Gubbio, corsa ceri in ospedale: ‘censura’ per le tre infermiere

A maggio l’episodio che aveva scatenato le polemiche. Notificato il provvedimento: parlano i legali delle donne

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Il fatto era accaduto a maggio. Tre infermiere del pronto soccorso dell’ospedale di Branca avevano inscenato una sorta di ‘Corsa dei Ceri’ – a causa del covid l’appuntamento è saltato a Gubbio – in corsia: a distanza di tre mesi è arrivato il provvedimento di conclusione del procedimento disciplinare nei loro confronti. Scattata la ‘censura’ in seguito all’istruttoria portata avanti dall’Usl Umbria 1. «Sanzione più lieve rispetto a quella inizialmente ipotizzata della sospensione dal servizio e dalla retribuzione per la durata di dieci giorni», sottolineano gli avvocati Ubaldo Minelli, Fabrizio Cerbella e Paola Nuti.

IL CAOS-CERI DI MAGGIO

Foto Usl Umbria 1

La difesa

La notifica è arrivata mercoledì mattina. I difensori delle infermiere ritengono «insussistenti i presupposti e le condizioni di legge e di contratto per l’irrogazione della sanzione inferiore della censura. Le risultanze documentali ed orali della compiuta istruttoria avrebbero dovuto condurre all’immediata archiviazione del procedimento, se è vero che, come la stessa commissione disciplinare argomenta, la condotta delle tre infermiere non ha arrecato alcun danno all’azienda né alcun pregiudizio all’utenza, sia per ‘…..l’assenza, negli spazi in cui si è volta la processione simulata, di utenti, unitamente all’accertato rispetto delle distanze di sicurezza e di uso dei dispositivi di protezione individuale (mascherine)….’, sia per l’esiguità temporale del fatto che ‘….va comunque constestualizzato in un momento di ripresa a seguito di grave stress psicofisico del personale sanitario, conseguenza della ben nota emergenza epidemiologica…’.

L’ANNULLAMENTO DELLA FESTA DEI CERI A GUBBIO

Si va avanti

Minelli, Cerbella e Nuti infine puntualizzano altro: «A tutto ciò si aggiunga che per le tre infermiere la commissione parla di comprovata professionalità
e assenza di qualsiasi precedente disciplinare a loro carico, ad ulteriore dimostrazione della manifesta ingiustizia del provvedimento irrogato, anche se nella forma più lieve. Nei prossimi giorni unitamente alle nostre assistite daremo corso alle iniziative di legge dinanzi alla competente autorità giudiziaria». Il sindaco Massimiliano Presciutti aveva fortemente condannato il gesto: «Non si può, in servizio e in piena pandemia, correre in corsia con un cero seppur in miniatura. Non è accettabile che si usino gli altoparlanti dell’ospedale per mandare a tutto volume la musica della festa. Anche in questo caso occorrono provvedimenti ed esemplari che ovviamente non competono a me. Tutto ciò non può in alcun modo essere tollerato».

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