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Home » Perugia, asili comunali: «Problema ereditato»

Perugia, asili comunali: «Problema ereditato»

di Lucina Paternesi
1 Aprile 2016
in Dal territorio, Economia, Lavoro, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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L.P.

Dopo le proteste dei giorni scorsi, che hanno visto assieme genitori e educatrici degli asili nido comunali, venerdi mattina la quarta commissione consiliare è tornata sulla questione con la discussione dell’ordine del giorno promosso dal Movimento 5 Stelle sui servizi educativi alla prima infanzia.

La lettera Già nelle scorse settimane, con una lettera firmata alcuni genitori avevano espresso preoccupazione per le sorti di alcune educatrici con contratti in scadenza in alcuni istituti comunali. Una situazione che non riguarda solo l’asilo Tiglio 2, ma all’incirca una trentina di persone con contratti che sono già scaduti o scadranno nei prossimi mesi e con il personale in uscita, nei prossimi due anni, di circa 27 unità tra educatrici, bidelle e coordinatrici, mentre la graduatoria relativa al personale supplente è scaduta da un anno.

La situazione Il Comune di Perugia, ha ricordato la Rosetti, offre servizi per la prima infanzia ai bambini tra 3 mesi e 3 anni in cinque poli, 14 asili a gestione diretta, 4 indiretta, oltre ad una sezione primavera per bambini tra 24 e 36 mesi, un centro per bambini a gestione diretta, un altro a gestione indiretta e un centro per bambini e famiglie a gestione diretta. Oltre a queste ci sono anche 38 strutture private e servizi comunali per bambini di età superiore a 3 anni in tre scuole materne, una a Case Bruciate, una a Santa Lucia e un’altra in via XIV settembre. Solo nel 2014 hanno usufruito del servizio 730 bambini tra 3 mesi e 3 anni, con l’ausilio di 164 unità lavorative, suddivise in 129 educatrici di ruolo, 32 cuoche, 3 coordinatrici, più supplenti, per un costo complessivo di circa 7,6 milioni a fronte di un incasso di 1,6 milioni di euro, in parte tramite rette pagate dalle famiglie e contributi regionali.

La spesa sostenuta dal comune è di circa 6 milioni di euro, per un costo di 10.400 euro a bambino, il 77% del quale viene sostenuto dall’amministrazione e che, per la quasi interezza, è riferibile alle spese per il personale «nell’ambito del quale si riscontra una età media molto alta, superiore ai 50 anni». Per la Rosetti è quanto mai importante garantire il mantenimento dei livelli di servizio offerti dal modello degli asili nido comunali, e l’amministrazione dovrebbe adottare tutte le misure necessarie per garantire al servizio continuità anche mediante una corretta valutazione del fabbisogno di personale, adottando quelle misure di programmazione necessarie al miglioramento dei servizi stessi, tenendo conto dei migliori modelli esistenti e dei bisogni espressi dall’utenza. «Soprattutto – ha proseguito la Rosetti – un’amministrazione dovrebbe porre in essere tutte le azioni sociali necessarie a favorire la frequentazione degli asili nido da parte delle famiglie con maggiori difficoltà, sotto il profilo relazione, affettivo, economico e di contesto, affinché sia concretamente affermato il diritto di ogni bambino alle medesime opportunità».

Genitori ed educatrici In vista dei numerosi pensionamenti delle educatrici, i genitori presenti all’incontro hanno posto l’accento sull’urgenza di affrontare la questione, dal momento che «si assiste ad un’alternanza continua di maestre nell’ambito di un servizio nel quale la figura delle educatrici è centrale. Ciò determina un disservizio importante che deve essere risolto al più presto» come hanno riferito alcuni genitori. Dal momento che non è possibile prorogare le graduatorie vigenti, «basterebbe pubblicarne una nuova in tempi brevi, tutelando coloro che negli anni hanno dedicato la loro vita a questa attività», hanno ricordato alcune dipendenti sottolineando come, a Perugia, in particolare,  la situazione del settore sia preoccupante con l’età media del personale molto alta e con carichi di lavoro in crescita – un’educatrice ogni 8 bambini – mentre le assunzioni sono inesistenti. «Ciò è pericoloso, perché la tipologia del lavoro richiede grandi sforzi fisici ed è impensabile chiedere alle lavoratrici di restare in servizio fino ai 65-70 anni. Urge un concorso, quindi, per trovare nuovo personale e ridare vigore al sistema». Per le rsu che, da tempo, denunciano la situazione, «a Perugia c’è un serio problema di precarietà, che il comune non ha saputo risolvere pur avendo gli strumenti adatti per farlo. Oggi, cancellate le polemiche, è necessario impegnare l’Amministrazione affinché venga costituito al più presto un tavolo di lavoro paritetico, cui partecipino tutti i portatori d’interesse, per formulare scelte precise volte alla garanzia della qualità del servizio, strategico per la città».

Utenza soddisfatta Eppure per il Comune, rappresentato dal dirigente Zampolini, ad oggi vengono soddisfatte tutte le domande che provengono dall’utenza, con pochissimi soggetti in lista di attesa e con un riscontro molto positivo da parte dei genitori che hanno formulato rilievi solo sullo stato delle strutture che, come noto, richiedono interventi di manutenzione. Per quanto riguarda nuove assunzioni, queste non ci saranno nel 2016 mentre potrebbero esserci nel prossimo biennio «a seconda delle esigenze che si manifesteranno nel tempo». Intanto la graduatoria scaduta, hanno detto dal comune, andrà riformulata nel più breve tempo possibile, almeno entro settembre.

L’assessore Presente all’incontro anche l’assessore alla scuola Diego Dramane Wague, che ha confermato l’intenzione dell’amministrazione di voler risolvere la problematica nel miglior modo possibile per garantire continuità confermando le professionalità Quest’ultimo ha riferito che, dopo i vari colloqui, anche individuali, tenuti con i precari molto apprezzate dai bambini e dai genitori. «Questa analisi – ha riferito Wagué – ha dovuto tenere conto anche delle esigenze degli altri assessorati, in particolare quello al bilancio e quello al personale».
Intanto genitori e insegnanti potranno confrontarsi con l’amministrazione a un tavolo di lavoro sull’infanzia.

Opposizione «Per l’ennesima volta il centro-destra ha dimostrato una palese incapacità di governo della città e una colpevole mancanza di attenzione nei confronti dei suoi cittadini: siano essi i bambini, le loro famiglie o le educatrici» è il commento dei consiglieri Pd e SeR, per cui i servizi all’infanzia e i sevizi educativi sono uno dei principali mandati istituzionali del comune per cui l’assenza di tanti consiglieri di maggioranza è stata vista come uno schiaffo alla città. «Come accade ormai dall’inizio della legislatura, anche oggi il centro-destra continua colpevolmente a scegliere di non scegliere e la Giunta, latitante, ancora una volta sfugge volontariamente al dialogo con chi chiede risposte e soluzioni»

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