Nella notte fra martedì e mercoledì l’aeroporto di Sant’Egidio è stato riaperto come da protocollo per un’emergenza sanitaria: è atterrato un volo proveniente dalla Lombardia con un paziente intubato, trasportato all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Si tratta di uno dei nove casi ‘non umbri’ che sono ricoverati in Umbria e a cui faceva riferimento il bollettino del 18 marzo sull’emergenza coronavirus nella nostra regione.
L’AEROPORTO DELL’UMBRIA SENZA VOLI MA A DISPOSIZIONE DELLE AUTORITÀ
Perché ha riaperto l’aeroporto
Come comunicato all’atto dell’interruzione del servizio, l’aeroporto dell’Umbria Perugia-Assisi è uno dei pochi in Italia ad aver firmato un protocollo d’intesa con le autorità (Enac, Enav e prefettura di Perugia) per espletare un servizio straordinario che, con un preavviso di tre ore, consente l’utilizzo dello scalo per ragioni di emergenza nazionale, legate a motivazioni di ordine sanitario, di stato o militari. Sempre per via aerea, passando per Sant’Egidio, è previsto l’arrivo dei presidi sanitari (mascherine in particolare) richiesti all’estero per far fronte all’emergenza.
EMERGENZA CORONAVIRUS IN UMBRIA – LO SPECIALE
La nota ufficiale
«L’aeroporto internazionale Umbria Perugia – si legge sul sito ufficiale – comunica che è aperto per garantire i servizi minimi essenziali e che sta operando per le assistenze ai voli di emergenza sanitaria che sono richieste in questi giorni. Un protocollo unico nel suo genere rende l’aeroporto operativo in due ore dal suo allertamento. Presso lo scalo opera anche il presidio con sede della Protezione Civile ed il terminal osserva al momento un orario ridotto sino al 25 Marzo prossimo venturo».