La procura di Terni ha chiesto il giudizio immediato per Amine Aassoul, il 29enne di nazionalità marocchina che lo scorso 12 marzo, in piazza dell’Olmo, ha aggredito e ferito a morte il ternano David Raggi (27), sgozzato con un pezzo di vetro, forse di un calice ‘sbeccato’.
La decisione Spetterà al giudice per le indagini preliminari Maurizio Santoloci, colui che ha finora vigilato sulle indagini e tutti i passaggi legali compiuti dal giorno dell’omicidio ad oggi, esprimersi nel merito della richiesta. La decisione è attesa per i prossimi giorni e l’esito – nel senso di un eventuale accoglimento dell’istanza formulata dal pm Raffaele Pesiri – appare abbastanza scontato.
Processo più vicino Si avvicina così a grandi passi il ‘giorno del giudizio’ per Amine Aassoul, attualmente detenuto nel carcere di Spoleto e accusato di omicidio volontario aggravato, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Non ci sarà alcuna udienza preliminare ed è plausibile ipotizzare che il suo legale difensore chieda il rito abbreviato, nel tentativo di evitare la pena massima.
Ultimo passo A prescindere dal contenuto della decisione, quello del gip Maurizio Santoloci sarà il suo ultimo passo nel contesto di un’indagine particolarmente delicata, su uno dei casi più tragici che si ricordino a Terni in epoca recente. Durante i vari passaggi, Amine Aassoul si è visto rigettare le istanze presentate dal suo legale per un’eventuale attenuazione della misura cautelare.
Nuove norme Dall’arresto ad oggi è quindi rimasto sempre in carcere: un fatto che potrebbe sembrare scontato, vista la gravità dell’accaduto, ma che probabilmente non lo era affatto. Non solo per le diverse possibili letture dell’accaduto, ma anche per gli effetti di una legislazione che – con l’ultima modifica al codice di procedura penale con il decreto ‘svuota carceri – tende ad individuare proprio negli arresti domiciliari, la misura a cui fare ricorso nella stragrande maggioranza dei casi.