Metro Terni-Cesi: «C’è ipotesi rilancio»

Il funzionario Giammari, stuzzicato da Angeletti sull’abbandono della linea, ha aggiornato lo stato dell’arte: «Confronto con Rfi per creare collegamento fino a Marmore»

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di S.F.

Stato di abbandono, degrado, siringhe – basta dare un’occhiata nemmeno troppo accorta alla stazione Cardeto, lungo via Bramante – , spreco di denaro pubblico, utopia. Tutto ciò che su due piedi può venire in mente quando si parla della metropolitana di superficie Terni-Cesi: il progetto è del 2000 e tra pochi mesi si festeggerà il ventennale del nulla, visto che non è mai entrata in funzione. Basti pensare che l’inaugurazione era prevista il 14 febbraio 2003 dopo lavori per un costo di 19,5 milioni di euro: del tema se ne è parlato di sfuggita venerdì in I° commissione consiliare e ad aggiornare il quadro della situazione è stato il funzionario tecnico Walter Giammari, sollecitato da un Paolo Angeletti alquanto incuriosito dal sapere che cosa abbia in mente il Comune su questo fronte.

COLLEGAMENTO CICLABILE RIVO-TERNI: SERVONO ALMENO 300 MILA EURO

Non mancano le siringhe nelle stazioni abbandonate

Stazioni nel degrado

Tecnicamente il servizio ferroviario suburbano di Terni avrebbe dovuto collegare Cesi alla città con numerose fermate durante un tragitto da sette chilometri: Muraiole, Fosso Canale, Mandorlo, Macinarotta, Pernice, Rivo, Cerqueto, Ponte le Cave e Cardeto. Tutte – chi più e chi meno – in condizioni di degrado, a partire dal verde ‘invadente’ che nasconde i binari. Di annunci caduti a vuoto – senza ripercorrere per filo e per segno una storia più che nota – ce ne sono stati assai: ‘sparate’ di apertura nel 2008, 2009 e, successivamente, «non prima del 2017». Sappiamo come è proseguita la storia, a tal punto che la Corte dei conti aveva ipotizzato un danno erariale di 5 milioni per il ritardo nell’ultimazione dell’opera.

SCEMPIO TERNI-CESI: «PERCHÉ NON TRASFORMARLA?»

L’ingresso

Rfi e il presente

Non siamo all’Abc ma poco ci manca in definitiva. L’ultima volta che l’ex assessore regionali ai trasporti – la palla passa ora ad Enrico Melasecche, vedremo che dirà in merito – Giuseppe Chianella ne parlò a Terni in via pubblica fu il 17 gennaio 2018: «Il progetto prevedeva il potenziamento della tratta Terni-Cesi con raddoppi selettivi in alcune stazioni e rimangono risorse per cinque milioni da utilizzare. Se tutto si sblocca la questione si potrebbe definire nel 2020». Di mezzo anche il capitolo Piano regolatore generale ed espropri nell’area dell’ex Tulipano, poi chiusa due mesi dopo con la nota del Comune a Umbria Mobilità. Il quadro tuttavia è cambiato ancora perché da marzo 2019 la gestione dell’ex Fcu è in mano a Rfi. Per il Comune nuovo interlocutore dunque.

METRO TERNI-CESI, STAZIONI UTILI AL ‘BUCO’

La fermata di Ponte Le Cave

L’idea

In commissione il consigliere di Terni Immagina ha chiesto a Giammari info sulla faccenda. «Bene parlare del Pums, ma della metropolitana di superficie Terni-Cesi che si sa?». Domanda ‘fuori tema’ ma non troppo in realtà, visto che a dicembre la giunta il Piano. E il titolare della posizione organizzativa di direzione dell’ufficio mobilità non si è tirato indietro: Nel Pums è previsto uno studio sul ferro e abbiamo inserito la metropolitana di superficie Terni-Narni con stazione intermedia la piattaforma logistica. In questo modo avremmo sia il collegamento a disposizione dei pendolari che per il trasporto merci». E fin qui ci siamo. Ma l’opera di cui si parla da quasi un quarto di secolo: «Per quel che riguarda la tratta ex Fcu abbiamo colto – ha evidenziato – l’opportunità del passaggio di gestione a Rfi per fare un passo in più e dire ‘perché non utilizzarla insieme alla Terni-L’Aquila-Sulmona per creare la linea Cesi-Marmore?’. Consentirebbe di coinvolgere sia la parte nord che sud della città». Molto complicato.

«FORSE SI DEFINISCE ENTRO IL 2020»

La stazione Cerqueto (foto archivio)

Il problema

In primis i fondi, ovviamente. E già di questo di per sé è un discreto blocco. Poi un altro di natura tecnica: «L’ostacolo più grande è collegare le due linee che arrivano al 1° e 5° binario, non c’è spazio per fare l’attraversamento e non so sinceramente quale possa essere la soluzione. In definitiva vogliamo rilanciarla impiegandola insieme alla Terni-Sulmona». A proposito di soldi: «Per il punto intermedio alla piastra logistica – si torna al progetto legato invece a Terni-Narni – pare che vogliano una stazione computerizzata e automatizzata. Con costi che saltano verso l’alto». È lunga. E visto il precedente difficile immaginare che possa diventare realtà.

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