Cresce lo stato di tensione intorno ad Acciai Speciali Terni. Con febbraio che procede a passo spedito e senza ulteriori aggiornamenti sullo stato dell’accordo di programma, la confusione è tanta, i nervi si fanno sempre più tesi e ora si prospetta un pacchetto di otto ore di sciopero per il mese di marzo, qualora non ci sarà «un’accelerazione positiva» del percorso che dovrà portare alla firma dell’intesa.
Ad annunciarlo sono state Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl al termine dell’incontro (a tratti infuocato, riferiscono più fonti) di venerdì mattina che si è tenuto presso i locali della Regione, presenti l’assessore regionale allo sviluppo economico, Francesco De Rebotti – e non la presidente Stefania Proietti come inizialmente annunciato -, l’omologo in Comune Sergio Cardinali, il sindaco di Terni Stefano Bandecchi e il presidente della Provincia, Francesco Maria Ferranti.
Un incontro sollecitato dalle stesse organizzazioni sindacali per chiedere «un primo chiarimento tra i livelli istituzionali», ma che – al di là dell’auspicio all’unità di intenti – avrebbe fatto emergere tensioni e contraddizioni, mentre si prospetta una nuova mobilitazione dei lavoratori.
I sindacati spiegano di non riconoscere «ulteriori slittamenti delle date annunciate dal ministro Adolfo Urso che ha individuato per la fine di febbraio 2025 l’iter per la sottoscrizione dell’accordo di programma. Abbiamo chiesto, inoltre, di conoscere il contenuto dell’accordo di programma per come ci è stato annunciato in questi tre anni con il dettaglio del piano industriale, ambientale e sociale. L’assessore De Rebotti ci ha comunicato che non conosce il contenuto dell’accordo di programma e che negli uffici non risultano atti amministrativi che lo riguardano. Da parte della Regione ci sono possibili soluzioni che accompagnano il percorso fino al 2029 e che il governo sta lavorando sulla proposta che l’azienda ha avanzato in termini di costi energetici. Da interlocuzioni istituzionali si evince anche che i possibili finanziamenti pubblici possono essere rivisti sia nella misura che negli strumenti, cosa che avevamo percepito anche nella riunione al Mimit del 9 ottobre 2024, nonostante smentito da tutti gli attori in quella sede. Il sindaco di Terni, invece, ha annunciato che l’accordo di programma lo ha discusso appena trovata la soluzione sulla discarica che inizialmente precludeva il percorso e che altri dettagli non sono potuti essere discussi per espressa volontà dell’azienda. Stefano Bandecchi ha anche annunciato che nell’accordo sulla discarica è previsto un aumento dei livelli occupazionali e che sarà esigibile solo se si sottoscrive l’accordo di programma nel suo complesso. Su nostra sollecitazione il sindaco e l’assessore comunale si sono impegnati a fornirci il testo dell’accordo già sottoscritto. Nonostante la confusione e le contraddizioni si è arrivati ad una sintesi condivisa nelle quale tutte le istituzioni si sono impegnate a fare chiarezza sui tempi e sui contenuti dell’accordo di programma».
Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl hanno «richiamato per l’ennesima volta tutte le istituzioni alla massima condivisione e responsabilità nel bene comune e a difesa dei livelli occupazionali, della strategicità e sviluppo del sito industriale nei mercati globali» e per tutti questo motivi rilanciano «la totale ripresa dello stato di agitazione, anche in ragione della posizione espressa dall’azienda sulla possibilità di non mantenere i livelli occupazionali, questa è una condizione che ci trova totalmente contrari».
«Non è possibile – dicono – che dopo tre anni questo stato di indeterminatezza possa essere scaricato di nuovo sui lavoratori, che al netto degli investimenti fatti, oggi comunque subiscono una riduzione dei costi che impatta sull’organizzazione del lavoro dei diretti e dell’indotto. Nei prossimi giorni richiameremo i parlamentari nazionali eletti in Umbria e i parlamentari europei per verificare anche da questo punto di vista lo stato dell’arte, intanto, se non ci sarà una accelerazione positiva dei contenuti sopra descritti, come prima mobilitazione annunciamo un pacchetto di otto ore di sciopero da programmare entro il mese di marzo».
VIDEOINTERVISTA – PARLA IL SINDACO BANDECCHI: «AST, C’È UN GRAVE PROBLEMA SOCIALE»
In una nota, l’assessore regionale Francesco De Rebotti afferma che «come Regione chiederemo che vengano condivisi con le istituzioni, al più presto, i contenuti dell’accordo di programma, oggetto di una valutazione tra azienda, Mimit e Mase che dura da troppo tempo e che ha visto alternarsi al tavolo vari governi, amministrazioni comunali e regionali. I contenuti vanno partecipati anche alla comunità dei lavoratori dell’azienda e a quella territoriale e regionale. Entro fine mese, quindi, come garantito dal ministro Adolfo Urso nell’ultimo incontro al Mimit, l’accordo di programma, che dovrà contemplare e contenere anche le scelte strategiche assunte dalla Regione per ciò che attiene l’abbassamento dei costi dell’energia, a partire dal 2029, e quelle del Comune di Terni per quanto attiene la discarica, dovrà essere inderogabilmente siglato», L’assessore De Rebotti garantisce inoltre «il massimo dell’impegno per arrivare ad un risultato che deve necessariamente tutelare i livelli occupazionali e la prospettiva industriale di un’azienda che rappresenta il locomotore dell’economia del territorio del ternano e dell’intera regione, il tutto nel rispetto della scadenza del 28 di febbraio già da tempo concordata, prefigurando un impegno da parte di tutte le istituzioni per l’elaborazione di un nuovo patto di territorio che contempli l’ambito energetico, ambientale, sociale e contestualmente tratteggi un nuovo modello di sviluppo industriale per l’intera area territoriale in moda da vincere la sfida della transizione».
Per il presidente della Provincia di Terni, Francesco Ferranti, «è stato un incontro importante che ha evidenziato l’unità di tutte le parti, sia istituzionali che sindacali, coese, al di là delle differenze politiche, sull’importanza strategica di Ast e sulla volontà di non accettare un’eventuale mancata firma dell’accordo di programma i cui ritardi suscitano preoccupazione. Si è ribadita – prosegue Ferranti – la priorità che, a prescindere dalla questione dei costi energetici, l’accordo di programma venga firmato entro la fine di febbraio e ne venga reso noto il contenuto. In caso contrario si è convenuto sulla possibilità di forme di composta mobilitazione per ribadire la compattezza di questo territorio così come già avvenuto in passato. Positiva – aggiunge – è stata inoltre la coesione nel chiedere l’attuazione di alcuni punti strategici. Il mantenimento di un profilo internazionale del sito produttivo ternano, l’attuazione degli investimenti anche ambientali con la messa in sicurezza della discarica, per la quale c’è già un documento azienda-Comune di Terni, e misure su Prisciano, il potenziamento delle infrastrutture territoriali e la valorizzazione, a parità di costi, delle aziende dell’indotto locale. Condivisione inoltre su livelli occupazionali e produttivi con il mantenimento dei due forni e sulla strategicità di Ast a livello nazionale e internazionale».