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Home » Nera Montoro: «Alla centrale così non va»

Nera Montoro: «Alla centrale così non va»

di Fabio Toni
8 Febbraio 2018
in Apertura 5, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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Si fanno sentire i lavoratori di Engie, operativi presso la centrale elettrica di Nera Montoro (Narni) presso Alcantara, per dire ‘no’ alla decisione dell’azienda di voler recedere dai contratti nazionali elettrico e acqua-gas. Una questione nazionale ma che rischia, secondo i lavoratori, di produrre effetti nefasti anche nella realtà ternana.

Perplessità «In passato – affermano – siamo stati già oggetti di molte scelte dell’azienda piuttosto discutibili, che hanno sempre coinvolto il personale in modo negativo. Tali decisioni, tra l’altro, come non ultima questa di dare disdetta al contratto, è stata presa in modo unilaterale e dopo ‘assicurazioni’ rilevatesi poi disattese. Anche per questo non siamo per nulla fiduciosi sulle rassicurazioni dell’azienda che il livello retributivo attuale non subirà variazioni di alcun genere».

«Non si firmi alcun accordo» «Il contratto metalmeccanico, oltre a non rispecchiare la nostra professionalità, la nostra attività lavorativa, nonché la libera concorrenza settoriale, è molto più basso economicamente sia nella parte fissa, sia in tutte le parti variabili relative ai trattamenti, sia nei welfare, sia negli istituti. Siamo fiduciosi che le segreterie nazionali delle categorie metalmeccaniche comprendano il nostro stato e quindi non intraprenderanno in questa fase di lotta accordi di alcun genere con l’azienda per gestire ciò che ci coinvolge».

«Ripristinare un clima di fiducia» «Siamo consapevoli degli interessi di business attuali e possibili futuri che la nostra centrale ricopre – scrivono i lavoratori -, per questo ci rendiamo disponibili a riprendere il percorso negoziale già iniziato dalle segreterie nazionali per le armonizzazioni dei trattamenti, ponendo ferma la condizione della permanenza nei nostri attuali contratti nazionali. I lavoratori di Nera Montoro sono pronti a manifestare il proprio dissenso nelle modalità condivise dalle segreterie nazionali, chiedendo all’azienda di tornare indietro rispetto alla disdetta unilaterale, auspicando che si possa ripristinare un clima di fiducia tra le parti».

I sindacati «La situazione – la nota a firma Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – che si è generata all’interno del gruppo Engie, e che riguarda anche i lavoratori della centrale di Nera Montoro presso il sito Alcantara, con la disdetta unilaterale del contratto collettivo di lavoro è a dir poco paradossale. Nemmeno nei nostri peggiori incubi avremmo potuto immaginare qualcosa del genere. La fuoriuscita dal contratto elettrico, infatti, non significa per i lavoratori soltanto la perdita di reddito e contributi, ma anche, se non soprattutto, il mancato riconoscimento delle proprie professionalità. Professionalità che non possono certo essere rappresentate dal contratto metalmeccanico che, oltre a non prevedere adeguati livelli di inquadramento economico, non prevede una normativa adatta in termini di organizzazione e sicurezza del lavoro. Solidarietà e vicinanza ai lavoratori Engie che hanno già avviato il blocco degli straordinari e che il 16 febbraio fermeranno la centrale di Nera Montoro per l’astensione totale dal lavoro. L’obiettivo – concludono le tre sigle – resta quello di riaprire le trattative per ripristinare il contratto collettivo nazionale di lavoro elettrico».

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