Terni 210° e Perugia 285°. Questo il risultato delle due città umbre tra le 858 prese in esame in merito al tasso di mortalità da particolato Pm 2.5 in Europa: lo studio è dei ricercatori dell’università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and public health institute svizzero, con finanziamento del ministero per l’innovazione spagnolo e del GHI. Al vertice della graduatoria ci sono altre due città italiane, Brescia e Bergamo.
Le morti evitabili e il biossido di azoto
Per quel che concerne di Terni potrebbero essere evitate 43 morti l’anno se si riducesse il livello dell’inquinante secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, l’Oms. Numero che sale a 52 nel caso di Perugia. Lo studio analizza anche la mortalità per il biossido di azoto (No2): in questo caso Terni si piazza al 471° posto, mentre Perugia è 553°. La graduatoria vede nelle prime tre posizioni l’area metropolitana di Madrid, Anversa e Torino.