Perugia, Benigni guaio per il ministro Giannini

La Corte dei conti dell’Umbria chiede la verità sui 16 mila euro che sarebbero stati spesi, quando era rettore della Stranieri, per invitare l’attore a Bruxelles

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Un invito a dedurre. E’ questo il documento che la procura regionale della Corte dei conti dell’Umbria ha notificato all’attuale ministro dell’Istruzione, nonché ex rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Stefania Giannini.

benigniLe contestazioni All’attuale ministro i magistrati contabili contestano la spesa di 16 mila euro impegnata nel 2011, quando era a capo dell’ateneo perugino, per pagare un viaggio aereo all’attore e regista Roberto Benigni, premio Oscar nel 1999 per il film ‘La vita è bella’, da Roma a Bruxelles, dove era atteso a uno degli eventi per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ad organizzare la trasferta e l’appuntamento in Belgio fu proprio l’università per Stranieri, che noleggiò un Falcon per far atterrare l’attore a Bruxelles dove, nella sede del Parlamento europeo, recitò alcune terzine della Divina Commedia di Dante e tenne una conferenza sulla lingua italiana come fattore d’identità e unità nazionale.

Università La Corte dei conti, ora, vuole vederci chiaro così ha invitato l’attuale ministro dell’Istruzione assieme all’allora direttore generale dell’Ateneo perugino Antonella Bianconi, per fornire la propria versione dei fatti, prima di decidere se procedere o meno ad un’eventuale contestazione. Il ministro ha già affermato che, per volere dell’attore infortunato e con una gamba ingessato, si era reso necessario il noleggio di un jet privato.

Curriculum Rettore dell’ateneo per quasi dieci anni, Stefania Giannini è diventata ministro dell’Istruzione nel 2014, dopo essere passata al Partito democratico da Scelta civica, il movimento politico di Mario Monti. Già al centro di alcune vicende contabili, la Giannini è stata condannata dalla Corte dei conti a risarcire l’ateneo con una somma di 9 mila euro per canoni mai riscossi sulla vicenda dell’ex Contrappunto, mentre l’accusa aveva prefigurato un danno erariale di 420 mila euro.

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