Terni, parcheggio San Francesco: «A pezzi». Si chiude liquidazione Atc, Campagna in tackle sui dirigenti

Confronto venerdì a palazzo Spada sulla vicenda dell’area: protagonisti il liquidatore Sgrigna e Befani di Terni Reti. Nodo tecnologia

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di S.F.

Il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Terni Carmelo Campagna, il numero uno di Terni Reti Carlo Befani ed il liquidatore di Atc parcheggi srl Alessio Sgrigna. Sono stati loro i protagonisti della III commissione di venerdì mattina al Pentagono per parlare della corposa operazione riguardante il parcheggio Rinascita-San Francesco e, in sostanza, della chiusura della partita liquidatoria in piedi da sette anni: via libera con sei voti favorevoli ed un astenuto. Questione molto tecnica e non di facile comprensione per i non addetti ai lavori, ma con alcuni spunti interessanti. Mirino puntato sui dirigenti comunali che hanno lasciato scorrere la vicenda nel tempo.

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L’ingresso

L’ordine ed il doppio obiettivo

Operazione non semplice e che si è protratta per anni, fino ad arrivare ad un punto di non ritorno. Per l’amministrazione comunale era presente l’assessore alla mobilità Federico Cini, out il collega alle partecipate Orlando e la dirigente alle attività finanziarie – sarà tirata in ballo più volte, sia in positivo che in negativo – Grazia Marcucci, impegnata in una riunione definita urgente con il sindaco Leonardo Latini: «Una partita aperta – ha riepilogato l’ingegnere classe 1994 – tra il 2014 e il 2015 con la messa in liquidazione di Atc servizi Spa e Atc Parcheggi srl, ora mettiamo ordine sui rapporti. C’erano questioni rimaste in sospeso, il più importante l’indennizzo ad Atc Parcheggi per la risoluzione anticipata del contratto per la gestione. L’obiettivo è assegnare a Terni Reti la proprietà superficiaria dell’area e versare l’indennizzo ad Atc: da un lato si rafforza la nostra società partecipata e dall’altro finisce la storia della liquidazione. Le velostazioni? Vediamo se riusciamo a rendere il servizio redditizio». Intanto Alessandro Gentiletti (Senso Civico) chiede la presenza della Marcucci: «Era stata convocata, è inaccettabile». Lo stesso farà il presidente della III commissione Federico Brizi (Lega).

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Carmelo Campagna e Alessio Sgrigna

La stabilizzazione. Parcheggio e tecnologia: «Cade a pezzi»

Il primo intervento tecnico è del numero uno di Terni Reti: «Andiamo a sanare una questione che, in realtà, non riguarda rapporti diretti tra Terni Reti e Atc. Da amministratore – ha specificato – della società ho sempre visto strisciante il rischio che Terni Reti potesse essere coinvolta per un’eventuale azione risarcitoria da parte di Atc: ne abbiamo già due di contenziosi, complessi e farei a meno di aprirne un terzo. La proposta prevede la stabilizzazione dei diritti di Terni Reti sul parcheggio: al momento la tecnologia cade a pezzi perché il tempo passa ed è di trent’anni fa. Va detto. Ciò non ci mette in condizione di affrontare con serenità il mercato ed inoltre il costo del personale è esorbitante. Con il recente affidamento per otto anni fino al 2029 abbiamo fatto una gara e proprio in questi giorni stiamo installando nuova tecnologia. Con questo affidamento di lungo periodo potremo fare  ulteriori azioni per migliorare sempre più l’offerta». Befani ha poi dettagliato le varie cifre (per i dettagli leggere qui) tra conferimento in conto capitale del 73% del valore del parcheggio (poco più di 6 milioni da perizia) ed il restante 27% che Terni Reti si prende a titolo oneroso: proprietà superficiaria fino al 2095 e necessario allungamento della vita societaria fino al 2100: «Con questa operazione e con l’approvazione del Piano industriale si consolida il percorso virtuoso della società. Oggi Terni Reti com’è noto ha un patrimonio netto negativo, a causa del famoso derivato stipulato nel 2007. Anche alla luce del nuovo codice della crisi d’impresa in vigore dal 15 luglio scorso, con un patrimonio netto negativo si mette a rischio la continuità aziendale, anche se il risultato economico è brillante. Ora, dal 2019 ad oggi il valore negativo – ha puntualizzato – del patrimonio è stato dimezzato da -6,5 a -3,5 milioni, manca l’ultimo passo, e con questa operazione che vale 4,4 milioni, il patrimonio netto torna positivo per circa 1 milione. Questo, insieme alla dinamica di conto economico che viaggia stabilmente sul 12% di utile netto sul fatturato, e alla stabilizzazione dei flussi finanziari triennali previsti dal piano industriale, ci consente di avere un rapporto positivo tra mezzi propri e attivo e di essere bancabili mentre ora se vado in banca mi dicono di portare i libri in tribunale, e pone la società nelle condizioni di avere un futuro solido a servizio della città». Chiaro.

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La commissione odierna

Campagna in tackle sui dirigenti

Sgrigna è liquidatore di Atc Servizi e Atc Parcheggi dal 2015 ed in questo percorso è stato aiutato da Campagna: «I beni – ha ricordato – sono stati messi a disposizione del Comune dal 1° agosto 2016 e allora si disse che il passaggio dei beni sarebbe dovuta avvenire entro ottobre dello stesso anno. Ora è necessario chiudere e serve la buona volontà del Comune. I fornitori ancora devono essere pagati. E sì, non c’è rapporto diretto tra le due Atc e Terni Reti. Ma se c’è qualche problema noi veniamo chiamati in causa, d’altronde i beni sono intestati a noi ancora. Questa situazione non può durare all’infinito». Curiose le parole del presidente dell’Ordine dei commercialisti di Terni: «Arriviamo al termine di una procedura dove le responsabiità sono spesso imputate agli amministratori. Purtroppo ci troviamo a questo punto perché i dirigenti di questo Comune non si sono dimostrati all’altezza della situazione, si sono messi in sicurezza ed è una cosa indecorosa perché impatta su tutti. E poi le società falliscono. Come Usi, ora il tribunale chiede al Comune il risarcimento dell’intero danno. La mancata sistemazione di questa vicenda comporterebbe il sequestro cautelare dei beni a Terni Reti», ha avvertito. Poi l’elogio alla Marcucci: «La soluzione questa volta si è trovata perché la dirigente ci ha messo competenza tecnica per risolvere il problema. Altri sono scappati e trincerati dietro le difficoltà». Il mirino è evidentemente su chi ha gestito la partita tra il 2016 ed il 2020. L’unico consigliere ad esporsi è Valdimiro Orsini (Azione): «Se non è andata a finire male è per il lavoro del liquidatore e la pazienza dei creditori. Ricordo che tutto ciò si inserisce nell’ambito del dissesto e Atc avrà il 60% per via della procedura semplificata. Basta per chiudere l’iter?». Risposta affermativa. Presenti i responsabili unici del procedimento dell’atto comunale, vale a dire la dottoressa Giulia Scosta e l’architetto Walter Giammari. Più il funzionario Marco Granocchia.

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Chiusura liquidazione

A rispondere ad Orsini è Campagna: «Un’azione legale non risolverebbe i problemi. Sì, il dissesto ha complicato tutto. Ora Atc prenderà il 60% e la responsabilità dei ritardi – dito nella piaga – è degli uffici del Comune. Con i tempi giusti Atc avrebbe preso tutti i soldi. Bastano? L’indennità vale 4,5 milioni di euro e ne saranno incassati circa 2,5: con la metà si chiude la liquidazione di Atc Parcheggi ed il resto viene versato ad Atc Servizi. Più si pagano ulteriori debiti ed i soci. Il Comune di Terni recupera soldi. A breve, in definitiva, entrambe le procedure terminano ed i creditori saranno pagati». Voto favorevole e palla al consiglio comunale.

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