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Home » Italia, 16 aprile: meno di 3 mila in intensiva

Italia, 16 aprile: meno di 3 mila in intensiva

di Fabio Toni
16 Aprile 2020
in Ambiente e salute, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Brusaferro e Borrelli

Brusaferro e Borrelli

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Quotidiana conferenza stampa – quella di giovedì 16 aprile – da parte della Protezione civile nazionale per analizzare l’andamento dell’epidemia da Covid-19 in Italia. Con il capo dipartimento Angelo Borrelli, Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto superiore di sanità). «I casi attuali di coronavirus – ha detto Borrelli – sono 106.607 con un incremento di 1.119 unità rispetto a ieri (mercoledì erano 1.127, ndR). Dall’inizio dell’emergenza registriamo 168.941 casi di Covid-19 (numero che comprende positivi, guariti e deceduti, ndR) ed oggi l’aumento è stato di 3.786 (2.667 mercoledì, ndR). I guariti sono 40.164, ovvero 2.072 in più rispetto a ieri (mercoledì l’incremento era stato di 962 unità, ndR). Scendono ancora i ricoveri in intensiva: sono attualmente 2.936, 143 meno di ieri. Purtroppo registriamo 525 decessi (578 mercoledì, ndR)». Record di tamponi nella giornata di giovedì: 60.999 e discesa dei ricoveri nelle terapie intensive, tornati ai livelli precedenti il 20 marzo.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

I test sierologici

Silvio Brusaferro ha parlato di Â«trend discendente che prosegue». Sui test sierologici ha detto che Â«sono test che vanno a cercare la presenza di anticorpi contro il virus. Ci sono diversi prodotti sul mercato ed il numero è in crescita. La disponibilità di questi test è tuttavia recente e la loro conoscenza non è ancora completa. Noi dobbiamo evitare falsi positivi e falsi negativi. Al momento stiamo effettuando uno studio di sieroprevalenza per capire quante persone sono venute a contatto con il virus in maniera più precisa. Quando in futuro avremo test più precisi, per capire collettivamente chi ha gli anticorpi, gli esiti sarano certamente decisivi per le scelte da assumere».

I vaccini, ‘normale’ e anti Covid

«Quest’anno la vaccinazione antinfluenzale diventa ancora più importante e certamente tutti noi siamo convinti che dobbiamo fare in modo che durante la prossima stagione influenzale, la maggior parte delle persone sia ‘coperta’ da questo rischio che può essere anche ‘confondente’». Sul vaccino anti-Covid, quando ci sarà, Brusaferro ha spiegato che Â«per raggiungere una copertura adeguata servono milioni di dosi. Ora la preoccupazione è avere il vaccino, che sia efficace e in dosi sufficienti per creare l’immunità di gregge».

Due Italie? Â«No, tre»

Un’Italia in cui il lockdown ha funzionato ed un’altra – due regioni in particolare, Lombardia e Piemonte – che invece continuano ad accusare numeri importanti. Ma proprio la Regione Lombardia ha espresso la volontà di anticipare l’avvio della ‘fase due’: Â«Dire che al nord non ha funzionato il lockdown non me la sentirei – ha detto Brusaferro – perché anche in Lombardia e Piemonte il trend è in discesa. Lì però il virus ha circolato molto e c’è una densità abitativa importante. Più che due Italie, direi tre. Sud e isole con circolazione molto contenuta, al centro una circolazione intermedia e che va monitorata ed un nord dove i casi sono molti di più delle altre zone del paese».

Le domande della ‘fase due’ (e tre)

Uscite ‘familiari’, da quando? E le vacanze al mare si faranno? Â«Stiamo uscendo da un periodo difficile, in alcune zone il virus circola ancora e serve un ulteriore sforzo. In altre zone le misure stanno funzionando ma proprio lì il nunero di suscettibili aumenta. Per questo dobbiamo essere cauti nelle misure, per evitare in ogni modo una ripartenza dei contagi. Per fare ciò serve gradualità, individuando settori su cui possiamo riflettere ma controllando sempre la situazione. Il tema è: dobbiamo essere cauti, abbiamo ancora una circolazione del coronavirus, abbiamo raggiunto l’obiettivo di ridurre i contagi, dobbiamo essere cauti e muoverci passo dopo passo. Il tema della salute delle persone è, oggi, il Covid ma c’è anche un’altra parte di salute che ha a che fare con il movimento, l’attività fisica ed altre esigenze. Queste vanno declinate in modo che il rischio sia ridotto. Sulle vacanze è difficile fare previsioni: se lei va a farre una ‘ferrata’ nelle Dolomiti e si arrampica su una delle tre cime di Lavaredo, il rischio è basso. Se va in un contesto affollato, il rischio aumenta. Organizziamoci la vita riducendo i fattori che spingono la circolazione del virus. Adottiamo cautela e teniamo conto dei fattori della trasmissione».

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