Perugia, maxi-sequestro di batterie Duracell contraffatte e 18 denunce

Scoperte dalla finanza oltre 570mila pile ‘stilo’ e ‘mini stilo’ false, perquisizioni in tutta Italia

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Oltre 570mila batterie ‘stilo’ e ‘mini stilo’ e 145 mila blister con il marchio Duracell contraffatto: è quanto hanno sequestrato i finanzieri del Gruppo di Perugia che, nell’ambito della stessa operazione, hanno denunciato 18 persone ritenute responsabili dei reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, frode nell’esercizio del commercio e ricettazione.

L’inchiesta

L’attività di servizio, avviata a dicembre dello scorso anno e proseguita nei mesi successivi sull’intero territorio nazionale, trae origine da una segnalazione relativa alla possibile vendita, da parte di un negozio di ferramenta, di pile Duracell verosimilmente contraffatte. Sulla base dei primi accertamenti eseguiti dai militari – spiega una nota delle Fiamme gialle -, la procura della Repubblica perugina ha disposto delle perquisizioni presso il punto vendita, al termine delle quali sono stati individuati e sottoposti a sequestro circa 153 mila prodotti appartenenti ai lotti sospetti. Ricostruita, attraverso l’esame delle fatture di acquisto e dei documenti di trasporto della merce, l’articolata filiera commerciale ed individuati i principali punti di stoccaggio, nei mesi di dicembre e gennaio sono stati svolti ulteriori perquisizioni e sequestri nelle città di Livorno, Palermo, Verona e Milano, presso i principali grossisti, e nelle città di Genova, Lucca e Biella, presso esercenti commerciali al dettaglio. Le perizie di parte e quelle disposte dalla procura su campioni di prodotti ne hanno confermato la contraffazione.

Gli sviluppi

Dalle indagini finora eseguite, è emerso come non sempre i venditori al dettaglio (ferramenta, tabaccherie e negozi di articoli per la casa) fossero a conoscenza dell’origine illecita delle batterie, sia per la buona fattura dei blister contraffatti, difficilmente distinguibili dagli originali, sia per il sostanziale allineamento, nella maggior casi, tra il prezzo di acquisto all’ingrosso del prodotto contraffatto e quello del prodotto originale. Inoltre, la sostanziale identità del prezzo di vendita delle pile originali rispetto a quelle contraffatte e la medesima collocazione negli scaffali e negli spazi espositi non poteva che trarre in inganno, circa la reale natura e provenienza della merce, l’ignaro consumatore finale, il quale – sempre secondo le Fiamme gialle – è risultato esposto non solo al rischio di acquistare un prodotto di scarsa qualità ma anche privo di quei controlli che garantiscono la sicurezza della batteria che, come spiegato dal produttore, negli esemplari originali sono sottoposte ad una serie di prove tecniche di resistenza per garantire la sicurezza delle persone e dei dispositivi elettronici alla cui alimentazione sono destinate

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