Narni, uno Stinchelli per la ‘nuova’ Elettro

Si tratta di Luca, manager che ha lavorato all’Ast di Terni – sia nel periodo Ilva che in quello ThyssenKrupp – ed a cui sarà affidato il ruolo di direttore generale

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Quello degli Stinchelli, a Narni, è un cognome che conta. La famiglia vanta una storia ed una tradizione importante e, forse anche per questo, pare proprio che toccherà ad uno che porta quel cognome pesante, prendere in mano la situazione nel nuovo capitolo della lunga storia di quella che è stata l’Elettrocarbonium.

Direttore generale Perché GoSource-Sangraf avrebbe intenzione di affidare il ruolo di direttore generale dello stabilimento narnese – che dovrà tornare a produrre elettrodi di grafite per forni elettrici delle acciaierie – a Luca Stinchelli, manager di prestigio e, tra le altre cose, nipote di quell’Enzo Stinchelli, ex giornalista Rai, che per i cittadini narnesi è una specie di istituzione. 

Si presenta Lui, Luca Stinchelli, si presenta così: «Dopo aver conseguito una laurea in economia e commercio, ho iniziato il mio percorso lavorativo all’Ilva-Acciai Speciali Terni. La ventennale permanenza in tale azienda, divenuta nel corso del tempo ThyssenKrupp-Ast, mi ha permesso di acquisire numerose esperienze con vari gradi di responsailità, nei diversi settori aziendali: Marketing-Commerciale, Controllo di gestione e Acquisti in ambito multinazionale. Il solido background operativo e commerciale maturato, mi ba consentito nel 2012 di intraprendere una nuova sfida professionale entrando in Nichel Leghe SpA, società operante nel campo della trasformazione e commercializzazione di materie prime, con il ruolo di Amministratore Delegato e Direttore Generale. In veste di Direttore Generale (è rimasto in quell’azienda fino al 2016; ndr) ho ricoperto la responsabilità della funzione commerciale con il compito di definire le strategie e i target, assicurando l’attuazione di tali strategie ed il raggiungimento dei predetti target».

La storia Lo stabilimento narnese, quando era nelle mani di Sgl Carbon aveva interrotto le produzioni il 13 febbraio del 2014, e 17 mesi mesi esatti più tardi, il 13 luglio del 2015, gli impianti erano stati rimessi in marcia – dalla M2I, che aveva scelto di ridargli, evocativamente, il vecchio nome di Elettrocarbonium – per andare poi subito incontro ad una serie di difficoltà che avevano portato al nuovo stop, a violente polemiche politiche e sindacali ed anche a contenziosi legali, culminati il 22 settembre del 2016, con la ‘riconsegna delle chiavi’ al liquidatore.

Le trattative Poi, dopo aver esaminato una serie di possibili soluzioni, la scelta era caduta su GoSource-Sangraf che, secondo l’annuncio fatto da Wei-Ming Shen di GoSource, «prevede un investimento di 23 milioni di euro, da realizzarsi nell’arco di un massimo di 36 mesi. A conclusione del percorso è prevista una capacità produttiva di 30.000 tonnellate annue, con l’occupazione che si attesterebbe tra i 100 e i 120 addetti complessivi. L’obiettivo è quello di aumentare le vendite tra gli attuali clienti e la ricerca di nuovi. Il momento attuale è propizio in quanto la chiusura di diversi stabilimenti di produzione di elettrodi nel mondo, ha ridotto l’offerta disponibile sul mercato. Per questo è necessario velocizzare, il più possibile, le operazioni arrivando quanto prima alla produzione».

Invitalia I nuovi proprietari dovrebbero presentare un piano finanziario relativo al progetto al fine di verificare la possibilità di inserimento nel bando che Invitalia predisporrà, presumibilmente a gennaio, in relazione ai fondi previsti con il riconoscimento di ‘Area di crisi complessa’ per Terni e Narni.

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