Zingaretti: «Catiuscia, hai sbagliato»

Il segretario Pd in tv parla del caso Marini: «Ha messo in difficoltà il partito e ha paralizzato la Regione Umbria. Andrò a parlarle e intanto oggi lo dirò a Perugia ai consiglieri umbri». Ma Chiacchieroni…

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Nicola Zingaretti non usa mezzi termini: «Catiusca Marini ha sbagliato e glielo dirò», dice il segretario nazionale del Partito Democratico, intervistato da Lucia Annunziata, su Rai Tre.

CATIUSCIA MARINI VOTA IN CONSIGLIO E SALVA SE STESSA – LA GIORNATA

«Deluso e arrabbiato»

«Sono deluso e arrabbiato. Io un mese fa non avevo chiesto a Catiuscia, che conosco da 30 anni, di dimettersi: le avevo chiesto di valutare la cosa migliore da fare, in una situazione come questa, non dal punto di vista giudiziario, ma politico. Lei ha scelto di dimettersi, ma poi dopo un mese è tornata indietro e ieri ha votato per ritirare le sue dimissioni. Un grave errore. Una scelta che ha messo in difficoltà il partito, la Regione Umbria e anche lei stessa, dal punto di vista personale. Ora so che è ricoverata, e mi dispiace, ma appena posso glielo dirò, come lo dirò al partito umbro e ai consiglieri umbri».

DOPO LA LUNGA GIORNATA, MARINI SI SENTE MALE

Appuntamento a Perugia

Zingaretti nel pomeriggio di domenica sarà a Perugia. Appuntamento molto atteso anche in virtù di quanto accaduto in consiglio regionale: «Oggi vado a difendere chi, in Umbria, e sono tanti, sta combattendo per evitare che i comuni umbri cadano nelle mani di una destra che non sa governare. Il peso specifico di questo fatto doveva essere valutato nelle scelte e per questo sono deluso».

«Se si rifiuta? Non lo so…»

Poi torna sul caso Marini, che sembra quasi una sfida alla sua leadership (non a caso dopo il consiglio c’era chi si chiedeva se la Marini sarebbe rimasta nel Partito Democratico e cosa avrebbe detto a Zingaretti). «Io la incontrerò e le dirò queste stesse cose. Se si rifiuta di confermare le dimissioni? Non lo so, facciamo un passo alla volta. Io credo ancora nella forza della politica e non delle accuse; la forza della politica deve portarmi dentro la politica a fare dei ragionamenti politici. Pensavo che si fosse risolto. Ora, con mitezza, ma con grande determinazione, faremo in modo di risolverlo. Il grande tema italiano è la selezione delle classi dirigenti, non solo del Pd e non solo in Umbria, ma in tutta Italia».

«Il Pd deve intervenire prima dei giudici»

«Un dirigente politico umbro, non del Pd, ha detto, parlando di scambi di domande nei concorsi pubblici, ‘tanto fanno tutti così’. Io voglio dire una cosa chiara: il Pd che ho in mente è un partito che se qualcuno si vende le domande dei concorsi non aspetta che intervenga la procura ma lo caccia direttamente e va a denunciare».

Ma Chiacchieroni non ci sente: «Andiamo avanti fino alla fine»

In continuità con quanto sempre fatto (andare dritti per la propria strada senza badare agli input da Roma) i vertici dell’amministrazione Marini sembrano essere intenzionati ad andare avanti, senza sentire ragioni. A scanso di equivoci, il capogruppo Pd Gianfranco Chiacchieroni dice chiaro e tondo che il respingimento delle dimissioni «esprime la volontà del centrosinistra di riconfermare il giudizio positivo sull’azione di governo» e che andare ad uno scioglimento anticipato dell’assemblea regionale per chiedere il giudizio degli elettori sarebbe «atto non giustificato e accettabile solo da chi intende, come la Lega e i 5stelle, speculare come degli avvoltoi. In questo quadro – aggiunge – auspichiamo che la stessa Presidente della giunta tenga conto del sostegno raccolto oggi nell’Assemblea Legislativa in modo da giungere, dopo le elezioni europee e comunali, ad una sua positiva determinazione».

Però Guasticchi e Paparelli…

In verità, non proprio tutti, nel Pd, la pensano come Chiacchieroni, al di là delle dichiarazioni di voto espresse in consiglio comunale. Già nella serata di sabato Marco Vinicio Guasticchi, rispondendo a dei contestatori sul suo profilo, scriveva: «Il voto di oggi era concordato con Pd nazionale e per la Marini era solo un’uscita onorevole. Per i consiglieri non cambia nulla si voterà a novembre quindi solo fango di speculatori piddini ignobili». Salvo poi aggiungere, nella mattinata di domenica: «In queste ore sto leggendo sui social di tutto contro la regione. Ma la cosa che mi indigna è che i più scalmanati sono portaborse o ex portaborse regionali, dipendenti di partito e politicanti che grazie alla politica hanno uno stipendio». Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente Fabio Paparelli, che al termine della seduta spiegava come quella soluzione fosse stata concordata con tutti per dare alla presidente la possibilità di una uscita di scena onorevole, respingendo le dimissioni che lei poi avrebbe confermato. Va bene. Ma qualcuno lo dica a Chiacchieroni.

Mancini (Lega) e il ricorso al Tar

Sponda opposizione c’è chi pensa di procedere con la giustizia amministrativa, vale a dire il capogruppo della Lega Umbria Valerio Mancini: «Il voto in aula di sabato, a cui ha partecipato la presidente Catiuscia Marini e relativo sulle proprie dimissioni sembra illegittimo, viziato e non valido. Valuto il ricorso al Tar: il generale dovere di astenersi dalla votazione della mozione di ritiro delle proprie dimissioni, dichiarate irrevocabili. Avrebbe dovuto indurre la Marini a non esprimersi in aula per evitare un evidente conflitto di interessi senza precedenti».

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