Metro Terni-Cesi: «Gli uffici non sanno nulla»

Umbria, l’assessore regionale Enrico Melasecche dopo l’ultimo question time: «Per ricostruire l’accaduto sto cercando i dirigenti andati in pensione. L’opera va ricantierizzata»

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250 milioni di euro per riattivare la tratta ferroviaria ex Centrale Umbra fra Ponte San Giovanni e Terni e un ‘buio’ di quelli preoccupanti per il completamento del progetto di ‘metropolitana di superficie’ Terni-Cesi. I dati sono emersi nell’ultimo question time in consiglio regionale e a fornirli – su richiesta dei consiglieri Peppucci (prima firmataria), Alessandrini, Mancini, Carissimi, Rondini, Pastorelli, Nicchi e Fioroni – è stato l’assessore alle infrastrutture e trasporti Enrico Melasecche. Focus sul servizio ex-Fcu sospeso il 12 settembre 2017 per permettere l’esecuzione dei lavori necessari a rendere l’infrastruttura efficiente e sicura.

METRO TERNI-CESI: «C’È L’IPOTESI RILANCIO»

Enrico Melasecche

Metro Terni-Cesi: «La struttura regionale sembra non saperne nulla»

A colpire, fra le parole di Melasecche, è questo passaggio sull’eternamente incompleta Terni-Cesi: «Stiamo cercando la pratica: nonostante i milioni spesi sembra che la struttura regionale non ne sappia nulla. Bisogna riprendere l’iter previsto già venti anni fa». L’assessore, interpellato, spiega meglio il senso di quelle parole: «Quando ho chiesto notizia – spiega – nessuno sapeva darmi risposte. Rete Ferroviaria Italiana che gestisce oggi la rete Fcu non ne sa nulla. Cosa vuol dire? Che nel turnover dei dirigenti regionali e considerate le vicende drammatiche che hanno interessato Umbria Mobilità che inglobava la ex Fcu, sembra ad oggi che da qualche anno non ci sia più in servizio chi se ne è occupato né c’è chi se ne sta occupando. Sto ricercando dirigenti in pensione – dice l’assessore regionale – per ricostruire l’accaduto e soprattutto verificare se esistono fondi disponibili per portare a conclusione l’infrastruttura, anche perché grida vendetta che per un’opera gemella alla Perugia Sant’Anna – Ponte San Giovanni, finanziata ed in fase ormai avanzata, al momento regni il buio. Dopo lavori in corso da oltre vent’anni ed un disinteresse grave da parte di chi, eletto in Regione, avrebbe dovuto controllare e sollecitare, la metropolitana di superficie va ritirata fuori dai cassetti, verificata e ricantierizzata». Al momento le nebbie avvolgono anche l’ammontare dei soldi sin qui spesi: «Sto cercando anche questi numeri – afferma Melasecche – per ricostruire i vari appalti con le relative date. Il primo appalto da parte della Regione ci fu quando ero assessore con Ciaurro sindaco a Terni… una generazione fa».

SCEMPIO TERNI-CESI: PERCHÈ NON RIPENSARLA?

La situazione

Sui temi generali della rete ferrovia regionale, l’assessore ha spiegato che «con la presidente Tesei già siamo stati a Roma per incontrare Rfi e per numerosi altri incontri tecnici riguardanti un protocollo complessivo di tutte le infrastrutture ferroviarie in questione, con cronoprogrammi precisi per evitare quanto avvenuto in passato. Abbiamo incontrato i ministri De Micheli e il vice ministro Cancelleri». Nel dettaglio: «Il tratto che interessa Sansepolcro è da rifare completamente, per un importo di 46 milioni di euro. Altri 9 milioni per la messa in sicurezza della tratta Città di Castello – Perugia dove si deve arrivare anche a una velocità più adeguata, 70 chilometri orari come la media commerciale. Stiamo anche sollecitando il ministero per fare in modo che la tratta Sansepolcro – Perugia diventi di interesse nazionale, per facilitare i finanziamenti. Per riaprire la tratta Perugia Ponte San
Giovanni – Terni occorrono invece 250 milioni, tutte le infrastrutture sono da rifare, le traversine sono fradicie. Finanziamenti che verranno assegnati a Rfi ma nella fase intermedia, con 66 milioni di quei 250, c’è l’obiettivo di ricostruire la linea per poterla intanto riaprire, come avvenuto per la tratta Castello – Perugia. Per il collegamento Perugia Sant’Anna – Ponte San Giovanni, i lavori sono finanziati e la conclusione prevista entro un anno e mezzo o due».

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