Leonardo alla Cascata, Terni rischia l’autogol

La rivista ‘Memoria Storica’ brucia la scoperta di Luca Tomìo alla vigilia del riconoscimento del ‘Bollettino d’Arte’. Lo studioso: «Provincialismo pericoloso»

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di Francesca Torricelli

La buona fede – è bene dirlo subito – non è in discussione. Ma da dire subito c’è anche dell’altro. Purtroppo. Perché la pubblicazione – sul numero 50/51-2017 di ‘Memoria Storica’, rivista del Centro studi storici di Terni – di uno studio di Miro Virili e dedicato alla scoperta di Luca Tomìo relativa al fatto che, nell’ormai fin troppo celebre ‘disegno’ di Leonardo Da Vinci, compaia la Cascata delle Marmore, potrebbe rivelarsi un errore. Grave.

LEONARDO ALLA CASCATA

Luca Tomìo e Miro Virili

Lo studio Miro Virili (che ha pure collaborato con Tomìo) scrive infatti che «dal sopralluogo effettuato e dal confronto con le mappe del borgo ho avuto modo di appurare che le corrispondenze tra disegno e stato attuale sono maggiori di quelle che in primo momento erano state evidenziate». E, fino a qui, tutto bene.

Gli indizi Virili, poi, prosegue affermando che «confrontando il disegno con una foto della Cascata attuale presa dal punto di vista della Specola di Pio VI (ovvero dall’alto) è subito evidente la compatibilità tra il soggetto rappresentato da Leonardo e la Cascata delle Marmore». Sempre meglio, insomma.

LA RIVISTA MEMORIA STORICA

I dubbi Ovvio che nello studio non si giunge ad una ‘sentenza’ definitiva e, anzi, giustamente si evidenziano anche i dubbi relativi ad un’attribuzione sulla quale, però, ci sono sempre meno resistenze e «il tutto emergerà con chiarezza – spiega Luca Tomìo – in un convegno in programma a maggio a Firenze ed al quale era stato invitato anche il sindaco Di Girolamo, prima che la sua amministrazione fosse costretta alla resa, proprio perché si partirà dal presupposto che la mia scoperta abbia importanti elementi di fondatezza».

Luca Tomìo

L’errore Quello che, però potrebbe rivelarsi un errore grave – ovviamente il Centro studi storici di Terni lo ha commesso in buona fede – è relativo ai tempi: la pubblicazione di ‘Memoria Storica’, infatti, rischia seriamente di impedire che un altro studio, questo ad opera dello stesso Luca Tomìo, possa essere pubblicato sul ‘Bollettino d’Arte’, che aveva in programma di inserirlo in uno dei prossimi numeri, «determinando un cortocircuito grave – denuncia il ricercatore milanese – e tale da impedire che, invece che il ristretto numero di lettori di ‘Memoria’, la vicenda fosse portata a conoscenza di una platea ben più vasta e qualificata come quella del ‘Bollettino’».

Le regole Il tutto, dice ancora Tomìo, «a causa delle stringenti regole che sono alla base delle scelte editoriali del ‘Bollettino d’Arte’, che non pubblica testi relativi ad argomenti sui quali si sia già scritto altrove. Questo, probabilmente, a Terni non era noto, ma sarebbe bastato chiedere informazioni prima. Quello che è indubbio è che il danno che tutto il nostro lavoro ha ricevuto è notevole. Forse drammatico».

La rabbia Lo studioso milanese non nasconde la sua rabbia: «Io, e qui lo sanno tutti, a Terni ho dato due anni di vantaggio su tutti. Senza chiedere nulla in cambio, se non la possibilità di lavorare in tranquillità. Ma, la vicenda è ormai nota, tra silenzi, perdite di tempo e polemiche speciose, è avvenuto l’esatto contrario. E ora, proprio alla vigilia di un riconoscimento decisivo come quello della pubblicazione sul ‘Bollettino d’Arte’ e del convegno di Firenze, succede questo. Davvero non so più come dirlo: se Terni non abbandona questo approccio provinciale (la primogenitura non è frutto di chi scriva prima qualcosa, ma di quanto autorevole è il luogo di divulgazione) è destinata a soccombere definitivamente».

Elisabetta David

Il dispiacere «Grande dispiacere per quello che Tomìo definisce un ‘grave cortocircuito’» è stato espresso dal direttore dell’Archivio di Stato di Terni, Elisabetta David, che insieme a Roberto Lorenzetti dell’Archivio di Stato di Rieti, si è nel tempo adoperata molto per dare risalto alla scoperta. «Non posso esprimermi su cosa sarebbe stato giusto fare o non fare perché non è mia competenza, ma capisco e condivido il dispiacere di Tomìo per questo spiacevole disguido».

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