Il film ‘La Tana’ della giovane regista umbra Beatrice Baldacci incanta Venezia

Originaria di Città di Castello, si è trasferita a Roma per studiare cinema e fotografia. Ora l’esplosione al Festival

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Nel solco del premio vinto a Venezia due anni fa con il cortometraggio ‘Supereroi senza superpoteri’, Beatrice Baldacci, regista umbra di appena 28 anni, nata e cresciuta a Città di Castello, sta riscuotendo successi con il suo primo lungometraggio – La tana – presentato nella sezione Orizzonti e realizzato grazie alla Biennale College, il programma che accompagna i giovani autori nello sviluppo e la realizzazione di un lungometraggio.

Il film ‘La tana’

Ambientato in Umbria, come il precedente il film ha una tendenza autobiografica: parla di una storia d’amore fra due giovanissimi ragazzi durante un’estate in campagna: Giulio (Lorenzo Aloi), diciottenne aperto e ottimista e Lia (Irene Vetere), ventenne alle prese con l’impegno di doversi prendere cura di una madre malata. Giulio, che ha deciso di non partire in vacanza per restare nella casa di famiglia con i genitori si ritrova Lia come vicina, nel casale semi abbandonato dove la famiglia della ragazza non veniva da molti anni. Lei all’inizio fatica a rapportarsi alla vitalità di Giulio, coinvolgendolo però in piccole sfide sempre più pericolose.

Chi è Beatrice Baldacci

Nata nel 1993 a Città di Castello, Beatrice si è trasferita a Roma per studiare regia e fotografia con Daniele Ciprì e Claudio Cupellini. Lì ha realizzato il cortometraggio ‘Corvus Corax’, presentato allo Short Film Corner del Festival di Cannes.

Il sito ufficiale: www.beatricebaldacci.com

Il premio nel 2019

Beatrice Baldacci

Nel 2019 il suo ‘Supereroi senza superpoteri’, sviluppato e realizzato nell’ambito del Premio Zavattini, ha vinto la menzione speciale Fedic come miglior cortometraggio della Mostra del Cinema di Venezia, sezione Orizzonti: «Esempio significativo di come il riuso creativo dei materiali d’archivio possa essere all’origine di una creatività filmica incisiva e, in questo caso, doppiamente originale poiché delicatamente autobiografica».

In entrambi i film è presente il tema della malattia: «Un elemento che sentivo ancora molto forte da esprimere – ha raccontato all’Ansa – il corto però è autobiografico, mentre qui ho ho fatto affidamento a due personaggi, alla rielaborazione della finzione, anche se Lia in alcuni tratti è simili a me».

 

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