Nuclei familiari con bambini da zero a tre anni, donne sole con figli piccoli e giovani coppie in attesa di un bambino: sono i destinatari di un provvedimento della Regione Umbria che ha stanziato 30 mila euro in aggiunta ai 123 mila provenienti dalle risorse del Fondo nazionale per le politiche della famiglia.
Le linee guida «L’idea – ha spiegato l’assessore Luca Barberini – è quella di promuovere azioni di sostegno socio-economico, in base alle soglie Isee definite da regolamenti comunali o zonali, e anche attraverso progetti territoriali, attivati dalle varie Zone sociali. Tra le azioni previste sono ricompresi buoni acquisto di beni per la prima infanzia, interventi di sostegno e facilitazione alla costruzione di una positiva relazione tra madre e figlio, campagne informative sugli strumenti di sostegno alla natalità e alle responsabilità genitoriali e il potenziamento delle misure già messe in atto dallo Stato in questo ambito».
I numeri Illustrando il provvedimento l’assessore ha ricordato che «in Umbria, come accade da molti anni in Italia, il movimento naturale della popolazione è negativo e la variazione nel 2014 è stata di -3,2 per mille abitanti, un valore negativo tra i più alti d’Italia. Sempre nel 2014, il tasso di natalità è stato di 7,8 per mille abitanti, con un decremento costante dal 2010, mentre registra valori più alti sia in Italia (8,3) sia nel Centro del Paese (8,2). La provincia umbra con la natalità più bassa è Terni, con un tasso di 7,2 per mille, mentre Perugia registra l’8,1 e l’incremento demografico, in Italia come nella nostra regione, deriva soprattutto dalla presenza di immigrati. Nel 2014, il tasso di fecondità totale in Umbria è stato di 1,26 per le donne ‘autoctone’ e di 1,62 per le straniere, per le prime l’età media del primo parto è di oltre 32 anni, mentre per le donne provenienti da altri paesi di circa 28».
Invecchiamento L’assessore Barberini ha inoltre evidenziato come «la forte contrazione delle nascite, sotto il livello di una fisiologica sostituzione delle generazioni, insieme all’aumento della durata della vita, aumentino la proporzione degli anziani determinando, di conseguenza, l’invecchiamento della popolazione. L’indice di vecchiaia dell’Umbria infatti, calcolato secondo il rapporto tra over 65 e under 14, è passato dal 61 per cento registrato all’inizio degli anni Settanta, al 189,3 per cento nel 2015. Un valore molto elevato, se confrontato con l’Italia (157,7 percento), il Centro (169,3 per cento) e, soprattutto, il Sud (139,3 per cento). In questo quadro – ha concluso Barberini – come rilevato anche nel nuovo Piano sociale regionale in fase di approvazione definitiva, è importante sostenere le famiglie e aumentare le azioni integrate per il supporto alla genitorialità».