Nuovo stadio Liberati: «Progetto fattibile ma con step precisi: facciamo chiarezza»

Il consigliere regionale (Lega) e avvocato Daniele Carissimi parla del progetto collegato ad una clinica privata: «Ciascuno ha compiti precisi»

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Fra chi in questi ultimi giorni sta provando a fare un po’ di ordine sulla vicenda del nuovo stadio ‘Liberati’ a Terni, c’è anche il consigliere regionale della Lega Daniele Carissimi. Con un lungo post su Facebook, l’avvocato ternano mette in fila alcune questioni che danno l’idea di come la procedura sia sì possibile, ma che richieda dei passi precisi ancorché ‘normati’ dalla legislazione in materia.

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L’analisi

«L’idea di un nuovo stadio a Terni piace a tutti – spiega Carissimi -, ma per evitare semplicistici entusiasmi e incanalarsi nel viatico delle possibilità legittime, è doveroso interrogarsi sulla fattibilità, sotto il profilo giuridico prima che politico, del progetto presentato dalla Ternana Calcio, che unitamente allo stadio prevede di costruire una clinica privata. Non vi è dubbio, quantomeno per quel che mi riguarda – prosegue il consigliere regionale -, che sono ultrafavorevole ad un’opera (lo stadio) che porta lavoro, imprenditoria, entusiamo e aggregazione sociale. Ma dato che sono un avvocato, prima di un soggetto attualmente impegnato in politica, non posso parlare (prima di promettere la sicura riuscita) di una cosa che non dovesse avere fondamento giuridico».

Il contesto legislativo

«Dobbiamo valutare infatti con prudenza i possibili ostacoli giuridici all’accoglimento della richiesta del presidente Bandecchi di realizzare, insieme allo stadio, una struttura sanitaria privata convenzionata quale opera accessoria finalizzata a garantire l’equilibrio dell’investimento complessivo. Vero è – osserva Daniele Carissimi – che le recentissime modifiche alla cosiddetta Legge degli Stadi (L. 147/2013) allargano le maglie delle possibili interpretazioni. In particolare, il 3 aprile 2021 è entrato in vigore il D.Lgs. n. 38/2021 (Misure di concentrazione, accelerazione e semplificazione) che abroga il comma 304 dell’art. 1 L. 147/2013 e che prevede che il documento di fattibilità presentato dal soggetto che intende costruire un impianto sportivo possa comprendere, ai fini del raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa o della valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali, economici, ambientali e di efficienza energetica, anche la costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, purché esse siano complementari o funzionali al finanziamento o alla fruibilità dell’impianto sportivo e si trovino in aree contigue».

I compiti del Comune di Terni

«Posto che la costruzione di una clinica privata convenzionata difficilmente può essere considerata ‘complementare’ all’impianto sportivo, essa può però risultare funzionale al finanziamento dell’impianto stesso e, in base al progetto, dovrebbe essere realizzata in area contigua. Ci sono quindi elementi che richiedono sì prudenza, ma non tali far ritenere l’opera esclusa dagli interventi suscettibili di applicazione del regime semplificato previsto dalla L. 86/2019 e dal D.Lgs. 38/2020. Per quanto riguarda il procedimento, tutta la prima fase è di competenza del Comune di Terni che, come riportato dall’assessore Salvati, ha già provveduto a nominare il responsabile del procedimento, creare i gruppi di lavoro, ottenere dalle direzioni comunali i pareri e le prescrizioni sul progetto, convocare la conferenza di servizi e assegnare a tutti il termine del 26 aprile per le risposte e i pareri richiesti. Gli step successivi sono la determina di presa d’atto, la delibera della giunta comunale con la proposta al consiglio comunale, la delibera del consiglio comunale prevista entro la metà di maggio».

I compiti della Regione Umbria

«Una volta ottenuta la dichiarazione di pubblico interesse e predisposto il progetto definitivo – spiega Carissimi -, la legge prevede che in presenza di atti di competenza regionale, il procedimento passi in mano alla Regione, la quale entro 15 giorni dovrà convocare la conferenza di servizi decisoria al fine di valutare l’istanza, a cui partecipano tutti i soggetti titolari di competenze in ordine al progetto presentato. In questa sede, al proponente potrà essere richiesto di modificare il progetto per superare eventuali criticità e saranno raccolti tutti i pareri degli enti interessati. Superato ogni ostacolo, sarà quindi la conferenza stessa, che si svolgerà in forma semplificata e in modalità asincrona, ad adottare, entro 90 giorni dalla presentazione del progetto definitivo, il provvedimento finale di approvazione del progetto. Provvedimento che, se positivo, sostituisce ogni autorizzazione o permesso necessario alla concreta realizzazione dell’opera principale (lo stadio) e di quella accessoria (la clinica) e che ne dichiara la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza. Di strada da fare ce n’è. Cercheremo di superare ogni ostacolo nel rispetto della legge per giungere all’obiettivo e ognuno farà la sua parte».

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