Pecorelli in procura: «Ero a Medugorje, nulla da nascondere»

L’imprenditore altotiberino ascoltato dai pm: «Ho commesso reati in Albania, in Italia non farò più l’imprenditore»

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di P.C.

La vita, per tutte le sfacciate assurdità, piccole e grandi, di cui beatamente è piena, ha l’inestimabile privilegio di poter fare a meno di quella stupidissima verosimiglianza, a cui l’arte crede suo dovere obbedire

Quando, oltre un secolo fa, Luigi Pirandello scrisse ‘Il fu Mattia Pascal’, sapeva bene che la storia che raccontava era assai più plausibile di quanto si potesse immaginare. E chissà se Davide Pecorelli abbia mai letto il capolavoro dello scrittore siciliano, quando si erano perse le sue tracce lo scorso 6 gennaio o in questi nove mesi in cui nessuno (nessuno?) sapeva dove fosse. Probabilmente ne conosce la storia e si sarà sentito protagonista di un’avventura romanzesca nel leggere che tutti (quasi tutti) lo credevano morto mentre lui era vivo.

LA SCOMPARSA DI PECORELLI E LE INDAGINI

Davide Pecorelli

L’incontro col pubblico ministero

Di certo non potrà cavarsela con una citazione (tipo: «Sono il fu Davide Pecorelli») nel pomeriggio di lunedì, quando il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini gli chiederà conto del suo comportamento, delle tante stranezze di questa storia incredibile, dei sospetti che tutto fosse in qualche modo studiato, per sfuggire ai problemi economici e alle criticità finanziarie delle sue aziende. Il suo avvocato, Giancarlo Viti, dichiara che al momento non ci sono contestazioni di reato e che il suo assistito («Con cui – assicura a umbriaon.it – non ho mai avuto contatti in questi mesi») è convocato come persona informata sui fatti.

Reati reali e potenziali

Ovvio sia decaduto il fascicolo inizialmente aperto per omicidio, reato su cui fra l’altro aveva già avanzato forti dubbi il rapporto della squadra Mobile, fornendo ai giudici elementi dell’esistenza in vita dell’uomo. Ma un fascicolo è aperto a Grosseto per sostituzione di persona e falsità materiale: quando è stato trovato aveva infatti documenti falsi. E, se davvero venisse fuori che si sia trattato di un progetto di fuga ben architettato, inevitabilmente si configurerebbero altre ipotesi accusatorie.

Le due famiglie

Intanto sabato sera Davide Pecorelli, 45enne di Selci Lama (San Giustino) e scomparso nove mesi fa in Albania dove la sua auto era stata trovata in fiamme con frammenti di ossa (non umane, come in seguito appurato) all’interno, di cui si erano persino fermate le ricerche, e riapparso magicamente venerdì al largo delle coste toscane su un gommone in avaria davanti all’isola di Montecristo, ha incontrato i tre figli avuti dal primo matrimonio e l’anziano padre. Anche a loro dovrà delle spiegazioni. Poche ora prima, dalla sua carta erano stati prelevati contanti a Roma. Forse proprio per il gommone su cui è stato trovato. Da capire se la compagna di nazionalità albanese (da cui ha avuto un quarto figlio) fosse quantomeno informata della vicenda o se a sua volta lo stesse cercando disperata.

Le imprese

Imprenditore nel settore dei saloni estetici (con diversi negozi fra Umbria e Toscana), Pecorelli aveva aperto un’attività anche in Albania, dove si recava spesso anche per vendere dei laser professionali da utilizzare nei centri estetici. L’ultima trasferta al di là dell’Adriatico era legata ad un affare di questo tipo. Ma risulta anche che le cose non andavano benissimo. Alla procura di Arezzo c’è un fascicolo aperto a suo nome per il fallimento di una società e a un suo negozio di Sansepolcro erano stati apposti sigilli.

L’aggiornamento: la verità dell’imprenditore

«Ho raccontato tutto quello che è successo in questi 9 mesi, non avevo nulla da nascondere. Ero in una comunità di preti Međugorje (in Bosnia ed Erzegovina,ndr)»: queste le prime parole che Pecorelli ha rilasciato ai giornalisti, che lunedì lo attendevano fuori dalla procura dopo essere stato ascoltato dal procuratore aggiunto Petrazzini. «Sia lui che il procuratore Cantone hanno preso atto dei reati che ho commesso in Albania» ha aggiunto, senza però rilevare di quali si tratta. «Ho riferito tutto al dottore Petrazzini che riferirà alla stampa nei minimi dettagli» ha precisato ancora. Quanto alle motivazione della sua sparizione ha solo spiegato che «non era legata alla polizza vita, che ho da 30 anni». Ha poi detto che tra i vari dettagli ce ne sono anche «tragici, nella prima parte» e di non essere stato in contatto, in questi lunghi mesi, con nessuno dei familiari. «Mi hanno rivisto – ha detto – quando sono tornato dall’isola di Montecristo». Proprio pensando a loro, ai giornalisti Pecorelli ha rivolto un appello. «Ho quattro figli di cui tre minorenni, vi chiedo di fare il vostro mestiere da professionisti». Ora andrà da loro, con una certezza: «Non farò più l’imprenditore in Italia».

 

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