Il Signore delle Formiche arriva a Perugia: Amelio e Lo Cascio protagonisti

La pellicola candidata al Leone d’oro a Venezia è stata proiettata mercoledì allo Zenith alla presenza del regista e dell’attore protagonista

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di Gabriele Ripandelli

Dal festival di Venezia allo Zenith di Perugia. A portare nel cinema umbro Il signore delle formiche sono direttamente il regista Gianni Amelio e l’attore protagonista Luigi Lo Cascio, che al termine delle due proiezioni guidano il numeroso pubblico in sala nella lettura della pellicola. Nella nota rassegna veneta il film, nelle sale dall’8 settembre, ha ricevuto il premio Brian ed è stato candidato al prestigioso Leone d’oro al miglior film.

IL TRAILER

La trama

Amelio da sempre è impegnato sui temi sociali e sull’attualità della cronaca italiana, da Colpire al cuore (1983) sul terrorismo negli anni di piombo con il francese Trintignant e Laura Morante ad Hammamet (2020) sugli ultimi sei mesi di Bettino Craxi interpretato da Favino passando per Il ladro di bambini (1992) e Le chiavi di casa (2004). Il Signore delle Formiche è in parte una chiave per leggere tutta la sua cinematografia perché svela che sarà il suo ultimo film. Verità o provocazione? Solo il tempo lo dirà. La pellicola racconta in ordine non cronologico la vicenda giudiziaria del poeta e drammaturgo Aldo Braibanti, ex partigiano ed esponente del «grande Partito Comunista Italiano» come viene scritto ne L”Unità sul film. Tornato da Roma nella sua Piacenza vive una vita da Socrate raccogliendo intorno a sé un folto gruppo di giovani a cui cerca di trasmettere la sua cultura. La storia di amore con Ettore (un esordiente Leonardo Maltese) porterà Aldo nelle aule di un tribunale dove viene accusato di plagio del giovane ragazzo che viene invece mandato in un manicomio e sottoposto a elettroshock nel tentativo di ricondurlo all’eterosessualità. Nella trama assume un ruolo importante anche Ennio Scribani, giornalista de L’Unità interpretato da Elio Germano, che appassionandosi al caso va oltre alla mera cronaca cercando di risvegliare la coscienza del popolo. Gli anni in cui la storia è ambientata sono quelli tra il 1959 e il 1968 che porteranno quindi ai moti rivoluzionari (leggi la sinossi del film). Un film dove l’amore diventa un sentimento da vivere intensamente mentalmente e fisicamente oltre che un diritto da gridare e per cui combattere. «Oggi quel mondo sembra chiuso, finito ma in realtà vive dentro tante cose ingiuste che si mostrano in un’altra forma – commenta Amelio al termine della proiezione – Plagio oggi fa pensare magari ad Albano, Michael Jackson e alle canzoni mentre lì era utilizzato per nascondere un qualcosa che nel Codice non c’era. Ma la libertà che viviamo è patinata e regna solo nei social. Se una maestra di asilo viene vista in giro per il centro con una compagna, l’indomani tutti i genitori vanno a ritirare il pargolo perché vedono il fatto come una vergogna e una malattia. Un politico (Giorgia Meloni, ndr), scusate se uso questo termine, dice che bisogna accontentarsi delle unioni civili. Pensano che hanno il diritto di toglierci i nostri diritti».

La figura di Braibanti

Braibanti con la sua personalità e la sua storia offre diversi spunti di riflessione su quello che è stato l’Italia in passato ma anche sul nostro Paese attuale. Una di queste è la differenza tra i fascisti e l’aula di tribunale dove era stato processato: «I primi erano veri, cattivi e si sapeva che volevano fare del male. – Lo Cascio si fa portavoce del suo pensiero – Lo avevano arrestato due volte e una la madre lo salutò dopo che gli era stato tolto lo scalpo. La seconda sembrava una sala di fantasmi, un qualcosa al di là di quello che lui riuscisse a comprendere. Sulla coppia formata con Ettore hanno fatto una lunga macchinazione inseguendoli e pedinandoli». Nella Storia è pieno di casi in cui l’incoerenza, il bigottismo o addirittura la criminalità si vestono da giustizia come l’ «eppur si muove» insegna. Amelio ne ha fatto studio d’immagine proprio durante il processo: «Sono stato due giorni a seguire le udienze. Ho scritto per una rivista di come lo vedevo camminare rasente ai muri, veloce come se qualcuno ti corresse dietro. La sensazione di essere arrestato ti rimane». Lo Cascio, che è legato a Perugia per aver debuttato al Morlacchi dopo l’accademia da attore nei panni Armando di Duval, non conosceva la storia del protagonista: «Quando sono stato chiamato per recitare la sua parte, potevo fare finta di niente e rischiare di ricevere domande approfondite da Gianni oppure ammetterlo. Ho dovuto studiare tra il libro che trascrive integralmente la sentenza e le sue poesie introvabili. Lo studio di Aldo è importantissimo soprattutto per il teatro perché ha iniziato l’avanguardia italiana che Pasolini chiamerà dell’urlo. Dal punto di vista umano era legato a tutte le forme dell’universo attraverso l’amore. È stato infatti uno dei primi protoecologisti. Il suo silenzio durante il processo è enigmatico: mostrava grande padronanza ma era fragile e pieno di incertezze».

VIDEO DELLA PRESENTAZIONE A PERUGIA


LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE A PERUGIA

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