Perugia, niente mobilità notturna

Bocciata a colpi di astensione da parte della maggioranza la proposta degli studenti: «Romizi, da consigliere comunale, aveva presentato la stessa proposta»

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L.P.

La storia si ripete. Perugia, città universitaria, non è, evidentemente, un paese per giovani. Da tempo, infatti, gli studenti universitari chiedono a gran voce l’implementazione di una rete di autobus che effettui il servizio notturno per tutti quegli studenti, fuori sede ma non solo, che non hanno un’auto privata e che, vivendo in periferia, trovano spesso grandi difficoltà nel muoversi. Nonostante due anni fa lo stesso Sindaco Romizi si fece promotore di una proposta in tal senso, giovedì mattina la stessa è stata clamorosamente bocciata.

L’odg di 2 anni fa L’idea, dunque, non è nuova. Già due anni fa il consigliere Pd Tommaso Bori, d’intesa con l’allora consigliere Andrea Romizi, avevano presentato una mozione in tal senso. Il testo finì per essere approvato, ma nel giugno dello stesso anno ci furono le elezioni e la questione è rimasta in sospeso. In molte zone della città gli autobus effettuano l’ultima corsa alle 20,30 mentre dal lunedì al sabato il minimetrò effettua il percorso dalla stazione di Pian di Massiano fino al Pincetto con orario 7 – 21,20, con l’ultima corsa che parte alle 21.05. La domenica la chiusura è invece anticipata alle 20.30 con l’ultima corsa alle 20.15. A parte qualche eccezione, i weekend di UmbriaJazz o l’ultimo dell’anno, quando il servizio è garantito fino alle due di notte, durante l’anno non c’è alcuna possibilità di usare la ‘mobilità alternativa’ alla propria automobile. Per chi c’è l’ha.

Nuova proposta A fine anno, pertanto, il consigliere Bori ci aveva riprovato. Presentando un nuovo ordine del giorno per «far vivere il centro storico e i quartieri limitrofi agevolando l’accessibilità a tutti coloro che non vi abitano, così da garantire automaticamente un miglioramento della vivibilità, favorendo l’utilizzo del mezzo pubblico rispetto ai veicoli privati». Da due anni un documento a firma di Udu e Altra scuola, due associazioni rappresentative degli studenti, è sul tavolo dell’amministrazione comunale per chiedere, a gran voce, l’istituzione di una navetta di linea notturna.

L’audizione Così, giovedì, in terza commissione, gli studenti di Sinistra Universitaria-UdU Perugia assieme alla Rete degli Studenti Medi sono intervenuti per illustrare le proprie motivazioni. La proposta, anticipata dall’intervento del consigliere Bori, era quella di una navetta che, dalle 20,30 e fino alle 2 di notte, effettuasse un percorso dal centro sotrico fino a Elce, scendendo per Santa Lucia arrivasse a San Sisto e Ferro di Cavallo per poi risalire passando davanti alla facoltà di Agraria e Monteluce. Tutte zone in cui abitano tantissimi studenti universitari che frequentano le facoltà non dislocate in centro storico. Una proposta aperta alla sperimentazione, quella presentata dagli studenti, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo. Ma non c’è stato molto da fare.

Bocciata «La maggioranza si è astenuta in blocco, hanno votato a favore solo PD e 5 Stelle – riferisce Dario Sattirinia, rappresentante degli studenti eletto in commissione di controllo Adisu – si sono giustificati dicendo che la nostra proposta non è praticabile, ci sono troppe problematiche che già gravano sul Minimetrò e sul bilancio. La mobilità, ci hanno detto, non può essere gestita in maniera così libera. Ma che significa?».

Romizi «Quando era un semplice consigliere comunale – dicono ancora dall’Udu – l’attuale Sindaco di Perugia Andrea Romizi ravvisava la necessità di una navetta notturna che raggiungesse le zone a maggior densità di popolazione studentesca. La ravvisava a tal punto da essere cofirmatario di un Odg in consiglio comunale che richiedeva tale servizio all’allora maggioranza. Oggi, seduto dall’altra parte, consente alla sua Giunta ‘civica’ di respingere con leggerezza la stessa proposta, mirata a risolvere lo stesso problema trascinatosi da anni. Una città che lascia a piedi i suoi giovani dopo le 20:00 non può essere capitale di niente, al massimo può ambire a diventare un museo delle cere per borghesi annoiati».

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