Perugia Pride Village, revocato il patrocinio

L’amministrazione: «Immagine provocatoria non rientrante nel materiale sottoposto». Omphalos: «Decisione che nasconde altro». Tutte le reazioni

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Alla vigilia del Perugia Pride Village il Comune di Perugia revoca il patrocinio alla manifestazione: «Non può essere banalizzata l’immagine, non rientrante nel materiale oggetto di patrocinio, con la quale, nei giorni scorsi, gli organizzatori hanno ritenuto di ricercare visibilità». Questa la motivazione, espressa in una nota ufficiale.

La locandina ‘incriminata’

Manca il rispetto reciproco «La provocatoria caricatura di un’immagine sacra – scrivono da Palazzo Priori – per i credenti costituisce una drastica rottura di quegli irrinunciabili principi di rispetto dell’altro, nei quali tutti dovrebbero riconoscersi; compreso chi si è lasciato andare ad inaccettabili insulti omofobi e compreso chi, strumentalmente ed ancora provocatoriamente, si è scagliato in maniera offensiva contro l’amministrazione comunale».

La laicità non passa per la denigrazione «La vera laicità, giova ricordarlo, non passa dalla legalizzazione della denigrazione dei simboli religiosi altrui ma pretende che ognuno sia pienamente rispettato nella sua scelta di credente o di non credente. Diviene, perciò, inevitabile procedere con la revoca di quel Patrocinio. È un atto dovuto alla nostra Perugia. A nessuno sia consentito interpretarlo quale atto ostile nei confronti dell’associazione Omphalos e dei diritti che sostiene, chi cercherà di farne motivo di propaganda riuscirà solo ad avvilire ulteriormente le ragioni che afferma e nessuno esulti per questa revoca perché, pur doverosa, segnala una ferita nel nostro tessuto civile che dovremo essere tutti capaci di sanare al più presto».

Patrocini comunali concessi per arricchimento collettivo «Perugia è una grande città, nella quale il pensiero differente è una ricchezza che ci sollecita tutti i giorni. Con questo spirito non può che essere interpretato il riconoscimento del Patrocinio del Comune di Perugia alle più diverse manifestazioni di associazioni rappresentative del nostro dibattito civile. È bene precisarlo per chi, ancora, ogni tanto, esprime dubbi per questo o quell’altro patrocinio, che non può essere inteso come sostegno e adesione totale della comunità perugina ad un solo pensiero, ma è atto di dovuto riguardo a quella specifica espressione delle nostre più varie ricchezze civili». E qui, il riferimento, oltre che al Perugia Pride Village, è al convegno della Massoneria di qualche giorno fa in merito al quale il Movimento Cinque Stelle aveva espresso delle riserve, fino ad arrivare al confronto pubblico.

Omphalos Perugia

Omphalos: «Ben altre le ragioni» «Siamo sconcertati dalla decisione del Sindaco Andrea Romizi – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – non pensavamo che il Comune di Perugia arrivasse a tanto. Abbiamo a più riprese spiegato e motivato la scelta della locandina con la necessità di un dibattito e di una riflessione seria sul tema della laicità. Evidentemente questo non è bastato, ma siamo convinti che la locandina sia una mera scusa che copre anche il grande imbarazzo sul recente caso del piccolo Joan a cui il Comune di Perugia ha negato la trascrizione. Evidentemente abbiamo colpito un nervo scoperto dell’amministrazione comunale, che a parole si dice vicina a tutte e tutti, ma che nella realtà nei fatti si è dimostrata ostile alla comunità LgbtiG (lesbica, gay, bisessuale, trans* e intersex) tutta».

«Caduta la maschera» «Il fatto che il patrocinio al Perugia Pride Village venga ritirato – continua Bucaioni – è l’esatta dimostrazione di quello che il manifesto vuol fare emergere: un’amministrazione che ha di certo più a cuore l’indignazione per un simbolo legato alle ‘indecorose’ persone Lgbti, che gli innegabili diritti di un bambino e di una comunità continuamente discriminata. Una cosa è certa, ora la maschera dell’amministrazione buona e civica è stata finalmente gettata. Ora è chiaro a tutta la città che a Palazzo dei Priori c’è una giunta nei fatti ostile alle battaglie e agli ideali di libertà e non discriminazione portati avanti da Omphalos e da una larga fetta di società civile. Siamo ancora più convinti che questa amministrazione sia inadeguata a guidare questa città e non accettiamo certo lezioni di laicità da chi ha abbandonato un bambino di 6 mesi in un altro paese senza documenti. Ci vogliono composti e poco rumorosi. Vogliono le nostre manifestazioni e i nostri pride sobri e pacati. Ma noi non ci stiamo e mai ci staremo. Continueremo nel nostro lavoro di denuncia e di sensibilizzazione, anche senza il patrocinio del Comune di Perugia».

Le altre reazioni Francesco Giacopetti (Pd) parla di «gesto che qualifica questa amministrazione per quello che è: una somma di partitini di centrodestra, con un sindaco sotto scacco di qualche piccolo omofobo». Di tutt’altro parere Sergio De Vincenzi (Gruppo Misto), che fin dall’inizio aveva espresso il suo dissenso per il patrocini: «Il Sindaco Romizi ha fatto cosa giusta e dovuta, nel pieno rispetto di tutte le anime della nostra città, di fronte all’evidenza dell’oltraggio blasfemo di Omphalos. Resta il fatto che già negli anni passati avevamo sottolineato l’inopportunità di concedere il patrocinio al Perugia Pride Village». L’ex assessore Andrea Cernicchi affida a Facebook il suo commento caustico: «Prendo atto che per alcuni Perugia città europea significa prendere come modello l’Ungheria di Orban piuttosto che Francia, Germania, Regno Unito. Giusto, scusate, Perugia 1416». Bori (Pd) ricorda altri patrocini: «Nemmeno quello al convegno-frode sulle scie chimiche fu tolto, ma solertemente lo si toglie al Perugia Pride Village. Dimostrazione plastica che ha ragione Omphalos LGBTI: si scrive laico, si legge libero. Il paradosso è che ora anche a Perugia, da sempre all’avanguardia sui diritti civili, c’è bisogno di laicità».

Soddisfatta la Lega «Esprimiamo grande soddisfazione per questo atto, forte e deciso, da parte del sindaco Romizi al quale va il nostro plauso – scrive Riccardo Augusto Marchetti, commissario cittadino Lega Nord Perugia – per origini politiche, la Lega Nord prende le assolute distanze da simili manifestazioni, riconoscendo nei valori della famiglia naturale la vera legittimità, ciò nonostante comprendiamo la difficoltà per un’amministrazione che rappresenta l’intera collettività, di patrocinare o sostenere spaccati di realtà a volte lontani dai propri principi: per tale motivo ci complimentiamo con il sindaco Romizi, il quale ha dimostrato integrità nel gestire una vicenda complicata. Giustissima la revoca del patrocinio ad un’associazione che invoca rispetto, quando per prima rispetto non lo dà sbeffeggiando usi e costumi di una civiltà millenaria come quella cattolica. Sarebbero overose le scuse di Omphalos all’intera collettività perugina per averne leso la sensibilità».

Sconcerto in Cgil «Restiamo sconcertate dalla decisione dell’amministrazione comunale di Perugia di ritirare il patrocinio alla manifestazione Perugia Pride Village proprio alla vigilia dell’apertura dell’evento – così in una nota Barbara Mischianti e Vanda Scarpelli, segretarie Cgil a livello regionale e comunale – il Pride è ormai per Perugia un appuntamento di grande rilievo non solo per la partecipazione che la manifestazione attiva, ma anche per la qualità del dibattito che sviluppa su tematiche fondamentali come quelle dell’uguaglianza, del rispetto delle differenze e dei diritti di tutte e tutti. Tematiche che sono centrali per la Cgil, che quindi non solo parteciperà al Pride, ma sarà presente con un suo stand fisso ai giardini del Frontone. Con questa decisione, quali che siano le motivazioni ufficiali o ufficiose, il Comune di Perugia dimostra di non essere rappresentativo del sentire comune di una città aperta e moderna come Perugia è».

Gli studenti Anche Sinistra Universitaria – Udu Perugia e Rete degli Studenti Medi Perugia, si uniscono «alla protesta e all’indignazione dell’Omphalos nei confronti della revoca del patrocinio da parte dell’amministrazione comunale. Un atto grave ed indegno – scrivono – per una città che più volte in passato si è fregiata dei valori di libertà e pluralità di pensiero e che si dimostra ancora più misero di fronte alla concessione del patrocinio ad eventi di dubbio valore culturale quali i dibattiti complottisti sulle scie chimiche. Il Pride Village è un momento che arricchisce culturalmente la città, concedendo spunti e spazi di riflessione e discussione su tematiche quanto mai attuali e storiche. Il patrocinio delle istituzioni è un riconoscimento che di norma viene concesso ad iniziative di valore di questo tipo ed è proprio la sua revoca che rappresenta un danno per l’intera cittadinanza, ancora di più visto le motivazioni meramente politiche dell’atto: per il Comune il valore del Pride non va oltre le polemiche sulla locandina. Come associazioni di studenti e giovani abbiamo aderito con convinzione al Pride e atti come questi non fanno altro che invitarci a condividere una battaglia giusta quale questa e le tante altre portate avanti dall’Omphalos. Saremo quindi presenti alla sfilata di venerdì e ai nostri banchetti nel Pride Village sabato e domenica, cogliendo anche l’invito a discutere sul tema della laicità».

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