Perugia, Nestlé insiste: «Abbiamo ragione»

«Perugina darà lavoro a oltre 600 persone. Il piano, di cui i sindacati sono a conoscenza avendolo firmato, contiene il preciso impegno a ricollocare almeno il 70% degli esuberi»

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Il botta e risposta dialettico, Nestlé-sindacati e relativo alla Perugina, continua. Con la multinazionale che ribadisce la sua posizione e lesse idee: «Contrariamente a quanto riportato dal comunicato sindacale del 2 ottobre nell’annunciare lo sciopero di domani (la manifestazione, per la verità, è in programma per sabato; ndr), Nestlé conferma il suo ruolo di key player del settore agroalimentare in Italia. Lo attesta l’importante piano di investimenti varato per il triennio 2016-2018 che supera i 200 milioni di euro per lo sviluppo industriale e commerciale dei marchi chiave del gruppo in Italia. Un piano che sta andando avanti puntualmente, dal rinnovamento degli stabilimenti Buitoni di Benevento e Perugina a San Sisto alle strategie commerciali per lo sviluppo dei business: numeri e dati che nei fatti smentiscono l’affermazione di chi sostiene che stiamo smantellando l’assetto industriale italiano».

I numeri Nel settore, dice la multinazionale, «Nestlé è il gruppo che in Italia conta il maggior numero di stabilimenti produttivi: 11, dislocati in tutto il territorio nazionale, che danno lavoro a migliaia di persone, senza contare l’indotto. A tal proposito, non sappiamo da quale fonte il segretario nazionale Cgil Flai abbia tratto il fantasioso numero di 800 addetti a rischio nel Gruppo Nestlé. Non si può poi sorvolare il punto che tutti i piani di sviluppo e trasformazione in atto, compreso il conseguente necessario ridisegno organizzativo, sono stati condivisi e sottoscritti con le parti sociali: in particolare il piano Perugina, il piano Benevento e la riorganizzazione dei servizi presso la sede di Nestlé Assago sono stati oggetto di un accordo sottoscritto con il ministero del Lavoro e le organizzazioni sindacali il 17 gennaio 2017, finalizzato alla sostenibilità del business nel lungo periodo, puntando sull’efficienza come motore necessario della crescita».

I posti di lavoro Nestlé, poi, spiega che «il progetto per Buitoni prevede circa 150 posti di lavoro aggiuntivi entro il 2020» e che «il piano per lo sviluppo sostenibile di Perugina affronta responsabilmente e per tempo la situazione preesistente degli esuberi, per i quali, dal 2014, è stata attivata la Cigs che non sarà più rinnovabile da giugno 2018. Il piano, di cui i sindacati sono a conoscenza avendolo firmato presso il ministero del Lavoro, contiene il preciso impegno a ricollocare almeno il 70% degli esuberi presso aziende terze o presso altre unità del gruppo Nestlé in Italia. A regime lo stabilimento Perugina darà lavoro a oltre 600 persone confermandosi fra i maggiori player del mercato del cioccolato in Italia per numero di occupati e la fabbrica Nestlé con il maggior numero di addetti nel nostro Paese».

Dipendenti davanti allo stabilimento di San Sisto

Le relazioni La multinazionale, infine, ricorda di aver «sempre gestito le relazioni industriali con attenzione, rispetto e senso di collaborazione. Ogni scelta di business accompagnata da un adeguamento dell’organizzazione è stata e sarà condotta nel rispetto delle consultazioni. Ma è necessario che ci sia chiarezza e buona informazione da entrambe le parti. Non capiamo ad esempio dove i sindacati abbiano letto che il comitato aziendale europeo sia stato annullato: l’incontro si terrà regolarmente il 28 novembre e qui le linee guida strategiche del gruppo saranno illustrate anche ai sindacati, con la consueta trasparenza. Rinnoviamo pertanto l’auspicio che, nella dialettica sindacale, si possa presto tornare ad una collaborazione concreta che metta al centro gli interessi reali delle persone».

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