Norcia, reperti archeologici trafugati

Erano stati usati per ‘abbellire’ una casa privata, ma i carabinieri li hanno scoperti: denunciata una donna

Condividi questo articolo su

Erano finiti a fare da decoro in un’abitazione privata di Norcia, ma sono unidici reperti architettonici di epoca romana che potrebbero avere un certo valore storico. Sono stati recuperati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze.

I reperti L’operazione è stata condotta a seguito di una segnalazione della Soprintendenza archeologica dell’Umbria, avvenuta a dicembre 2014. I reperti, provenienti da strutture archeologiche di tipo monumentale del II-III secolo d. C., tanto da avviare le procedure di dichiarazione d’interesse culturale, erano stati rubati il 1° maggio del 2003, all’interno delle Catacombe di San Callisto di Roma ed erano parti di un sarcofago frammentario con scene di caccia di eccezionale.

Le catacombe Sorte verso la fine del II secolo, dove trovarono sepoltura più di cinquanta martiri e sedici Pontefici, fanno parte di un importante complesso cimiteriale che occupa 15 ettari e raggiungono una lunghezza di quasi venti chilometri. Il sarcofago risalente al III secolo d. C. è collocato in prossimità di quella che è ritenuta la basilica di Papa Damaso, tratto di galleria non accessibile al pubblico e situata in prossimità di via Appia Antica.

Le verifiche A confermare ai militari del Nucleo tutela patrimonio culturale la provenienza dei frammenti recuperati sono stati i funzionari della Pontificia commissione di archeologia di Roma, competente sulla base dei patti Lateranensi per la custodia e la tutela delle catacombe cristiane, che, appunto, nel 2003 denunciarono il furto.

Le denuncia La procura della Repubblica presso il tribunale di Spoleto avuta conferma della provenienza dei frammenti, ha autorizzato la Pontificia commissione ad eseguire, a fine dicembre, alla presenza dei carabinieri del Nucleo di Firenze, della tenenza di Norcia e dei funzionari della Soprintendenza archeologica dell’Umbria, la rimozione degli 11 reperti e consentirne il successivo sequestro. La proprietaria dell’immobile, una donna romana sessantenne, è stata indagata per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e per violazioni in materia di ricerche archeologiche. I reperti dissequestrati sono stati riconsegnati mercoledì mattina ai funzionari della Pontificia commissione archeologica.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli