Orvieto, due lavoratori ospedale positivi: parla la direzione

Apprensione nella città della Rupe per la situazione venutasi a creare al ‘Santa Maria della Stella’. Manzi: «Stiamo rispettando le norme»

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La positività di due persone, dipendenti Usl, che lavorano presso l’ospedale di Orvieto – non in ambito medico né infermieristico, ma di ‘servizio’ (non specifichiamo qui la mansione per non renderle identificabili, ndR) – ha creato una certa appresione, come se non bastasse quella portata dalla situazione di emergenza generale, fra coloro che lavorano al ‘Santa Maria della Stella’ o lo frequentano per qualsiasi motivo. Si tratta di due persone, una delle quali si trova ricoverata all’ospedale di Terni e l’altra posta in isolamento domiciliare coattivo, con cui diversi soggetti sarebbero entrati a contatto prima che ne emergesse la positività al tampone, soprattutto per ragioni lavorative ma anche riferibili all’attività specificamente svolta nel contesto del nosocomio orvietano. Anche per questo in tanti, in queste ore, si stanno chiedendo come mai chi ha avuto contatti con loro – ad eccezione del personale medico che, in base alle direttive emanate lo scorso 14 marzo, deve lavorare finché non insorgono sintomi da approfondire con il tampone – non è stato posto in isolamento fiduciario, per salvaguardare la loro e altrui ‘incolumità’.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Parla l’ospedale

Sul punto, anche per capre a che punto sia l’indagine epidemiologia relativa ai due casi, abbiamo interpellato la Usl Umbria 2 ed a rispondere è Pietro Manzi, direttore medico del presidio ospedaliero di Orvieto: «In merito a quanto segnalato – afferma il dottor Manzi – si ricorda che per quanto riguarda l’ospedale di Orvieto, come per tutta la Usl Umbria 2, ci si attiene per la sorvegliana sanitaria a quanto disposto dal decreto legge numero 9 del marzo 2020, articolo 7. Giornalmente viene ampliata la sorveglianza sanitaria in accordo e collegamento con il servizio di igiene pubblica e con il distretto sanitario di Orvieto, in relazione alla risposta dei tamponi che vengono eseguiti presso la struttura ospedaliera ed inviati all’istituto zooprofilattico e presso la microbiologia dell’azienda ospedaliera di Perugia. Quindi si allarga progressivamente la rosa dei soggetti su cui esercitare la sorveglianza stessa. Nelle aree in cui si sono riscontrati soggetti positivi – prosegue il direttore medico del ‘Santa Maria della Stella’ – si è proceduto alla disinfezione dei locali secondo le procedure aziendali. Per quanto attiene i due dipendenti si ricorda che gli stessi sono ‘incaricati di pubblico servizio’ e quindi in tal senso assimilati al personale sanitario, mentre il personale delle ditte di pulizia operante nella Usl Umbria 2 – è l’esempio citato dal direttore – è dotato dei dispositivi di protezione individuale che vengono forniti dalla società di appartenenza e viene tutelato attraverso il medico competente della ditta stessa che si tiene in rapporto con il servizio di igiene pubblica».

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