Il punto sul calcio: tutti i dubbi sulla ripresa

Coni e Figc immaginano di tornare in campo fra fine maggio e inizio giugno. D’accordo la serie B (che si riunisce lunedì). Per l’Aic si può giocare anche ad agosto. Dubbi in serie C. Grido d’allarme dai dilettanti

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Pandemia permettendo, il calcio italiano sembra orientato a riprendere il 20 maggio. Questa la data indicata dal presidente del Coni Giovanni Malagò. Con una ripartenza dei tornei che potrebbe essere fissata al 7 giugno, tre mesi dopo lo stop.

D’accordo sia i vertici sia i calciatori

L’Assocalciatori, per bocca del presidente Damiamo Tommasi, si è detta disposta a giocare anche in estate. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Uefa, Ceferin, secondo il quale si può giocare tranquillamente fino a fine agosto per consentire la regolare conclusione dei tornei nazionali e delle coppe europee. Addirittura più in là si è spinto Gabriele Gravina, secondo il quale si può addirittura giocare anche in autunno, facendo di fatto confluire questa stagione in quella successiva.

La serie B vuole riprendere

Nella serie cadetta, si discuterà di date nell’assemblea in programma nella mattinata di lunedì, in cui il presidente Balata condividerà con i club le risultanze dei tavoli aperti a vari livelli. Tra i temi sul tavolo anche la questione ingaggi e il prospettato taglio che verrebbe operato da Dazn sui diritti televisivi. L’indicazione è quella di seguire il calendario della massima serie.

La serie C vuole fermarsi

Diverso l’orientamento in Lega Pro, i cui presidenti, riuniti in assemblea venerdì, hanno fatto capire che vogliono fermarsi, cristallizzando la classifica fin qui acquisita. Un’idea che si fa largo soprattutto nei gironi A e B, quelli del centro-nord, dove militano squadre nei cui territori è stato pagato all’epidemia un tributo altissimo. Più possibiliste le società del girone C, che al tempo stesso, come la Ternana, guardano con favore all’idea di revisione dei campionati, con il ripristino, di fatto di due serie C: una di elite, con 20 squadre professionistiche; un’altra di semiprofessionismo.

Dilettanti sull’orlo del baratro

Grave, gravissima la situazione dalla Serie D in giù, visto che le società si reggono su un equilibrio sottilissimo e scontano spesso le difficoltà dei presidenti che nella maggior parte dei casi con le loro aziende finanziano anche il calcio, foraggiando le casse societarie. Molte squadre rischiano il tracollo. Il Bastia ha già lanciato un allarme in tal senso.

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