Perugia1416, Comune: costumi da 40.000 euro

Nessuna nota ufficiale, ma con affidamento diretto l’amministrazione ha speso una bella cifra: il Pd affila le armi

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L.P.

Tra favorevoli e contrari, la rievocazione storica Perugia1416 continua a far parlare di sé. Nel bene o nel male è praticamente sulla bocca di tutti, consiglieri comunali e regionali compresi.

I costi I giochi, i costumi, i rioni sono praticamente ormai noti a tutti. Quello che, però, forse sfugge è quanto verrà a costare alla fine l’intera manifestazione. Per fare chiarezza sulla vicenda cinque consiglieri comunali in quota Pd hanno posto mercoledì un’interrogazione orale alla giunta per avere una risposta certa anche sui criteri e le modalità di selezione dei soci fondatori.

Poca chiarezza Al contrario di altre manifestazioni e rievocazioni storiche, si legge nel documento, a Perugia è stata costituita un’associazione privata anziché una fondazione, di cui il comune di Perugia è socio fondatore assieme ad un gruppo di privati cittadini di cui non si conosce il criterio e le modalità di selezione. «Questi avranno diritto o, meglio, il privilegio di selezionare e di votare, attraverso il direttivo, l’ingresso di altre persone nell’associazione».

perugia 1416-1Costumi A tutt’oggi, qualche conto, seppur parziale, si può azzardare sommando insieme le note di spesa rintracciabili in alcune determine. Come quella dello scorso 2 marzo in cui l’amministrazione si è impegnata a pagare 8.174 euro per la realizzazione dei costumi di cinque costumi da alfiere e altrettanti da console alla costumista Cinzia Rosignoli di Assisi, «in quanto soggetto umbro altamente stimato per le sue progettazioni e realizzazioni artistiche di costumi d’epoca». La stessa, infatti, risulta essere forte di un’esperienza ventennale come scenografa per importanti compagnie teatrali in Italia e all’estero, nonché per altre manifestazioni come la corsa dei Ceri a Gubbio, quella all’Anello a Narni e il mercato delle Gaite di Bevagna. Il quattro marzo scorso, invece, il Comune ha determinato di far realizzare altri dieci costumi da priore completi di cappello e camicia, uno da portastendardo e altri carta modelli alla modica cifra di 29.755,80 euro in favore di Gelsi costumi d’arte di Gualdo Tadino, «con l’affidamento immediato del servizio stante l’urgenza di provvedere alla realizzazione dei costumi per la manifestazione pervista per giugno 2016».

Atti ufficiali Eppure, ripercorrendo le varie delibere approvate dalla giunta e guardando gli atti ufficiali del Comune di Perugia, incluso il bilancio preventivo, non risulta da nessuna parte «né l’importo complessivo né le specifiche spese suddivise per singoli capitoli e attività che si sono già realizzate e che verranno poste in essere che saranno sostenute dal Comune di Perugia». A quanto ammonterà dunque la spesa da parte dell’amministrazione?

L’interrogazione E se l’assessore alla cultura Severini più volte ha comunicato che non saranno utilizzati i fondi arrivati dal Ministero per il dossier di capitale italiana della cultura, «è dovere di questa amministrazione – proseguono i consiglieri – informare la cittadinanza, precisando con chiarezza e trasparenza quale sarà il reale sostegno economico che il Comune ha intenzione di dare a questa manifestazione, sia in termini di finanziamenti pubblici si in termini di uso degli spazi, di promozione e di comunicazione, sia in termini di utilizzo delle risorse umane interne dello stesso ente», dal momento che la trasparenza e l’accessibilità totale alle informazioni è uno dei principi guida dell’azione amministrativa come previsto dalla legge 241 del 1990.

Ex candidati Dal Pd arriva quindi la richiesta di «spiegare la scelta amministrativa, oltre che politica, di destinare la somma di quasi 40 mila euro per la realizzazione di vestiti e costumi, in netto contrasto con i tagli sui servizi sociali e dopo aver sostenuto più volte ed in sedi ufficiali che l’iniziativa non avrebbe utilizzato soldi del Comune o finanziamenti provenienti dal milione di euro per la Capitale italiana della cultura». Per l’opposizione suona poi anche strano che tra i soci fondatori dell’associazione si ritrovino alcuni dei candidati al consiglio comunale mai eletti, tra cui Nucciarelli (Perugia Rinasce), David Orsini (Romizi Sindaco), Fabrizio Mosci (assistente in un gruppo politico retribuito dal Comune di Perugia e candidato con Perugia Rinasce), Francesco Forlin (Scelta Civica) e Michele Antonioni (Romizi Sindaco), cosa che «farebbe apparire politicamente schierata l’associazione privata che il comune di Perugia ha contribuito, anche economicamente, a fondare».

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