«In Umbria è il momento di una riforma strutturale della sanità»

Relazione Tesei sullo stato di attuazione del programma di governo: «Bene Pil, export, turismo e infrastrutture. Non l’andamento demografico». La minoranza attacca

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di Fra.Tor.

Nel corso della seduta straordinaria del consiglio regionale dell’Umbria di martedì pomeriggio, la presidente Donatella Tesei ha illustrato una relazione sullo stato di attuazione del programma di governo. «Facciamo – ha detto – un punto sintetico, dopo due anni di governo, e tracciamo l’orizzonte prossimo avvenire».

Il settore socio-economico

«Da un punto di vista socio-economico – ha spiegato la presidente – emergono i successi numerici di questi due anni, ma anche le sfide ereditate ancora da risolvere. Abbiamo affrontato la pandemia e la campagna vaccinale che ci hanno consentito di avere uno dei tassi di mortalità più bassi d’Italia, ben 3 punti percentuali sotto la media del Paese, nonostante la regione Umbria abbia una popolazione di fragili, anziani e disabili molto alta. Una performance di Pil cumulato tra il 2020 e 2021 che ci vede meglio della media nazionale, a soli 2,5 punti percentuali dal pre-Covid, mezzo punto in termini migliorativi rispetto alla media nazionale. Una crescita dell’export che definirei straordinaria che continua fino a marzo 2022 e che registra una crescita del 23,4%, di 5 punti superiore alla media nazionale. Una dinamica occupazionale estremamente positiva, con una sintesi di estrema efficacia fornita l’11 luglio dalla Camera di commercio, con un’ulteriore crescita degli occupati del 2,75%, che ci porta ad essere tra le sole quattro regioni d’Italia ad avere un numero di occupati tornati al livello pre-Covid. Contestualmente abbiamo un livello di disoccupazione del 6,6% che è uno tra i più bassi d’Italia. Tutte le tendenze umbre negative decennali su questi determinanti indicatori sono stati quindi invertite dal 2020 in poi con il nuovo governo regionale. Dobbiamo aggiungere alla sintesi la grande preoccupazione per una dimensione fondamentale, che sicuramente è negativa da dieci anni in Umbria e ancora non siamo riusciti ad invertire, che è l’andamento demografico. Recentemente la Cna ha restituito un quadro drammatico, continuando come negli ultimi dieci anni. Tra vent’anni l’Umbria avrà 750 mila abitanti, 150 mila in meno del suo picco. In sintesi, invertita questa tendenza sul Pil, sull’export, sull’occupazione e conseguentemente sulla disoccupazione, occorre intervenire con grande determinazione sulla demografia della nostra regione. Questi dati ci raccontano oggettivamente quali sono state le direttrici di governo che meglio sono state attivate in questi due anni: gestione del Covid e della campagna vaccinale, gestione del sostegno e del rilancio del sistema delle imprese, gestione delle partecipate regionali delle quali è stata riorganizzata la gestione ed oggi rappresentano motore di economia e servizi per il cittadino e per le imprese».

I progetti infrastrutturali

La presidente ha poi illustrato i «grandi progetti infrastrutturali per porteranno da qui a dieci anni l’Umbria ad uscire dall’isolamento. L’aeroporto regionale risanato e rilanciato a tal punto da battere, anche in un anno ancora contraddistinto dal Covid come questo, il record passeggeri grazie ad 86 voli settimanali. Un numero mai raggiunto. Risanamento del sistema trasporto pubblico regionale, grazie al salvataggio di Umbria Mobilità, alla sua trasformazione in agenzia, alla soluzione dei molteplici contenziosi ereditati con Busitalia e all’indizione della prossima gara entro fine anno. Sulla ricostruzione post-sisma, partendo dalla rimozione delle macerie, oggi possiamo dire che probabilmente la regione Umbria è tra le più avanzate di quelle interessate dal cratere».

Turismo e grandi eventi

La regione Umbria si accinge, «seppur in un 2022 ancora segnato dal Covid, a battere il record storico di presenze. Questo grazie a tutti gli interventi che abbiamo fatto sia in favore della promozione del turismo, ma anche di sostegno alle nostre imprese del settore».

Misure a sostegno della famiglia

Le misure dal 2022 «coprono l’intera vita del nuovo nato», ha spiegato la Tesei. «Dal ‘bonus bebè’, al contributo per gli asili nido e per le scuole dell’infanzia, contributo per i campi estivi, le borse di studio per la scuola primaria e secondaria, fino alla ‘no tax area’ per gli studenti universitari. Se riuscissimo a mantenere questo complesso sistema di misure a sostegno della famiglia e dei nostri giovani, potremmo forse commentare a fine periodo, nell’arco di 7-8 anni, un’inversione di tendenza sulla demografia umbra».

Il Pnrr

Una gestione del Pnrr «fino ad ora esemplare che grazie ad un piano umbro, evidentemente credibile per il Governo, ha intercettato 1,6 miliardi di risorse, ma sopratutto secondo l’ultimo rapporto di Banca d’Italia vede l’Umbria destinataria del 35% in più delle risorse procapite rispetto al resto del Paese».

La sanità

La presidente ha poi voluto fare un «passaggio sulla sanità regionale che voglio sintetizzare in modo molto chiaro. Questi due anni e mezzo sono stati caratterizzati dal Covid e dalla campagna vaccinale, le sanità regionali tutte hanno dovuto combattere la più grande crisi sanitaria che la nostra generazione conosca, l’Umbria ne è uscita tra le regioni migliori. Ora non dimenticando che il Covid impegna ancora moltissimo le sanità regionali e mette in crisi, come in tutto il resto d’Italia, le nostre sanità, creando sicuramente uno scontento in tutta la popolazione. In Umbria è arrivato sicuramente il momento di una riforma strutturale della sanità regionale. Una riforma che porti risanamento dei bilanci, che riorganizzi eliminando doppioni, sovrapposizioni, disservizi, mobilità passiva dei due ospedali di Perugia e Terni, che crei un terzo polo ospedaliero regionale di qualità suddiviso tra due città importanti che sono Foligno e Spoleto, che metta in sinergia i tanti ospedali del territorio, che riporti sotto controllo la spesa farmaceutica e gli acquisti, che riduca drasticamente le liste di attesa con un piano scientifico trasparente per il cittadino».

Fabio Paparelli

Paparelli (Pd): «Auto celebrazione»

Il portavoce delle minoranze ha attaccato: «Si tratta di una narrazione auto celebrativa. I successi di cui parla la presidente non sono però stati compresi dai cittadini, almeno secondo il sondaggio del Sole 24 ore. Stiamo raccogliendo i frutti di una pessima gestione della pandemia, con le colpe addossate alla guerra, alla pandemia e alle giunte regionali precedenti. La realtà è che visite ed esami non sono prenotabili e gli interventi chirurgici si sono drasticamente ridotti. In due anni è stata smantellata una sanità che per decenni è stato un modello per l’Italia. I tassi di ospedalizzazione in Umbria sono crollati e questo significa che i cittadini non hanno potuto ottenere le prestazioni di cui avevano bisogno. La convenzione con l’Università fa scomparire l’assessorato alla salute, ponendo la Regione in condizione di subalternità. Avete un piano per ridurre i distretti sanitari, senza tenere conto di distanze chilometriche e necessità dei cittadini. Il 30 giugno sono scadute le Usca e l’Umbria, a differenza di altre Regioni, non è stata in grado di prorogarle o di fornire altre soluzioni. Il piano dei rifiuti che avete predisposto ci porta indietro di 30 anni: i cementifici potranno bruciare il css – ha concluso – che viene da fuori e avremo un inceneritore per quantitativi superiori a quelli reali. Manca una visione dell’Umbria di domani».

Vincenzo Bianconi e Andrea Fora

Fora (Patto Civico): «Regione in sofferenza»

Per Fora «la valutazione sul programma di governo rappresenta un momento importante che avrebbe meritato tempo maggiore. Lav valutazione è importante per pianificare le azioni future. Dal rapporto della Banca d’Italia emerge che il potere di acquisto delle famiglie umbre è inferiore rispetto a quello di molte altre regioni. L’Umbria vive una situazione particolare ed i dati, anche della Cgia di Mestre, mostrano una regione in sofferenza. Bisogna partire dalla consapevolezza della situazione e con serietà affrontare il bilancio di gestione. Non tutto può risolvere la politica, può sicuramente orientare alcuni importanti processi, ma in molte situazioni sono anche altri i livelli chiamati ad intervenire. Alla giunta riconosco di aver fatto cose buone, ad esempio sulle infrastrutture cominciano a vedersi i primi risultati. Mi riferisco anche alla soluzione per la questione ‘Monteluce’ . Bisogna lavorare contro le disuguaglianze e soprattutto su tre aree: sanità, welfare, beni pubblici essenziali come trasporti e diritto allo studio. Serve una visione strategica. c’è bisogno di una ‘politica’ coraggiosa che guardi oltre la scadenza del mandato e del tornaconto elettorale. Questa visione mi appare tuttavia debole, mancante di coraggio. Per la governance della sanità serve un maggiore dialogo con l’Università. Sul welfare c’è assenza totale di programmazione. Oggi moltissime famiglie umbre vivono nella precarietà con sostanziale difficoltà nell’accedere ai servizi sociali. Non si vive soltanto di sviluppo economico. Il benessere sociale – ha concluso – produce Pil. Invito la presidente e la giunta a guardare bene, predisponendo le iniziative necessarie, alla povertà e alle fragilità sociali. Se aumentano le diseguaglianze sociali non si potrà competere al rilancio del Paese».

Francesca Peppucci (foto Facebook)

Peppucci  e Bianconi (Misto)

L’ex leghista Francesca Peppucci, ora al Misto, ha sottolineato che «c’è un fattore che bisogna prendere in forte considerazione e su cui penso possiamo trovarci tutti d’accordo: questa amministrazione si trova a governare il periodo storico più difficile dal dopoguerra. Si tratta di un fattore non indifferente rispetto
all’azione che deve essere portata avanti. Da un lato si è chiamati a fronteggiare le emergenze (Covid e contesto internazionale), dall’altro dare attuazione agli impegni presi con i cittadini. Viviamo anni complessi con difficoltà che si moltiplicano. Se guardiamo i numeri emersi dell’analisi della presidente Tesei, nel contesto macroeconomico, sono incoraggianti e ci riportano al periodo pre pandemia, addirittura, in alcuni casi, perfino al 2018. Sono certa che questo è anche e soprattutto grazie alle azioni della giunta regionale, che ha operato in maniera attenta, reagendo con forza alle difficili situazioni che ha dovuto affrontare. E senza sottrarsi mai alle difficili situazioni e questioni ereditate, tra cui la ricostruzione post sisma 2016. Oggi sono orgogliosa di dire che, in fatto di ricostruzione, siamo tra le regioni migliori. Come lo siamo per la funzionalità dell’aeroporto. Grazie alle azioni di questa giunta, oggi atterranno persone in Umbria da tutto il mondo. Il sistema sanitario, per come era strutturato, non era pronto ad affrontare la crisi pandemica. A breve, anche in questo difficile contesto, come in altri, vedremo i frutti del faticosissimo lavoro che questa giunta sta mettendo in campo». Si è esposto anche Vincenzo Bianconi, sempre del Misto: «Come minoranza abbiamo votato il Fesr, perché dopo confronti con le associazioni di categoria e conosciuto il loro gradimento sull’atto, mi sono sentito di votare favorevolmente. Restano criticità importanti: il trasporto pubblico locale rimane una sfida da vincere, dare risposta alle aree interne e marginali di questa regione dove molto è stato tagliato. La sanità nelle aree marginali quanto a primo soccorso, medici di guardia lascia a desiderare. Il piano sanitario sarà determinante e sarà importante la partecipazione e la condivisione che finora è mancata. Il pnrr meritava una partecipazione più estesa. Sono stati raccolti i desiderata di molti comuni, ma forse è mancata una visione strategica per arrivare a un risultato più ampio per tutta la comunità regionale. La partita non è chiusa, io tifo per questa regione e spero di superare le criticità. Avremo risorse mai avute prima e mi auguro si possa scrivere una pagina di maggiore apertura e di confronto».

Morroni

L’assessore Morroni vs Paparelli

Per  Morroni «il portavoce dell’opposizione ha fatto un’operazione di rimozione dei problemi del passato, come se nulla fosse avvenuto quando lui occupava un ruolo di primaria responsabilità, ma gli suggerisco due parole: rilancio e risanamento. Il tema del risanamento è centrale anche per dare corpo alle prospettive di rilancio. Pensiamo alla vicenda Monteluce, tra poco speriamo di mettere fine a problemi di risorse dissipate, nodi lasciati irrisolti, come anche per la vicenda delle Comunità montane. Situazioni cristallizzate da tempo che sono state aggredite e affrontate, arrivando a una soluzione. Trasporti e infrastrutture: si iniziò con un deficit strutturale di 15 milioni ogni anno, non nell’ultimo anno, ma una situazione cronicizzata e chi aveva responsabilità di governo non mise in campo azioni efficaci. Sulle infrastrutture l’Umbria ha sofferto per molti lustri di una situazione di profondo isolamento stradale, ferroviario e dell’aeroporto: il lavoro fatto ci consegna un’Umbria proiettata al superamento definitivo di questa condizione di isolamento. L’aeroporto è già uscito dal suo isolamento, la Regione ha investito, i dati lo evidenziano. Le partecipate: quando siamo arrivati non ce n’era una in buona condizioni di salute, conti in bilico, una capacità di esternare all’opinione pubblica il senso delle loro azioni. Oggi situazione radicalmente diversa: hanno ritrovato un’identità, sono guidate da persone competenti, un buon rilancio. L’esaurimento del ciclo politico precedente è dovuto a tutte queste cose, all’aver lasciato un’Umbria fra le regioni più indietro in Italia quanto a produzione di ricchezza. Il risanamento in atto ha anche comportato che tante risorse sono servite a coprire le magagne precedenti. L’Umbria deve riconnettersi con i tempi che viviamo e con le opportunità di sviluppo che oggi si presentano. Se volessimo fare un bilancio dei primi due anni e mezzo l’elemento più importante è che stiamo ridando una visione all’Umbria. Abbiamo fatto cose mai fatte prima e non siamo appagati, vogliamo mettere in campo interventi strutturali. Sui rifiuti non vogliamo proseguire sulla china pericolosa innestata dalle giunte di sinistra e dalle parole noi passeremo ai fatti, convinti che sono scelte che vanno in una direzione precisa».

Mancini

Mancini (Lega): «Pd senza memoria». Replica Meloni

Per Valerio Mancini il Pd  «si dimostra senza memoria. Non ammette quello che è stato fatto malamente anzi, ci fanno la predica. Ma più saremo lontani dal partito democratico e più saremo vicini agli umbri. Mi ritengo soddisfatto delle linee politiche ribadite dalla presidente Tesei e dal vice presidente Morroni. Basta raccontare realtà che non esistono, come fa il Pd». Intervento anche di Simona Meloni del Pd: «Se siamo all’opposizione un motivo deve esserci; comprensibile che la nuova maggioranza voglia governare in modo diverso dal passato. Servono scelte importanti per migliorare la vita dei cittadini e dei nostri territori. L’Umbria sta soffrendo molto di più di altre regioni: la nostra sanità sta soffrendo, non riesce a dare risposte ed a garantire il diritto alla salute; l’economia ed il lavoro, molte famiglie vivono difficoltà crescenti con un impatto forte della guerra e dei rincari. Bisogna superare un ideologismo fumoso, di cui anche oggi in quest’aula abbiamo avuto prova da alcuni esponenti della maggioranza, in favore di un pragmatismo concreto e sicuramente più utile».

Eleonora Pace

Bettarelli (Pd) e Pace (FdI)

«Abbiamo votato – le parole di Michele Bettarelli – un atto di indirizzo che stanzia molte risorse. Ci scontriamo però di fronte alla scelta ideologica del collega Mancini che non vota un atto perché questo reca la firma del capogruppo Pd. Un approccio di questo tipo è soprattutto elettorale e non dimostra capacità da amministratore, un ruolo che prescinde dalle liste in cui si viene eletti. Nella sanità regionale tutti i miglioramenti di cui si è parlato oggi non sono stati percepiti ed anzi si evidenziano problematiche sempre crescenti. Se sono arrivate risorse ingenti dall’Europa non è certo per certi politici italiani di area sovranista. Mi chiedo infine perché due consiglieri regionali di maggioranza siano entrati in un ospedale abbandonato di proprietà della Regione per denunciarne il degrado mentre la loro stessa giunta ha tolto i fondi per ristrutturarlo». Infine Eleonora Pace (FdI): «Mi pare che qualcuno stia leggendo un copione scaduto e stantio per poi andarsene, impedendo uno scambio di opinioni. Il vice presidente Morroni ha saputo riassumere tecnicamente e politicamente le iniziative messe in campo fino ad oggi. Appare incomprensibile ricevere critiche e dedicare tempo a questi dibattiti mentre si deve affrontare il peso del governo di una Regione e di tutti i problemi concreti che si debbono affrontare. La nostra gestione della pandemia è stata indicata come modello per la campagna di vaccinazione e per la gestione dell’epidemia. Quando siamo arrivati c’erano solo 58 posti di terapia intensiva e ospedali, soprattutto nel sud dell’Umbria, su cui non venivano fatti investimenti da decenni. Sono infondate anche le critiche alla presidente rispetto al mancato confronto con gli altri governatori, che invece c’è stato a tutto campo. I sondaggi a cui si faceva riferimento penalizzano tutti i presidenti di Regione, compreso Zingaretti nel Lazio, che non è di centrodestra. Le critiche sul ciclo dei rifiuti sono ingenerose, dato che in quest’aula se ne parla da anni senza concludere nulla. I problemi di bilancio della sanità esistono dal 2015, ma venivano risolti con fondi che oggi sarebbero stati preziosi per affrontare le emergenze. Non possiamo accettare – ha concluso – che ci vengano mosse critiche sulla gestione dei direttori della sanità da parte di chi ha fatto dimettere assessori proprio su questi argomenti».

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