assetti societari, supportata dallโesecuzione delle tipiche attivitร di polizia economico-finanziaria quali indagini tecniche e finanziarie, perquisizioni e sequestri di documentazione nonchรฉ lโacquisizione di testimonianze, ha permesso di risalire a tre soggetti, di cui due umbri, componenti di unโassociazione a delinquere dedita alla commissione di reati tributari con un giro di fatture false per oltre 100 milioni di euro, che ha portato, a luglio del 2019, ad un primo sequestro per equivalente di circa 5 milioni di euro.
Dallโevasione dellโIva alla frode milionaria sui carburanti
Questi, avvalendosi di societร di โbrokeraggioโ appositamente create, hanno utilizzato compiacenti prestanome per strutturare e gestire varie catene societarie, costituite principalmente da societร โcartiereโ, anche note come โmissing traderโ, con sedi in Campania, Lazio, Lombardia e Molise, su cui far ricadere lโIva mai versata nelle casse dellโerario. I successivi accertamenti scaturiti dal primo filone investigativo, hanno condotto ad un piรน ampio e sofisticato sistema di frode, con un vorticoso giro di fatture false di circa 700 milioni di euro, relative alla commercializzazione in Italia di prodotti petroliferi di origine comunitaria.
I meccanismi del riciclaggio
In particolare lโattenzione della Finanza si รจ concentrata prima sullโindividuazione dei reali gestori della filiera illecita, attraverso la ricostruzione della catena di approvvigionamento del prodotto lungo lโasse estero/Italia, e successivamente a svelare i meccanismi di riciclaggio dei capitali frutto della frode. In questo modo รจ stato possibile individuare altre due societร di โbrokeraggioโ, che a loro volta si sono avvalse di ulteriori โcartiereโ con sedi in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria e Lombardia, create con lโunico scopo di interporsi allโinterno della filiera di distribuzione del carburante tra i fornitori esteri e i reali cessionari nazionali. Ancora una volta, sulle โcartiereโ sono confluiti gli obblighi fiscali, puntualmente disattesi, e lโomesso versamento dellโimposta ha permesso cosรฌ โ a monte โ di generare un prezzo dโacquisto inferiore, con la consapevolezza di tutti gli attori.
LโIva in tasca
ยซSi tratta โ spiegano le Fiamme Gialle di Perugia โ del meccanismo di frode maggiormente adottato dagli indagati, che sfrutta lโapplicazione dellโIva nel paese di destinazione per gli acquisti di beni effettuati in ambito comunitario, prevista dalla normativa vigente. In realtร , lโIva incassata dalla โcartieraโ dallโacquirente nazionale non viene versata nelle casse dellโerario ma ripartita tra i partecipanti alla frodeยป.
Unโulteriore frode
Negli altri casi, รจ stato riscontrato un differente meccanismo fraudolento: la โcartieraโ non acquista direttamente da un fornitore comunitario ma, dichiarandosi โesportatore abitualeโ pur in assenza dei requisiti richiesti, acquista da un fornitore nazionale presentando la cosiddetta โdichiarazione dโintentoโ. Con questo documento la โcartieraโ attesta lโintenzione di avvalersi della facoltร , anchโessa normativamente prevista, di effettuare acquisti o importazioni senza applicazione dellโIva.
I conti โinternazionaliโ
I proventi illecitamente ottenuti sono stati poi riciclati su conti correnti appositamente aperti in Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca e Slovenia ovvero trasferiti, dagli amministratori di fatto delle โcartiereโ, in attivitร economiche ed imprenditoriali a loro riconducibili, alcune delle quali con sede negli stessi stati esteri.
La legge evolve
ยซProprio per arginare questo diffuso fenomeno criminale, che costituisce una delle principali cause del tax gap Iva annuale pari, in media, a 36 miliardi di euro โ prosegue la Guardia di finanza di Perugia -, il legislatore รจ recentemente intervenuto prevedendo sia lโobbligo di versamento dellโIva allโatto dellโestrazione o dellโimmissione in consumo del carburante dai depositi fiscali, fatta salva la contemporanea presenza di specifici criteri di affidabilitร e di idonea garanzia, sia lโinutilizzabilitร delle dichiarazioni dโintento. Tuttavia, non potendo escludere casi di โaggiramentoโ fraudolento anche delle nuove norme, lโattenzione sulla tematica rimane elevataยป.