Non ci fossero le mascherine e non parlassimo di una epidemia che sta mettendo a dura prova la sanità e l’economia mondiale, sembrerebbe di assistere a una sorta di passerella, con tappeto rosso e saluti ai fan, cordone di fotografi e servizio d’ordine.
L’INAUGURAZIONE’ CON TESEI E BERTOLASO
L’applauso
C’è stato anche un accenno di applauso quando il 65enne perugino – primo paziente trasferito giovedì pomeriggio nel nuovo ospedale da campo di fronte al ‘Santa Maria della Misericordia’ – ha salutato i giornalisti con la ‘V’ di vittoria. La spettacolarizzazione, un po’ voluta dagli organizzatori un po’ provocata dagli operatori dei media, sembra piuttosto un modo per esorcizzare la paura, interrompere la cupezza di questi tempi. E l’applauso, più che di saluto, sa di incoraggiamento. Commosso, sincero e affettuoso: le lacrime scese stanno lì a dimostrarlo.