di Fra.Tor.
«Il 12% delle famiglie italiane ricorre a prestiti non convenzionali. In Umbria il giro d’affari tocca tocca i 700 milioni di euro». A lanciare l’allarme la Uilca Umbria (Uil credito, assicurazioni e esattorie) e la Fondazione umbra contro l’usura, prendendo spunto dalla pubblicazione recente di uno studio dell’Eurispes dal quale emerge che il territorio della provincia di Terni è particolarmente esposto a fenomeni di usura.
L’usura in Umbria «In Umbria, secondo dati Istat, ci sono 251 mila nuclei familiari, di cui 185 mila a Perugia e 65 mila a Terni. Ciò significa che si possono stimare circa 8 mila famiglie che in provincia di Terni sono potenzialmente esposti al rischio di usura», ha spiegato Gino Venturi, segretario Uil Terni. «L’indice di permeabilità all’usura sul territorio calcolato dall’Eurispes per Terni è di 47,72, il peggiore fra le 18 province della macro regione ‘Italia di mezzo’. Perugia è, invece, a 35,79». A causare questo aumento «sicuramente la crisi economica, ma anche i nuovi stili di vita, le ludopatie, la malavita e la chiusura del credito dei canali bancari».
700 milioni di euro Il giro d’affari che riguarda le famiglie ternane «è di 176 milioni di euro – ha sottolineato Luciano Marini, segretario Uilca Umbria -, aggiungendo le imprese la cifra arriva a toccare i 200 milioni. Aggiungendo le cifre calcolate nel perugino, comprese le imprese, il giro d’affari in Umbria è di 700 milioni di euro. I numeri, purtroppo, sono in continua crescita».
L’appello Marini, a questo punto ha voluto lanciare un appello direttamente al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo: «Il Comune di Terni è uscito dalla Fondazione antiusura, dopo averne fatto parte per anni, non è possibile che una città come Terni, dopo i dati che abbiamo appena potuto vedere dall’indagine Eurispes, non faccia parte di questa istituzione».
L’INTERVISTA AD ALBERTO BELLOCCHI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE – IL VIDEO
La Fondazione Nel 90% dei casi la Fondazione antiusura si occupa di prevenzione, «tutti coloro che sono a rischio di cadere in mano agli usurai – ha spiegato il presidente Alberto Bellocchi – possono ottenere da noi una fideiussione per un prestito bancario che risolve i loro problemi. Per nostro regolamento, però, l’intervento deve essere fatto al 100%, cioè deve essere un intervento che risolve tutti i problemi e per questo, prima di fare l’intervento garantiamo un tutoraggio legale per trovare il sistema migliore per intervenire».
Cosa fare? La Uilca e la Fondazione chiedono, quindi, «un aiuto concreto da parte delle fondazioni ex bancarie, la costituzione di un soggetto microcreditizio strutturato a livello regionale aperto alla partecipazione dei vari soggetti istituzionali, sociali, economici e la chiesa e una maggiore sensibilizzazione finanziaria alla corretta gestione del denaro».