Sequestro e contestuale confisca di beni mobili, immobili e partecipazioni societarie per un valore stimato di circa 33 milioni di euro. Il decreto è della sezione di misure di prevenzione del tribunale di Perugia ed è in fase di esecuzione da parte dei finanzierl del Gico: nei guai un imprenditore umbro che, a partire dalla fine degli anni ’90, ha messo in fila una serie di precedenti penali per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, reati tributari e contro il patrimonio.
La misura e la motivazione
Nei suoi confronti è scattata la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per tre anni. Il provvedimento arriva in seguito all’attività del nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia dopo una preliminare analisi da parte dello Scico della Finanza di Roma: in sostanza l’imprenditore utilizzava delle società ‘schermo’ – anche di diritto estero – costituite e gestite da prestanome per effettuare operazioni immobiliari e societarie in totale evasione d’imposta. In questo modo le plusvalenze venivano sottratte non solo al fisco, ma anche alle stesse società. Quest’ultime erano destinate al fallimento.
I contratti
Le Fiamme Gialle hanno acquisito la documentazione legata all’ultimo ventennio: contratti di compravendita di beni e quote societarie, nonché materiale legato al nucleo familiare. Gran parte delle attività economiche e dei beni entrati nel periodo preso in esame non hanno trovato alcuna giustificazione nei redditi dichiarati in via ufficiale. Quindi il provvedimento del tribunale.