Tensione nel carcere di Orvieto (Terni) nella giornata di giovedì. A denunciare l’accaduto è il sindacato Sappe attraverso il proprio segretario nazionale per l’Umbria, Fabrizio Bonino.
«Violenza assurda»
«Ieri pomeriggio (giovedì, ndR) un detenuto italiano recluso nel carcere cittadino, per futili motivi legati alla possibilità di avere un colloquio con la dirigenza dell’istituto, peraltro molto carente nella gestione delle criticità relative sia al personale che ai detenuti, ha aggredito improvvisamente l’ispettore capo di polizia penitenziaria incaricato della sorveglianza generale. L’ispettore capo è stato raggiunto da pugni in faccia e in testa – spiega Bonino – ed ha subito il tentativo, fortunatamente non riuscito, di un morso all’orecchio, prima che i colleghi riuscissero a bloccare il detenuto. Alla fine si sono contati quattro poliziotti curati da subito in infermeria, di cui tre hanno avuto la necessità delle cure del pronto soccorso, con prognosi che variano dagli 8 ai 30 giorni».
L’attacco
Il segretario generale per l’Umbria del Sappe denuncia «la carenza e l’inadeguatezza dell’istituto di Orvieto, più volte portate all’attenzione del ministero e del provveditorato, dei vertici del carcere che, sommata al caos generalizzato diffuso in molti istituti della Repubblica, formano una miscela esplosiva per l’ordine interno e per la sicurezza del personale di polizia penitenziaria. Chiediamo l’avvicendamento del direttore e dei due funzionari di polizia penitenziaria, non in grado di tutelare e rappresentare il personale. Il Sappe è comunque vicino e solidale con i colleghi feriti, con i quali si complimenta per aver evitato conseguenze ancora peggiori e per l’abnegazione con la quale ancora riescono a svolgere la propria professione, nonostante la lontananza di chi li dovrebbe tutelare e rappresentare».
«Episodi continui»
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime «solidarietà e vicinanza al personale di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Orvieto ferito e contuso. Ciò che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli istituti penitenziari del paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato».