Speranze tradite per chi ha un negozio in un centro commerciale

Chiusure confermate nei festivi e prefestivi per chi ha un negozio ‘non food’ – e poche altre categorie – nei centri commerciali. Delusione palpabile fra i titolari

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La ‘staffetta’ no, quella fra il Dpcm del 3 novembre, le ordinanze della presidente della Regione e quindi il nuovo Dpcm del 3 dicembre – quello ‘natalizio’ – non se l’aspettavano. O meglio, speravano che almeno per Natale e le festività ci fosse un allentamento delle misure.

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Le indiscrezioni: negozi riaperti, ma solo fuori dai centri commerciali

Che invece non c’è stato e va detto che le Regioni possono solo ‘stringere’ – non consentire più libertà – rispetto ai provvedimenti nazionali. Parlare di beffa, quando c’è di mezzo una situazione sanitaria che, pur migliore, continua a presentare numeri non certo belli né piacevoli da leggersi, è forse troppo. Ma delusione senz’altro sì: quella dei negozi ‘extra food’ – e non compresi neppure fra farmacie, tabacchi, sanitarie, edicole e fiori/piante – presenti all’interno di centri/parchi/gallerie commerciali o – come le definisce la presidenza del Consiglio – ‘aggregazioni commerciali’.

Tradite le aspettative di rilancio natalizio

Infatti anche sotto Natale, e anche di più visto che la misura va dal 4 dicembre al 15 gennaio, nei giorni festivi e prefestivi dovranno restare tassativamente chiusi. Se da un lato, negli altri giorni possono beneficiare di un ‘giro’ ed una visibilità – che ha comunque un costo – che altri negozi probabilmente non hanno, queste attività presenti nei centri commerciali (dall’abbigliamento ai parrucchieri, dall’oggettistica alle profumerie e via dicendo) rischiano seriamente di perdersi per strada buona parte degli affari natalizi.

Le conseguenze economiche

Un colpo duro per un comparto che continua a pagare così la propria presenza in luoghi altamente frequentati: dal negoziante singolo alla catena in franchising, si parla sì di guadagni ma pure di lavoro per il personale impiegato. Un rompicapo affatto semplice da sciogliere ma che dà la netta sensazione di una disparità che, per chi gestisce e lavora in queste attività, è difficile da mandar giù.

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