di Giovanni Cardarello
Segnate questo atto, delibera 178 del 2024. Un atto in apparenza solo burocratico ma che in realtà cambierà, in peggio, la vita di molti pendolari dell’Umbria. Parliamo nello specifico della delibera dell’Art, l’Autorità di regolazione dei trasporti, che chiude la stagione della deroga per far transitare sulla linea direttissima Roma-Firenze-Ancona i treni che viaggiano a 160 chilometri orari, riservandola solo a quelli che viaggiano sopra i 200 km/h.
In sostanza per via di questa scelta, da dicembre sulla linea diretta passeranno solo i treni dell’alta velocità mentre tutti i treni regionali, anche quello veloci, viaggeranno sulla linea lenta. Una scelta che ha come effetto pratico l’aumento di 25-40 minuti della percorrenza da e per Roma dall’Umbria. Un disastro annunciato e che ha già scatenato la protesta tanto del Coordinamento dei pendolari umbri quanto dell’assessore ai trasporti della Regione Umbria, Francesco De Rebotti.
I primi, come riferisce ‘Il Messaggero Umbria‘, hanno scritto «ai parlamentari, a tutto il consiglio regionale presidente Proietti in testa, ai presidente della due Province, all’Anci e i sindaci delle città più importanti e con più di 15 mila abitanti», evidenziando la scelta dell’Art rimasta, inspiegabilmente, sotto silenzio. De Rebotti, dal canto suo, ha sollevato l’allarme in sede politica.
Una vicenda che di fatto privilegia i clienti dell’alta velocità e degli Intercity (che si salvano dalla stretta dell’Art) a tutto discapito dei pendolari storici e delle necessità, secondo il Coordinamento, di almeno 20 mila personae che «per motivi di lavoro o studio utilizzano quotidianamente i servizi ferroviari, già esasperati dai lavori all’infrastruttura, dai rallentamenti, dai ritardi pressoché quotidiani»- Ma non solo. Sempre secondo ‘Il Messaggero‘ i pendolari sottolineano anche un paradosso economico e molto costoso.
«Nel contratto di servizio sottoscritto a suo tempo con Trenitalia dalla Regione Umbria – scrivono – vi è l’investimento per il rinnovo del materiale rotabile, con l’acquisto di 12 nuovi elettrotreni da 200 km/h. Si potrebbe pertanto giungere al paradosso per cui la Regione potrebbe avere treni più moderni e veloci ma non più le tracce dove farli viaggiare, con conseguenti danni anche di carattere erariale». Da segnalare, infine, che il 1° luglio i sindaci di Orvieto, dell’orvietano, del Trasimeno, di Cortona, del senese e della Valdichiana andranno in treno a Roma, «con tanto di fascia tricolore per chiedere di essere ricevuti da Governo, Trenitalia e Rfi». Il tema politico è posto e diventerà progressivamente sempre più caldo.