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Home » Perugia: «Unicusano? Niente derby per noi»

Perugia: «Unicusano? Niente derby per noi»

di Simone Francioli
7 Settembre 2017
in Calcio, Sport
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
I tifosi del Perugia al ‘Liberati’ lo scorso 12 febbraio

I tifosi del Perugia al ‘Liberati’ lo scorso 12 febbraio

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Ternana Unicusano. Un cambio di denominazione – certificato dalla Lnpb con via libera dato dalla Figc – richiesto e ottenuto, seppur non come desiderato da Stefano Bandecchi, che ha provocato diverse polemiche tra i supporter rossoverdi durante la transizione – ancora in atto – dalla famiglia Longarini all’università telematica. E ora, dopo due giornate di campionato e una situazione più tranquilla, arriva a sorpresa la ‘bocciatura’ dei tifosi del Perugia in merito al passaggio di proprietà delle ‘Fere’: «Non saremo presenti al ‘Liberati’ per il derby, diserteremo la trasferta contro Unicusano perché questa rivalità non ci appartiene». Firmato dai gruppi della nord e la tifoseria organizzata del ‘Grifo’.

STEFANO BANDECCHI, IL ‘DEBUTTO’ IN ELICOTTERO: VIDEO

La nota dei supporter biancorossi è apparsa poco dopo le 23 di mercoledì sera sulla pagina Facebook degli ‘Ingrifati Perugia’, il gruppo di tifosi più ‘caldo’ della squadra di Federico Giunti. Un lungo preambolo e poi l’attacco alla nuova proprietà rossoverde, ma non solo: «L’identità del movimento ultras sta lentamente scomparendo, cadendo sotto i colpi della repressione e delle nuove logiche del calcio moderno. Quello che però, ad oggi, non è ancora andato perduto è il legame tra il tifoso e lo stretto vincolo di appartenenza; l’attaccamento ai simboli della propria città, ai colori della maglia e al nome della squadra che sostiene e rappresenta. Gli ultras e I tifosi tutti devono difendere questi valori o non possono definirsi tali, l’orgoglio e l’istinto di conservazione per la propria storia non può essere messo sul piatto di nessuna bilancia. Quello che è successo a Terni all’inizio dell’estate è una pratica già adottata da alcune società delle categorie minori ma mai aveva trovato terreno fertile in una piazza del ‘calcio che conta’».

IL 25 NOVEMBRE C’è TERNANA-PERUGIA

Massimiliano Santopadre e Stefano Bandecchi

Il baratto I tifosi della nord biancorossa sottolineano che «accostare il nome della squadra (e della città) ad uno sponsor, per favorire gli interessi di marketing della società, barattando la storia con interessi economici e pubblicità, è la massima espressione di un calcio moderno a cui niente importa della passione ma che guarda soltanto al business, quello stesso calcio moderno al qual il movimento ultras ha da sempre dichiarato guerra. Molte piazze, anche storiche, hanno attraversato e stanno ancora attraversando momenti bui, legati alla gestione indegna di presidenti-imprenditori, che hanno lucrato su questa realtà a discapito della passione dei tifosi, ma che proprio grazie agli stessi tifosi si sono rialzate senza mai svendersi, trovandosi anche a dover ripartire dall’interregionale ma conservando storia e onore del proprio club. Abbiamo noi stessi vissuto sulla pelle due fallimenti che ci hanno riportato in pochi anni dalla serie A al dilettantismo, ma mai avremmo potuto immaginare di svendere il nostro nome per salvare una categoria».

La curva nord del ‘Grifo’

L’ULTIMO DERBY A TERNI, 12 FEBBRAIO

«Completo sdegno» Ed ecco il sibillino affondo nei confronti della piazza ternana: «Con qualsiasi tifoseria avremmo avuto la stessa riluttanza ma, a maggior ragione, proprio verso i nostri più acerrimi rivali, pionieri almeno fino al decennio scorso di uno stile ultras ribelle e antagonista, manifestiamo il più completo sdegno e disappunto per aver lasciato che il nome della propria squadra divenisse uno sponsor, pur di restare nel calcio marcio che conta, senza impegnarsi minimamente affinché questo scempio non venisse compiuto. Nessuna presa di posizione e nessuna contrapposizione al nuovo che avanza, come se diventare dall’oggi al domani ‘Unicusano Ternana’ – questa è la denominazione che avrebbe voluto Bandecchi, ma non è andata a buon fine la richiesta, ndr – fosse poca cosa».

Il 1925 esposto dalla curva nord rossoverde il 12 febbraio

«Non saremo a Terni» Infine l’annuncio. Niente trasferta in massa al ‘Liberati’: «Di certo non per noi. Per tutto quello che questa partita ha sempre rappresentato sul campo e fuori e che oggi non sentiamo più come il nostro derby, unita alla già ridicola atmosfera maturata negli ultimi anni intorno a queste evento, per volontà delle forze dell’ordine e della stessa pochezza dimostrata dai nostri avversari, abbiamo deciso che non prendere parte all’ennesima pagliacciata che niente ha che vedere con le sfide del passato. Per questo comunichiamo, con ampio preavviso, che questa stagione non saremo presenti al ‘Liberati’, diserteremo la trasferta contro l’Unicusano perché non abbiamo nulla a che fare con questa rivalità, seppur, dopo questa vicenda, il disprezzo per Terni e la sua gente sia più forte che mai. La storia, il blasone, la dignità di una tifoseria, o quello che ne resta, non si vendono al miglior offerente, neanche se arriva in elicottero – il riferimento è all’imprenditore livornese – e promette anni di gloria. Questo derby – concludono i tifosi – ha definitivamente perso il suo fascino, quel poco che era rimasto se l’è comprato l’Unicusano». La stoccata è servita. Chissà se l’università telematica di via don Carlo Gnocchi avrà qualcosa da dire in merito. Una scelta che forse non renderà troppo felice nemmeno Massimiliano Santopadre.

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