Terni, impianti e sport: scontro Lupi-Proietti

‘Zuffa’ tra il presidente regionale del comitato Fair Play – ex Coni – e l’assessore allo sport: «Città europea dello sport? Tribolazione di tante società». Risposta: «Lui dove stava?»

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Stefano Lupi affonda il colpo, Elena Proietti non ci sta e reagisce. Siamo a due settimane dalle Regionali e a Terni lo scontro sullo sport – focus sull’impiantistica e i problemi delle palestre – si allarga ulteriormente. Ad entrare in tackle questa volta è il presidente regionale del comitaro Fair Play – nonché ex delegato provinciale del Coni – che, senza mezzi termini, attacca sugli ultimi sviluppi e non solo. Dall’altro lato l’assessore allo sport non ci mette troppo a replicare.

TERNI EUROPEAN CITY OF SPORTS 2021

Stefano Lupi con l’assessore allo sport Elena Proietti

Lupi, lo sport e l’incuria

La premessa – entrambi sono candidati alle Regionali, da tenere a mente – di Lupi è già chiara: «Città europea dello sport Terni lo è stata». Poi parte: «Circa quaranta anni fa Terni sarebbe stata a pieno titolo una città europea dello sport. La nostra piccola realtà provinciale vantava una presenza importante nel calcio professionistico, uno stadio moderno, palazzetti dello sport efficienti, un sistema diffuso di piscine coperte spalmate sul tessuto urbano. Il parco di Cardeto aveva una impiantistica importante, poi il pattinodromo, campi di calcio minori, una pista di atletica storica. Nel corso degli anni questo immenso patrimonio è stato letteralmente dilapidato, mandato in malora da incuria e scelte amministrative profondamente sbagliate. La crisi economica delle fabbriche ha accentuato il declino: il modello di sport legato ai circoli aziendali, in gran numero in città, ha subito forti contraccolpi. Oggi abbiamo il corto circuito delle palestre cittadine che di fatto bloccano le attività della pallavolo e della pallacanestro rendendo difficoltoso il percorso anche di altre discipline sportive».

24 GENNAIO 2019, LUPI (ANCORA CONI) ATTACCA SULLE INFRASTRUTTURE

Il camposcuola

La tribolazione e il bando che non c’è 

Il tema attuale delle palestre non può che essere al centro dell’attenzione. Ma c’è altro: «Nel momento in cui si celebra il traguardo di essere impalmati come ‘Città dello sport 2021’ veniamo a confrontarci con la quotidiana tribolazione di tante società sportive che vedono messa a rischio la prosecuzione della loro attività se non la stessa esistenza. Sarebbe serio, passato il momento di autocelebrazione, affrontare in modo organico l’argomento dell’impiantistica sportiva. L’indecoroso stato del campo scuola di atletica ‘Casagrande’ è una ferita che offende l’intero movimento sportivo. Ancora non si hanno notizie circa l’eventuale bando. Nel frattempo il degrado regna sovrano. L’abbandono della palestra di Pentima, autentico gioiello, di proprietà della Regione Umbria è sconcertante. Su questo ci sono precise responsabilità. Non essere riusciti a creare le condizioni di utilizzo della palestra dei vigili del fuoco lascia perplessi. Siamo ovviamente contenti per questo riconoscimento europeo, fondato penso più sulla manifesta buona volontà di fare che su elementi oggettivi e concreti: non sprechiamo questa occasione, non riduciamola ad una inutile passarella. Veniamo da anni di trascuratezza e disinteresse. Su questo punto le amministrazioni precedenti sono colpevoli e senza scuse. Occorre ora un piano di messa in sicurezza complessiva degli impianti concertando l’azione con i diretti fruitori, non procedendo a colpi di circolari. Si chiede la disponibilità delle amministrazioni pubbliche affinché capiscano che gli impianti sono un patrimonio comune sul quale si fonda un cardine della nostra comunità: lo sport. Eccessive rigidità o pretese economiche rendono impossibili forme di gestione alternative a quella diretta da parte degli enti, mandando deserte le gare di affidamento. Occorre ripristinare il complesso di Pentima con l’impegno preciso della Regione. Il parco di Cardeto va rivisto nella sua funzione sportiva recuperando la perdita di anni; andrebbe anche incentivata, in collaborazione con i privati, la predisposizione di projet financing per tensostrutture ad uso palestre, da allocare nei punti cardinali del territorio. Trascuro chi, per speciosi utilitarismi elettorali, prefigura fantasiose realizzazioni. Così come non mi esprimo sull’assenza del Coni regionale: il pensiero dei dirigenti sportivi ternani è più che sufficiente».

10 GENNAIO 2019: «BANDO CAMPOSCUOLA DA RISCRIVERE»

Elena Proietti

La risposta: «E lui dove stava? Perché ora»

I due – di recente, ad esempio, hanno partecipato insieme alla presentazione del Gran Gala in villa Centurini, era il 2 settembre – sono sempre andati d’accordo in linea di massima. Ora è scontro: «Anni di trascuratezza, lui da delegato provinciale del Coni dove era? Perché non ha mai attaccato l’amministrazione? Ora se ne accorge? Perché? Per quanto riguarda Terni città europea dello sport se vuole gli posso spiegare perché lo siamo diventati; e lui da uomo che si definisce di sport dovrebbe solo esserne contento visto che ci ho lavorato dal giorno del mio insiediamento e di sicuro senza il suo supporto. Ora per quanto riguarda le palestre scolastiche lui da uomo di sport dovrebbe conoscere bene il decreto del 2011, quindi sa benissimo il lavoro che abbiamo fatto per ottenere l’accesso alle palestre scolastiche – anche se a porte chiuse – per far sì che le società possano svolgere i campionati è enorme. Nessuno si sta autocelebrando, anzi, stiamo lavorando a testa bassa per sistemare tutte le certificazioni nonostante la totale assenza di risorse che invece trent’anni fa c’erano. Del bando del camposcuola ho parlato e naturalmente da uomo politico quale è lui dovrebbe sapere che prima di pubblicarlo va approvato il bilancio. Dove erano tutti questi che ora puntano il dito verso un comune massacrato è lasciato con infrastrutture fatiscenti? In posti dove forse avrebbero potuto fare qualcosa di più».

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