La prima volta non c’era ‘cascata’. La seconda sì. Ma il responsabile del raggiro è stato individuato e denunciato dai carabinieri, quelli del comando stazione di San Gemini (Terni). In sostanza, una donna di circa 60 anni, sangeminese, nell’estate del 2024 ha iniziato a seguire una delle pagine social associate alla figura – un sex symbol – dell’attore di origine turca Can Yaman. Like dopo like, commento dopo commento, qualcuno che voleva fare il furbo, dopo qualche mese l’ha contattata tramite un’altra piattaforma social, scrivendole che fra i fan del bel Yaman, era stata estratta a sorte e aveva vinto uno smartphone. Però avrebbe dovuto inviare copia del documento e 500 euro – tramite bonifico bancario – per la spedizione del premio. Tutto troppo sospetto per la signora, che infatti aveva racontato la cosa ai familiari e quindi bloccato – anche con un certo dispiacere – la pagina social che aveva seguito. Perché era una chiara truffa. Fin qui bene.

Trascorsa qualche settimana, era settembre del 2024, la donna di San Gemini aveva iniziato a seguire un’altra pagina dell’attore e modello 36enne originario di Istanbul. E via di like e di commenti. Dopo un po’, era stata contattata – sempre tramite altra piattaforma social – da un tizio che si era qualificato come l’agente di Can Yaman. E quest’ultimo – stando a quanto riferito dal suo manager – era intenzionato a parlare con lei direttamente, personalmente. Immaginiamo l’emozione della vittima: sentimenti che il finto Yaman – tale era, ovviamente – ha cavalcato, instaurando quella che i carabinieri definiscono una «relazione ‘amorosa’ virtuale». Relazione, aggiunge l’Arma, «nel corso della quale l’abile truffatore, adottando modalità manipolative particolarmente sottili ovvero concedendo attenzioni e cure e dichiarando il desiderio di conoscerla, nel mese di dicembre (2024) ha preannunciato che sarebbe presto venuto in Italia per incontrarla».
Ormai la fiducia della vittima del raggiro era carpita del tutto. E le successive richieste di inviare piccole somme di denaro tramite carta prepagata (gift card), per fronteggiare alcune spese – come lo sdoganamento del bagaglio prima di intraprendere il ‘fatidico’ viaggio verso l’Italia o la necessità di saldare un debito con una persona residente nel nord Italia – aveva fatto salire la cifra complessiva dei prestiti a circa 1.500 euro. Ma per Yaman, pur spiantato a giudicare dalle richieste, questo ed altro. Fino allo scorso gennaio: grazie anche all’aiuto dei propri familiari, la signora si è resa conto che era una truffa in piena regola. E ha denunciato tutto all’Arma sangeminese. Risultato? I carabinieri sono risaliti all’intestatario della prepagata su cui erano stati effettuati i versamenti e all’utenza tramite cui erano avvenuti i contatti: entrambe riconducibili ad un 70enne del nord Italia. Che ora deve rispondere dei reati di truffa aggravata e sostituzione di persona. Immaginiamo se la procura ternana dovesse citare Can Yaman come persona offesa e, quindi, possibile parte civile in un processo da celebrarsi di fronte al tribunale di Terni. Chissà.