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Home » Non autosufficienza: «Il piano in Umbria è fallimentare»

Non autosufficienza: «Il piano in Umbria è fallimentare»

di Francesca Torricelli
28 Maggio 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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«Mercoledì in un surreale incontro sulla questione del Piano regionale integrato della non autosufficienza, la Regione Umbria si è presentata dinanzi alle associazioni e alle sigle sindacali senza uno straccio di documento mostrando alcune slide in cui si annunciavano decisioni già prese. Coletto sceglie quindi di non confrontarsi con le persone con disabilità e manda avanti i funzionari per comunicare decisioni calate dall’alto dalla giunta Tesei». È quanto scrive il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Thomas De Luca.

De Luca: «Modalità che ci riporta indietro di 20 anni»

«Si ripete una procedura già attuata – aggiunge il consigliere regionale – nel Comune di Terni mesi fa, che ha portato al caos dei voucher con i quali ancora oggi si stanno vivendo disagi e disservizi. Proposte fallimentari senza mettere in campo le adeguate risorse, senza mettere al centro la presa in carico globale e il progetto individuale, che porteranno inevitabilmente allo smantellamento e alla ‘badantizzazione’ dei servizi. Una modalità che ci riporta indietro di 20 anni che e ci allontana dall’obiettivo di una vera libertà di scelta. Non solo, quanto enunciato è in contrasto con il decreto legge del 5 febbraio 2020 che prevede equipe multidisciplinari, ma non è stata spesa mezza parola sugli strumenti di valutazione che useranno le equipe multidisciplinari per fare i progetti individuali. Le cifre dell’assistenza vengono date non rispetto ai bisogni alla base del progetto di vita ma in base all’Isee e al carico familiare. Inoltre dai dati emersi si evince uno smantellamento dei centri semi-residenziali e di altri servizi in cambio di cifre irrisorie che vanno dai 400 euro fino agli 800. Per i gravissimi si scende dai 1200 euro agli 800. Resta anche il nodo di comprendere, come avviene in altre regioni, se l’accesso a questa forma di assistenza diretta precluda l’accesso ad altri tipi di assistenza in toto o in parte. Per quanto ci riguarda siamo già con il piede di guerra per dare battaglia dinanzi l’ennesimo atto di prepotenza di un centro destra che dimostra ancora una volta come sono finte le rivoluzioni annunciate in campagna elettorale».

I gruppi consiliari del Movimento 5 stelle, del Pd e di Senso civico del Comune di Terni

Anche i gruppi consiliari del Movimento 5 stelle, del Pd e di Senso civico del Comune di Terni intervengono sull’argomento evidenziando come ci sia «il serio rischio dello smantellamento dei diritti delle persone con disabilità. L’assessore comunale al welfare Ceccotti si svegli dal torpore e faccia sentire la voce della città di Terni contro il piano nefasto della giunta regionale Tesei. Lo faccia prendendo le distanze sia dalla sostanza che dalla modalità, anch’essa inaccettabile in quanto non risulta alcun confronto con i territori. Guardiamo con molta preoccupazione a quello che sta avvenendo in Regione rispetto al tema dei fondi legati al Piano regionale integrato non autosufficienza, interventi che mercoledì dalla Regione Umbria hanno palesato ad associazioni delle persone con disabilità e sigle sindacali. Da sottolineare l’assenza dell’assessore al ramo, il veneto Coletto».

«Un caos annunciato»

Un incontro, aggiungono, «in cui non è stato fornito alcun documento ma solo alcune slide, in cui si è parlato esclusivamente di risorse senza spendere una parola sui progetti di vita delle persone con disabilità, sull’equipe multidisciplinare, sui parametri di valutazione degli interventi. Senza la consapevolezza di come le azioni proposte andranno a creare reazioni a catena che famiglie e servizi non saranno in grado di gestire. Dimostrando l’incapacità di passare dal sistema di protezione ad uno che riconosce i diritti. Un caos annunciato. Con lo specchietto delle allodole di una pseudo libertà di scelta, in cambio di cifre che si aggirano da un minimo di 400 ad un massimo di 800 euro si andrà probabilmente ad intaccare profondamente la rete dei servizi senza aver disposto un’alternativa all’altezza della situazione. Si inguaiano i comuni che dovranno trovare risorse per mandare avanti realtà come i centri diurni almeno che non si voglia farne a meno».

«Lega e centrodestra disastrosi»

Le cifre dell’assistenza «a quanto pare non verranno date in base ai bisogni e al progetto di vita, ma in base all’Isee e al carico familiare. Va sottolineato che per i soggetti gravissimi la cifra elargita scenderà dai 1200 euro agli 800. Senza che sia chiaro se l’accesso a questo tipo di assistenza limiterà come avviene quasi ovunque l’accesso ad altri servizi e prestazioni. Uno scenario verosimile visto che la sovrapposizione dei servizi taglierebbe fuori una moltitudine di persone a vantaggio di altri. In questi giorni – concludono – alcune associazioni hanno denunciato come a Terni rispetto alla gestione del welfare ci sia troppa continuità con il passato. A questa denuncia va aggiunto da parte nostra che quando la Lega ed il centrodestra cercano di cambiare qualcosa lo fanno in modo disastroso, con arroganza, spacciando decisioni calate dall’alto come confronto, senza avere la minima consapevolezza dei danni che si vanno a fare alle famiglie e alle persone».

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